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Hong Kong: la VR come mezzo di denuncia



Grazie alla realtà virtuale un gruppo di studenti di Hong Kong ci porta nella protesta contro il governo cinese.

Siamo alla fine di ottobre ad Hong Kong e un gruppo di studenti sviluppa un gioco in realtà virtuale che consentirà di sperimentare le dimostrazioni antigovernative in prima linea, dal punto di vista del un manifestante.

Un gioco VR da vivere in prima persona, dove il giocatore si troverà a schivare gas lacrimogeni, nascondersi dietro barriere in fiamme e scappare dalla polizia antisommossa.

vr game girl

Gli sviluppatori sono rimasti nell’anonimato, hanno partecipato ad interviste senza mostrare il volto ma hanno dichiarato che l’intento è quello di poter sfruttare il potere immersivo della VR per far sperimentare alle persone l’importanza della libertà.

I manifestanti sostengono che Pechino stia togliendo alle persone le libertà concesse dal 1997 ad oggi, da quando la Gran Bretagna ha restituito la città alla Cina. Negli ultimi 5 mesi il clima è diventato sempre più teso e il gioco in realtà virtuale vuole essere esso stesso un mezzo di denuncia.

proteste manifestazioni cina

Per gli sviluppatori infatti, l’iniziativa porta già con sé una protesta: all’interno del gioco l’utente, oltre a vivere la manifestazione e a leggere murales fatti di frasi che incitano alla libertà, hanno la possibilità di utilizzare una funzione interattiva che descrive gli avvenimenti chiave delle proteste e del momento storico vissuto dalla Cina.

Per adesso il gioco VR non è disponibile per il pubblico ma è stato presentato ad un distributore e la speranza è renderlo fruibile dal mese prossimo.