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“Diss In Formazione”: Poeti Estinti contro il giornalismo senza fonti



“Diss In Formazione” è la risposta dei Poeti Estinti al Messaggero. Ebbene sì, lo si è aspettato tanto ma a distanza di ormai 2 mesi dalla fatidica serata del rave, per essere esatti venerdì 10 maggio, Dj Fastcut risponde con l’aiuto di tanti membri della compagnia. Per chi non sapesse i precedenti fatti, una serata di presentazione di “Dead Poets 2”, svoltasi a Roma, alla Sapienza, con permessi e forze dell’ordine a controllare, è stata trasformata dal giornale citato in un “rave illegale a base di droga”. Lascio a voi giudicare l’importanza di diffondere notizie in cui non vi è nulla di veritiero e informativo, sappiamo tutti benissimo come le testate giornalistiche siano chi più chi meno tutte politicamente schierate. L’unico intento è sembrato solamente screditare giovani che provano a fare qualcosa di concreto e diffamare artisti con anni di palchi sulle spalle, rinomati in tutto lo stivale e non solo. Nel giro di pochi giorni, la redazione del Messaggero è stata informata del suo errore e non ha fatto niente per rimediare, ha limitato al minimo qualsiasi confronto o dibattito, chiudendo completamente alcun tipo di dialogo. Un rave illegale a base di droghe, fa più scoop di un concerto rap organizzato… tanto quello che si cerca è lo scoop.

Notizia riportata da “Il Messaggero”

Lo stesso Valerio, pochi giorni dopo, ha pubblicato sui principali social un comunicato in cui chiedeva un chiarimento, una risposta, un articolo per rimediare alle cialtronerie dette dal giornalista Marco Pasqua del Messaggero. Nel suo post Fastcut puntava il dito contro una società di finto perbenismo cresciuta con Woodstock ed ora scandalizzata per due canne, senza notare l’impegno di associazioni universitarie che con questi eventi si autofinanziano. In conclusione aveva posto un ultimatum “ritrattate l’articolo o, come diciamo nel nostro ambiente, noi vi dissiamo”, “le nostre penne sono molto, ma molto più affilate delle vostre”.

Foto della serata alla Sapienza con alcuni partecipanti

Col passare del tempo aveva anticipato che sarebbe servita un po’ di pazienza perchè si parlava di una posse track con molti artisti difficili da riunire, visto che ognuno di loro è impegnato in vari progetti singoli, ma alla chiamata del gran maestro della setta molti poeti hanno risposto, in ben 25. “Diss In Formazione” ne è il risultato, potete trovare il video sul canale youtube di “Glory Hole Records”. Credo in assoluto che sia il primo caso in cui così tanti MCs italiani si riuniscono per toccare un argomento talmente delicato, andando contro una testata giornalistica nazionale. Gli artisti partecipanti diretti da Valerio in ordine di comparsa sono: Mask, Zampa, Royal Damn, Wiser, Hybrido, Wild Ciraz, Principe, Moder, Vaniss, Kento, Drimer, Cui Prodest, Hyst, Hell Pacso & Krin 183 dei DSA Commando, Ape, Claver Gold, File Toy, Kappa O, Dope One, Kenzie, Brain, Mastino, Oyoshe e Sgravo. Come potete vedere dai nomi vi sono artisti presenti in entrambi i Dead Poets e non solo nell’ultimo, anche artisti non presenti nella serata alla Sapienza.

Grafica per “Diss In Formazione” a cura di Karashò

Fastcut in questi anni è riuscito in un lavoro unico: ha riunito la scena underground italiana, fino ad ora barcollante ed individualistica. E’ lui il collante del fenomeno, al quale tutti riconoscono il lavoro e lo sbattimento che c’è dietro. I Poeti Estinti, infatti, sono artisti di tutto lo stivale e con idee differenti su tante cose ma con principi e ideologie simili, che dovrebbero essere alla base della cultura Hip Hop. Prima vi erano MCs separati che urlavano da soli, ora hanno unito la voce per farsi sentire di più e più forti che mai, perchè sempre e comunque bisogna “prendere posizione” e “proteggere la compagnia”. I Dead Poets sono una sorta di creatura mistica, come un idra con tantissime teste e tutte con denti molto affilati. Nel brano si nota da parte di molti un attacco al giornalista, senza mai cadere sul volgare, sarebbe stato molto facile. Viene puntualizzato da parecchi come loro siano liberi di scrivere quello che vogliono senza che nessuno lo dica per loro, non hanno secondi fini o politici da assecondare, inoltre viene ribadito come sarebbe stato facile evitare tutto questo, sarebbe bastato un click e la cancellazione dell’articolo.

Foto di fine serata della formazione “Dead Poets Army” ad Under Fest IV

Un brano come “Diss In Formazione” dovrebbe arrivare alle orecchie di tutti, oltre che per venire a conoscenza d un articolo diffamatorio, soprattutto perché questi ragazzi non hanno abbassato la testa ma hanno reagito. Come avevano promesso e non sono stati al gioco dei poteri forti, hanno reagito con le loro armi. In un periodo storico come il nostro in cui i mass media vedono nel rap “l’uomo nero” a cui dare tutte le colpe. I poeti estinti non sono stati in silenzio hanno affilato le loro penne. La scena intera e forse anche la società avrebbe bisogno sempre di più di esempi di questo genere.