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Pepi’s Corner: The world has no Eyedea



Carissimi amici di Gold, ben ritrovati al nostro classico appuntamento.

In questo numero ritaglieró un po’ di spazio per un personaggio incredibilmente eclettico e decisamente prolifico, ma che sfortunatamente il 16 ottobre del 2010 se n’è andato alla giovane età di 28 anni, portando con sé il suo sconfinato talento e lasciando un vuoto incolmabile nella comunità Hip Hop.

Michael Larsen meglio conosciuto come Eyedea, di Saint Paul (Minnesota), diventó famoso tra il ’99 e il 2000 vincendo consecutive battle di freestyle in TV, appena diciottenne. I suoi freestyle, agli occhi di chi ha avuto la fortuna di potervi assistere, risultavano essere dei veri e propri show. La sua semplicità nel rivolgersi al pubblico era qualcosa di unico.

Fu proprio durante un contest che ricevette gli elogi da pionieri della scena, e successivamente varie offerte da diverse etichette discografiche e addirittura l’interessamento da parte di Puff Daddy!

Eyedea apprezzó molto l’attenzione di quest’ultimo, ma rifiutò l’offerta restando fedele all’amico Slug (Atmosphere) e al progetto Rhymesayers Entertainment: ovvero l’etichetta contornata principalmente da artisti di Minneapolis ma anche da altri grandi nomi, come ad esempio MF Doom (vedi l’album MM Food), e che dal 1995 contribuisce a tener vivo il movimento underground.

Oltre alla partecipazione ai classici scontri verbali, Michael ha sempre affiancato l’amico d’infanzia Gregory Keltgen (DJ Abilities) nel loro originalissimo progetto Eyedea & Abilities producendo 3 album tra cui l’acclamatissimo nonché ultimo By The Throat.

A mio avviso, penso proprio che Eyedea sia stato uno degli artisti più influenti della scena Hip Hop, un’inesauribile fonte d’ispirazione.

A quei tempi la sua carriera sembrava quasi sovrapporsi a quella di Eminem, le sue rime sconfinate e profonde, e il suo potentissimo flow avevano catturato l’attenzione di TUTTI. Un autodidatta al 100%, suonava la chitarra, praticava breakdance, scriveva poesie, girava in skateboard e ovunque mettesse mano riusciva a esprimere il proprio estro come solo i veri artisti sanno fare. Il suo modo così autentico di lavorare è stato d’esempio probabilmente a tutti gli amanti del genere e non.

Infatti, Eyedea, andò ben oltre il classico standard Hip Hop, il suo virtuosismo lo portó ad esplorare altre sonorità e diversi generi, spaziando dal Jazz, con il gruppo Face Candy, e giungendo fino al Rock fondando il collettivo Carbon Carousel.

Eyedea ha fatto anche parte del super gruppo Hip Hop The Orphanage, insieme ai mastodontici Aesop Rock, Slug, Illogic e Blueprint, amici e come lui affiliati a Rhymesayers Entertainment.

Oltre ai progetti sopra elencati, nel 2002 pubblicò con lo pseudonimo Oliver Hart, l’acclamato disco The Many Faces Of Oliver Hart sempre sotto Rhymesayers Entertainment. Nel 2014, un’edizione in vinile dell’album è stata pubblicata come esclusiva per Record Store Day.

La copertina e le grafiche presenti all’interno sono ad opera del pittore Louis N. Lapierre, con cui collaborò nuovamente nel 2007 per la creazione di …Once A Queen, Always A Creep, un libro di poesie e pittura.

Dopo la sua inaspettata morte, gli amici/colleghi di Michael con l’appoggio dei familiari hanno celebrato diverse serate in suo onore per ricordare al mondo chi era Eyedea, cosa avesse già dato e con il suo infinito talento cosa sarebbe diventato.

Inoltre nel 2016 é stato rilasciato un bellissimo e pluripremiato film/documentario in web series intitolato The world has no Eyedea che racconta la vita di Michael, e quanto, come artista e soprattutto come persona, fosse realmente speciale.

Riposa in pace Mikey…