Masta Ace + Edo g sono la coppia che scoppia. Pimpanti e presi bene, condividono un po’ dei loro pensieri in questa intervista…
E’ la prima volta che venite al Kemp? Cosa ne pensate del festival, e pensate inoltre che sia importante la collaborazione fra musicisti nella scena?
Sarà la terza o quarta volta che vengo al Kemp ed ogni volta è incredibile. Amo venire qui, lo show stanotte è stato incredibile, siamo stati nel backstage con gli artisti coi quali siamo cresciuti, quelli di cui siamo fan, quelli coi quali siamo amici, è quasi una questione di famiglia. E’ bello!
Si, è un po’ così ovunque. E’ il mio primo anno al Kemp, ho sempre voluto farlo, mi sento onorato e fortunato ad esser qui oggi a fare la mia cosa.
Cosa ha significato l’hip hop all’inizio della tua carriera e cosa significa adesso?
Beh, quando ho iniziato a rappare, a fare musica, in realtà volevo soltanto essere passato in radio. Volevo sentirmi alla radio, non avrei mai pensato che la cosa potesse diventare una carriera, che ormai va avanti da 20 anni o quasi…adesso è il modo in cui mi guadagno da vivere, il modo in cui mando avanti la mia famiglia. Non avrei mai pensato, venti anni fa, di poter esser qui oggi in Repubblica Ceca a cantare di fronte agli italiani, i tedeschi, gli svedesi, gli svizzeri ecc. tutto qui insieme. E’ una bella cosa.
Io ho cominciato come bboy, ero un breakdancer. Ho provato a fare graffiti ma ero scarso ah ah, così mi sono spostato sul beat box e sul rap. Era un qualcosa che ho sempre voluto fare, il far parte dell’hip hop. Quando sei bambino hai dei sogni, ma quando poi vedi che questi sogni si realizzano… se penso che sono ancora qui dopo 20 anni… che sono nella posizione di poter produrre la musica che piace a me e che piace ai mie fans… mi sento fortunato per essere dove sono. E nel divertirmi anche nel farlo!
Come è cambiato l’hip hop in questi anni?
Beh sai, all’inizio degli anni ’90 l’hip hop era principalmente, quasi esclusivamente, nero. Cioè c’erano un po’ di bianchi che ci stavano dentro. Poi attorno al ’95 c’è stato il cambio, è diventato di massa, una cosa mondiale, sono arrivate le major label, anche se all’epoca per i bianchi non c’era un gran successo.
…c’erano i Beastie Boys…
No, no no i Beastie sono un’altra cosa, arrivano dagli anni ’80. Quando arriviamo agli anni ’90 sono già delle leggende. Fondamentalmente credo che da quando c’è la scena indipendente c’è molta più possibilità per fare musica… prima se non avevi un contratto non c’era verso di fare dischi… poi attorno al ’96, al ’97 la scena indipendente ha preso il volo. Non erano più necessari centinaia di migliaia di dollari per fare un disco.
Quando credi che si possa parlare di rap commerciale? Quando si può dire che un artista è falso?
E’ una bella domanda… Quando ascolti i vari artisti a me interessa principalmente vedere se hanno delle skills o meno. Non mi interessa molto sapere di COSA parlano ma di COME lo fanno. Se vogliono essere dei duri rappano di diamanti o macchinoni, a me va bene, ma devono farlo come si deve. Si parla di talento o no. Ripeto, non importa molto cosa dici o qual è il tuo stile. Si tratta di come vengono combinate le parole, di cercare di dire qualcosa che nessuno ha mai detto prima, e di farlo con tecnica. Prima le skills e lo stile, i contenuti vengono dopo.
Bene grazie.
Grazie mille a voi.