Regia di Banksy
Inghilterra 2010
Exit throw the gift shop, presentato in anteprima italiana all’Odeon di Firenze, è uno spaccato sul mondo della street art che esalta e allo stesso tempo distrugge questo fenomeno suburbano esploso negli ultimi dieci anni.
Quello che tutti si aspettavano dal film di Banksy era un documentario su di lui o come minimo sul mondo dell’arte di strada. In realtà è molto di più.
A dire la verità di Banksy si vede ben poco in quanto il film è incentrato principalmente su Thierry Guetta, videomaker compulsivo che si è trovato al posto giusto nel momento giusto.
La storia narra di questo immigrante francese, cugino di Space Invader (street artist noto per aver “invaso” il mondo con dei mosaici rappresentanti gli alieni del noto videogioco del ’78) che grazie alla sua parentela e alla sua passione per le videocamere si ritrova immerso in un mondo di cui molti conoscono solo l’aspetto superficiale.
Il suo scopo principale era filmare. Non aveva una meta da raggiungere, ma solo voglia di documentare questo fenomeno che stava esplodendo e che pian piano l’aveva risucchiato. Dopo le prime riprese con Space Invader riesce ad entrare in contatto con Shepard Fairey (noto per il progetto Obey Giant) e successivamente con moltissimi altri street artist fino ad approdare fortuitamente a Banksy.
Si riesce a vedere anche tanto materiale action dell’artista misterioso, ma la storia prende una piega decisamente diversa quando a Thierry, a questo punto identificato come uno schizzato incapace che si è trovato tra le mani una videocamera, viene assegnato da Banksy il compito di diventare un artista e di realizzare una sua mostra personale. Cosa che avviene quando il francese si trasforma in Mister Brain Wash con un successo talmente forte che lascia quasi un senso di rabbia nei confronti dello spettatore.
La domanda che uno si pone alla fine del film è sicuramente se il film è reale o se è tutta una messinscena. Esiste davvero Mister Brain Wash? È riuscito davvero ad ottenere tutto questo successo? È un opera vivente di Banksy? È solo una provocazione?
Quello che penso è che questo film sia perfettamente in linea con le opere dell’artista: divertente, di denuncia e avvolto nel mistero.