Foto di Marco Montanari www.trueforever.net
Intervista con Stash al Bright di Berlino.
Mi parleresti un pò della tua carriera di writer e di artista?
Ho cominciato a fare graffiti dai primi anni ’80 e iniziando anche a fare t-shirt nel mio appartamento, era il periodo in cui la cultura dello streetwear stava cominciando a nascere. I graffiti stavano diventando sempre più popolari, molto prima che internet e l’informazione globale nascessero, e le informazioni le trovavi nelle strade. Durante gli anni l’uso dei computer e dei multimedia è diventato più facile e ha avuto sempre una maggiore accessibilità anche da parte del grande pubblico. Quindi è stata una crescita progressiva durante questo lungo periodo.
Quando partecipi a delle collaborazioni con brand di sneakers e di abbigliamento, ti senti coinvolto e particolarmente interessato da quello che stai facendo? Pensi sia un modo parallelo per esprimere la tua arte?
Mi piace vedere le cose che vengono realizzate e come vanno sul mercato. A volte non ho la possibilità di creare queste cose da solo, così accetto volentieri di unire le forze con altri per rendere realtà tutto ciò. Si basa molto sul divertimento e sulle buone vibrazioni che sento quando incontro le persone con le quali lavoro, indipendentemente da dove provengano. Tutto il processo che c’è, dall’idea iniziale fino al prodotto ultimato, è una cosa che mi eccita molto!
Ti senti soddisfatto dei tuoi lavori e dei progetti che hai realizzato durante questi anni? Ti senti arrivato già ad un buon punto, o pensi che ci sia sempre qualcosa dii nuovo da fare e da imparare?
Mi piace la sfida, mi piacciono le critiche dei consumatori, buone o cattive che siano, non importa. Se già parlano di te e di qualcosa che hai fatto, vuol dire che ti stai muovendo bene. Sia che tu stia parlando bene o male di me, sicuramente ho la tua attenzione, sperando che sia buona ovviamente!
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Senti i linguaggi multimediali e il web in generale come qualcosa di strano, oppure pensi che possano essere positivi e funzionali anche nell’ambito artistico?
“It’s good and bad”, voi, ad esempio, me lo avete chiesto con rispetto e adesso siamo qua a parlare e farci un paio di foto. Molti non lo fanno, ti scattano una foto in faccia e poi la mettono su internet, dicendo un sacco di cazzate su di te e sul fatto che ti abbiano parlato e conosciuto, quando invece non è così!
In passato hai creato make up di sneakers molto interessanti e apprezzati, hai qualcosa di nuovo in uscita?
Questo è il primo campione che abbiamo fatto, solitamente hai qualche preview su cui lavorare per correggere o cambiare i dettagli, ma in questo caso non ce n’è stato bisogno, hanno capito subito come volevo interpretare questa scarpa.
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