C’è un Fiore di Loto che si apre nella palude del vivere e ci narra dove ha origine la bellezza, come si nutre e come riesce ad espandersi sul pelo dell’acqua scura. Ma per poter ascoltare questa storia bisogna intraprendere un viaggio surreale e profondamente autentico in direzione del Pianeta TMHH. Ci accompagnerà un cantastorie d’eccezione, un poeta viscerale e sanguigno che ha scoperto per primo questo pianeta e gran parte dei suoi segreti.
“Suonava con un piano le arie della follia mentre gli uccelli ferivano i melograni maturi. Lui rincorreva la scia dei fiumi in Andalusia suonando per i caduti di questa guerra di luci, amando ogni filo d’erba come si ama una donna, ogni vivente su terra, la notte e i suoi rumori. Aspetta sempre l’autunno che la natura si spoglia per sanguinare dal naso grazie al profumo dei fiori. Non ha ricordi né amori (non ha ricordi né amori) sa che vuol dire perdere (sa che vuol dire perdere). Questa città grigia ti può insegnare che i bei tramonti hanno bisogno di nubi in cielo per splendere.”
Intro dell’album “Fiore di Loto“
TMHH è il nome d’arte di Michele Venanzoni che con l’album “Fiore di Loto” si spoglia profondamente offrendoci una saggia riflessione sulla vita e quindi sull’amore. Il filo conduttore in questo viaggio è una perseveranza che lo ha portato a disossare pezzo dopo pezzo le architetture mentali, fino ad arrivare all’osso. Là dove i dubbi sono la prassi e le certezze sono effimere e inconsistenti come una nebbia sottile che offusca la mente. Cosa resta quindi, come appiglio per potersi ancorare e rimanere con i piedi a terra evitando di cadere continuamente? Resta la cosa più importante: la libertà di non attaccarsi a nulla e di non avere aspettative che verranno certamente deluse.
Questo è per me il messaggio più alto e penetrante che arriva dritto al cuore, all’ascolto di questo lavoro. Tmhh si apre con una fiducia nuova che prende vita in un punto preciso. Non è una fiducia cieca che qualcosa possa andare bene. E’ più un assenza di paura che qualcosa possa finire, andare male. Michele arriva alla consapevolezza che la vita va presa con spirito di sopravvivenza perché siamo equilibristi sulla linea che distingue solo in apparenza il vivere dal morire. Michele accetta di correre il rischio di morire per poter vivere, per poter sentire e lasciarsi scuotere dall’amore e dalla vita.
“Stringimi le mani che andiamo, stai tranquillo che è tutto apposto. Essere diversi fa strano, non sapere qual è il tuo posto. Se ci credi ce la facciamo basterà questo poco inchiostro a dirti dov’é che andiamo, quando torniamo e quanto ti costo”
Fiore di Loto
Questo album racchiude tante sfaccettature, parti di un’indagine continua nei meandri dell’anima. Ogni brano è un pezzo di mondo, che descrive con una coerenza speciale lo scenario suggestivo del Pianeta TMHH. La poetica di Michele rapisce e accarezza con mano pesante, attraverso una consapevolezza determinata a smontare i castelli di carte. I dubbi e le domande di un animo sensibile e vibrante diventano benzina sul fuoco e invece di andare alla ricerca di risposte troppo spesso deludenti, questo poeta si gusta la ricerca stessa, passo dopo passo. Ritorna sul ring ad affrontare l’ennesima sfida, incassando i colpi e chiedendone ancora.
Perché è proprio in quel momento che ritorna a sentire di essere vivo e di avere qualcosa di speciale da dire. Così di notte, quando il frastuono si affievolisce, arriva il suo momento. Quel tempo sospeso in cui la sua poetica mette le ali e si riprende tutto. Sulle sponde di fiumi d’inchiostro Michele trova il suo posto e riesce a inebriarsi del profumo dei fiori, consapevole che non può nascere una rosa senza spine, così come un amore che faccia solo del bene.
Nella resa consapevole trova il coraggio di rimanere in piedi, di non mollare e di “correre ancora più forte” senza preoccuparsi più, di ciò che lascia dietro di sé, ma godendosi il vento sulla faccia come farebbe un bambino. Ecco allora che quel Fiore di Loto arriva ad esprimere tutta la sua bellezza affondando le radici nel fango per trarne il nutrimento essenziale. Fiore di Loto è una descrizione senza riserve dell’anima di un sognatore disilluso e la voce di Tmhh riesce a dare vita ad ogni singola parola. Il vibrato di Michele sa raggiungere anche gli angoli più remoti e distratti, catapultando nell’ascolto profondo.
La sperimentazione di sound molto diversi all’interno del disco sembra voler toccare tutti gli habitat(Prod. JJAMES, mix e mastering MR.GAZ e DYNO). Dimostrando che quando si ha qualcosa da dire seriamente e ci si mette l’anima, il genere in cui rientra è relativo, anzi può solo arricchire il contenuto. Tmhh ha dato ampia prova che stà bene ovunque e che è in grado di adattare il genere alle sue corde personali, che sono a mio parere da campione. Con grande riconoscenza per quello che mette in gioco, auguro a Tmhh di sfondare con determinazione sempre più porte per arrivare a più orecchie possibili.