L’intera umanità sta passando un periodo difficile per colpa del Coronavirus. Un momento caratterizzato non solo dal dolore per la perdita dei propri cari, ma anche dai numerosi disagi a livello psicologico. In molte persone si è verificato un netto incremento degli stati d’ansia e delle paure inconsce. Vediamo come la realtà virtuale e le fobie si incontrano.
La realtà virtuale può essere utilizzata come strumento per sconfiggere le proprie paure?
Negli ultimi anni, si è provato ad utilizzare la realtà virtuale per assistere le persone con problemi di salute mentale, vi avevamo già parlato di un aspetto qui, tramite terapie volte ad affrontare i disturbi d’ansia e le fobie.
L’esposizione virtuale a situazioni che provocano sensazioni di disagio, come ad esempio: il volo, la presenza di insetti, o la folla di persone, può presentare differenti vantaggi:
- Esposizione allo stimolo fobico in totale sicurezza.
- Esposizione adattata in maniera flessibile rispetto alla paura del soggetto.
- Trattamento meno impegnativo in termini di tempo e in termini di costo.
- Esposizione nell’ufficio del terapeuta, in un setting di completa privacy.
La crisi causata dal Coronavirus potrebbe segnare il decisivo sviluppo della realtà virtuale.
Potrà diventare un mezzo di massa e di utilità sociale, uno strumento finora confinato come oggetto di divertimento ad una ristretta cerchia di appassionati? Parrebbe che l’incremento dell’utilizzo della realtà virtuale per affrontare le fobie causate dalla pandemia, confermino questa tesi.
Come vengono trattate le fobie con la VR?
Attualmente, il trattamento delle fobie con queste nuove tecniche viene eseguito, non tramite la sola realtà virtuale, ma attraverso un utilizzo congiunto di Realtà Virtuale e Realtà Aumentata.
La persona viene esposta gradualmente alla stimolo della paura, in modo da poter adattare con precisione le terapie alle sue caratteristiche.
Attraverso l’esame e la registrazione delle risposte di ogni singola persona agli stimoli e alle esperienze proposte, è possibile incrementare un data base; che consentirà in futuro di individuare con più facilità, e in modo meno impattante per il paziente, la terapia da intraprendere.
Un centro che sperimenta questa tecnologia è il Virtual Reality Medical Center in California, che supporta diverse cliniche psicologiche, fornendo loro il supporto terapico, con la realtà virtuale, adatto ad affrontare una ampia gamma di fobie.
Per fortuna questa tecnologia non è utilizzata solo in America, ma anche in Europa sta prendendo piede; come ad esempio negli ospedali della rete britannica NHS e, in Italia, il network dell’Istituto Auxologico. Un istituto di ricovero e cura a carattere scientifico.
Se è vero che la pandemia ed i vari lockdown hanno generato nuove fobie, è anche vero che gli strumenti che gli psicoterapeuti hanno adesso a disposizione per affrontare tali disagi possono consentire di sperimentare nuove tecniche terapeutiche, impensabili solo pochi anni fa. Si prevede che l’utilizzo della realtà virtuale, in questo settore, aumenterà a livelli tali da diventare uno strumento indispensabile; il cui studio diventerà materia scolastica universitaria.
Fonti: Datamanager, La Stampa, Auxologico