Intervista con Alessandro “Talker” Parlatore (di persona) e Federico Donelli (via email), fondatori di Longosound.
29 Settembre 2010, Union Square, New York
Alessandro l’avevo conosciuto a metà settembre tramite la mia amica Giulia Donnini.
Parmense di origine, DJ, cultore ed esperto di musica, italiano a New York in cerca di qualcosa che non aveva ancora trovato nella madre patria.
Ha dato vita insieme al suo socio, Federico Donelli, al progetto web Longosound, un sito da vedere ma soprattutto da ascoltare.
Ti presenteresti ai nostri lettori? Cosa fai a New York e un po’ della tua storia.
Ancora non avevo cominciato a suonare, sono andato avanti con l’organizzazione di queste feste insieme a lui, fin quando il tutto è maturato nel djing. Mi è venuto in automatico, spinto dalla voglia di apprendere più cose possibili.
Quindi un bel giorno decisi di volerci provare, sfruttando il negozio (Latte Più) di un amico, dove è presente una consolle. Da solo ho imparato quest’ “arte”, grazie anche al senso del ritmo che, “grazie madre”, era ed è ancora in me.
Da lì il passo è stato ovviamente breve, infatti ho poi cominciato a suonare alle nostre feste (Big City Nights, ndr), che si tramutò successivamente nel progetto Cobras Gang, e, poco piu tardi, arrivando fino alla scena milanese dei party.
Grazie a Marcelo Burlon, l’anno scorso ho avuto la fortuna di essere il resident ai Magazzini Generali alle serate Pink Is Punk, suonando successivamente anche a feste come Replay, Ralph Lauren, Max Mara per Vogue Fashion Night Out etc.
Parallelamente a tutto questo, all’incirca due anni fa, ho avviato il progetto Longosound, insieme a Federico Donelli.
Su Longosound c’è un genere musicale ben definito, che non è di largo consumo al giorno d’oggi, vicino alle radici di quella che è la musica da discoteca contemporanea e moderna. Qual’è la vostra fonte di ispirazione per il progetto?
Le fonti di ispirazione te le posso riassumere così: Early WBMX and Chicago House, Boogie Funk, Power Patrick Adams Disco, New Jersey Garage, Soho Post disco, Early Hip Hop, Electro Funk, Latin Rascals Freestyle, WBLS Influenced NY House, Ron Hardy Classics, Kashif-ish, Modern Soul, etc.
Fede mi ha dato “il la” per conoscere e approfondire, tant’è che una sera decidemmo insieme di voler condividere un sito musicale, da qui decidemmo di aprire Longo.
Quando è partito effettivamente Longosound? C’era uno scopo preciso?
Il sito è stato creato all’inizio del 2009, e lanciato sul web a Giugno dello stesso anno.
Lo scopo era semplicemente quello di diffondere musica, ne più ne meno, a livello live e web.
Direste che è un insegnamento?
Dio ce ne scampi!
Sicuramente direi che si tratta più di una possibilità per le persone di aprire le loro menti in ambito musicale.
Lo definiresti quasi un diario? Grafico, fotografico, di testo, musicale e quant’altro, un qualcosa di sinestetico?
No, si tratta di buona musica con una tradizione alle spalle che mette ancora al primo post il Soul.
Sicuramente l’estetica dell’ epoca, la grafica di molti dischi, etc. sono un valore aggiunto.
Quali sono state, in questi due mesi a NY, le differenze che hai potuto tastare con mano ed orecchio, rispetto all’Italia? Hai trovato un’attitudine e una cultura musicale profondamente diversa? Ci sono un’apertura mentale e possibilità maggiori?
Mi sono ritrovato, stupendomi, col vedere che anche qua la cultura maggiore è quella della commerciale. Del resto però, siamo sempre a New York, in questa città hai la possibilità di trovare i luoghi e i personaggi che hanno dato il via a quel genere musicale a quella cultura. Anche qua è di nicchia, ma sicuramente più espansa rispetto all’Italia. La maggior parte della musica che suoniamo deriva da New York, e da altre città statunitensi come Detroit e Chicago, quindi qua è sicuramente più facile trovare dei riferimenti. I posti e le persone più culto di questi generi, che hanno fatto la storia, si trovavano o sono passati dalla Grande Mela.
Ho avuto la possibilità di assistere ad un evento al Santos, un locale famosissimo e storico, che ha ospitato il “Remember Paradise Garage”. E’ stato un vero e proprio ritorno agli anni ’80, durante il quale ho potuto realmente capire come potesse essere il mood di tutto ciò ai suoi albori. Tutti quanti ballavano ed emanavano un’enorme felicità dai loro volti ascoltando e “interpretando” quella musica, e questa è la cosa fondamentale di questa cultura. Alla base c’era il divertimento puro.
Quindi prima di tutto, dell’alcool, delle droghe, abbordare le ragazze o i ragazzi, si andava fondamentalmente per ballare?
Ti posso dire che a fine serata ero veramente emozionato per quello che avevo ascoltato durante il dj set e per l’atmosfera all’interno della quale si era svolto il party.
Per quello che riguarda l’aspetto più tecnico, come vedi il DJ che continua a suonare con i vinili rispetto a chi lo fa con i CD o col computer? Pensi che si sia persa quella sorta di “intimità” del DJ con la musica?
Personalmente penso che ogni mezzo sia buono per diffondere cultura e spirito, ma con il web si è perso sicuramente quel qualcosa in più di chi la fa una passione per la ricerca e per il prodotto musicale in generale.
Certo con il vinile la musica la senti nelle dita e nell’anima. Per quanto riguarda il computer come fonte di musica per i dj set, è un metodo che semplicemente non condivido.
Progetti presenti e futuri, personali e con Longosound?
A livello personale, pur essendo difficile, ho già avuto la fortuna di suonare durante la Fashion Week qui a New York, sempre grazie a Marcelo Burlon, al party di Verlaine. Quella serata mi ha dato visibilità e ho già avuto qualche contatto con personaggi affermati della club culture newyorkese.
Sto comunque provando a cercare di immergermi ed entrare nella cultura locale, la concorrenza però è forte, e io stesso faccio il DJ da poco rispetto a chi qui lo fa già da anni e anni.
Spero anche che con Longosound sia possibile intraprendere questa strada, in quanto è la base di tutto quello che ci riguarda a livello musicale.
Questo é il sito ufficiale di Longosound: http://longosound.tumblr.com
TOP 5 di Alessandro “Talker” Parlatore senza ordine di preferenza
- Bad Luck – Harold Melvin and The Blue Notes
- Running Away – Roy Ayers
- Let No Man Put Asunder – The First Choice
- Somebody Else’s Guy – Jocelyn Brown
- On The Journey – NYC Peech Boys
Le foto di Alessandro Parlatore sono di Giulia Donnini
La foto di Federico Donelli è di Silvia Bergomi