Voyager 1 è una sonda spaziale esploratrice, il suo lancio è avvenuto il 5 Settembre 1977 ma ancora oggi raccoglie dati sulle regioni esterne del sistema solare. Nell’Agosto del 2012 la Voyager 1 ha oltrepassato l’eliopausa diventando il primo oggetto costruito dall’uomo ad uscire nello spazio interstellare.
“Voyager” è anche il titolo del nuovo album di DJ Myke e Gabriel, un album che vi farà esplorare un nuovo universo, un album che vi porterà a superare “l’eliopausa musicale” per portarvi in un viaggio infinito senza meta.
Vi ricordate la serie dell’anime “Galaxy Express 999”? Le immagini che accompagnano la bellissima sigla degli Oliver Onions?
Ecco io ascoltando il vostro album mi sono immaginato seduto su quel treno, guardando fuori dal finestrino.
Ho viaggiato facendo 16 soste, ognuna delle quali aveva un mondo tutto suo.
DJ Myke: “Lo dici a me se me la ricordo? Da pischello ero innamorato di Maisha (la protagonista femminile). Tra l’altro è dello stesso autore di “Harlock”: L. Matsumoto, che è uno dei miei preferiti. Basta vedere il mio logo e la mia label indipendente “Arcadia Records ”, un pirata tutto nero. Hai citato proprio la cosa giusta, l’intento era proprio quello del “viaggio”.”
Volevate creare anche questo effetto quando avete deciso di fare un album a quattro mani?
DJ Myke: “Io avevo questa idea da tempo, non lo abbiamo deciso durante la lavorazione. Avevo già svariati arrangiamenti musicali e l’idea del titolo e del concept dell’album.”
Gabriel: “Si può dire che l’effetto creato dall’album è stato creato col passare del tempo. Partendo dall’idea iniziale di Myke, ogni pezzo scritto e prodotto, una volta completato, ha dato vita ad una sorta di viaggio che risiede all’interno di ogni brano. Per me, l’effetto non è stato voluto direttamente ma è stato scaturito indirettamente durante la scrittura.”
Ho letto una dichiarazione di Myke dove diceva che preferiva il viaggio alla meta, che è il viaggio a caratterizzare le nostre vite. Con questo album non volete portare l’ascoltatore a una meta, però lo fate viaggare. Cosa vorreste che ammirasse dal finestrino?
DJ Myke: “Che cosa è la meta? La noia? La morte? Quando si arriva? Quando ci si sente realizzati? Realizzati da cosa? Bisogna viverle le cose, e non accontentarci di far credere agli altri che le viviamo. Almeno secondo me, è ovvio che stia tutto nel viaggio. La meta è un posto solo, nel viaggio possono essere una moltitudine. Nel portare gli ascoltatori alla “sicurezza” della riuscita “alfa” ci pensano gli altri. Io parlo a nome di chi fallisce, dietro i fallimenti ci sono le scoperte epocali.”
Gabriel: “È l’ascoltatore stesso a decidere le tappe e la meta finale, noi abbiamo solo dato l’input per farcelo arrivare. È comunque possibile che l’ascoltatore non parta per nessun tipo di viaggio, dipende tutto da lui, se si rispecchia nelle tappe, se le comprende e se le apprezza.”
L’album è pieno di citazioni. Nelle strumentali sono presenti campionamenti tratti dal mondo cinematografico e quello musicale (The Chemical Brothers, The Crystal Method, The Prodigy, Queen ecc. ); ma anche i testi svelano una ricerca profonda, con i molti riferimenti letterari e filosofici. Pensate possa essere di stimolo all’ascoltatore un album così elaborato?
DJ Myke: “No. Ma non mi interessa, non voglio insegnare nulla a nessuno, vorrei che le persone avessero pensieri e scelte meno condizionate. Credo, però, che sia utopia pura la mia, per me elaborare significa divertirmi, creare, ricercare, scrivere, suonare, insomma produrre. Trovo inutile ripetere alla nausea cose già fatte (come avviene ora in Italia), strizzare il limone fino a che c’è succo, cavalcare l’onda. Ecco io ‘sta roba nella produzione musicale, nella creatività in generale, la odio proprio. Le regole che si sono stabilite oggi sono pressoché ridicole, siamo tutti “official page“. Le citazioni e la ricerca, piacciano o meno, se non ci fossero non sarebbe un mio album. Per avere una sorta di carattere musicale forte ho sputato letteralmente sangue.”
Gabriel: “Spero che possa essere da stimolo per l’ascoltatore al fine di far capire quanto è importante far scaturire un ideale alle persone che ti ascoltano. Tutto ciò però non è detto che accada, visto che ultimamente (e sottolineo che non è una cosa sbagliata) le persone tendono ad affrontare il dolore con il divertimento, piuttosto che combattere il dolore con il dolore. “Voyager” è un album che ha poco divertimento e tanto dolore, quindi potrà essere da stimolo solo per quest’ultimi, ma comunque non vorrei essere l’insegnante di nessuno, tutti hanno più esperienza di me. Se dovessi decidere opterei per essere un accompagnatore ed un consigliere.”
Stiamo vivendo un momento storico surreale, il settore musicale, come tantissimi altri, ha subito un duro colpo. Credete che uno dei modi per risollevarsi sia questo? Facendo un album Rap complesso che non ha nulla a che fare con la maggioranza della musica usa e getta che va tanto di moda ai giorni nostri?
DJ Myke: “No, ripeto, non è un album che deve salvare qualcosa. I salvatori della scena o della musica italiana sono altri. Non è complesso, soprattutto se, come dicevo prima, sta uscendo come dici musica usa e getta, e non è proprio solo un problema di chi la fa. Un po’ come Salvini, è solo lui stronzo o magari un pelo di responsabilità sta anche in quel 30% di chi lo vota? Parliamoci chiaro: a noi italiani piace molto “non muovere un neurone”, il divano e le pantofole ci piacciono. Questo per dire che ci piace molto farci imboccare nelle scelte dal gregge e prendersela con qualcuno, avere un colpevole quando le cose vanno male. Il tutto poi ha conseguenze, li vediamo tutti i giorni i milioni di problemi, ma tanto fino a che da noi la parola “cultura” equivale a “che noia” stiamo messi così: calcio e cenone di Natale, e guai a chi ce li tocca, anche se fosse una mutazione di “Alien”.”
Gabriel: “Non importa il periodo che stiamo vivendo, la musica in generale serve sempre per risollevarsi da qualcosa nonostante il periodo, quindi credo che serva sempre, indipendente da un fattore esterno. Credo che il termine “usa e getta” sia molto soggettivo, la musica spazzatura c’è sempre stata. Sta a noi promuoverla o meno, la musica in generale è sempre stata usa e getta, non importa quanto la si usa o quando la si getta, prima o poi succederà. Ciò però non significa che la musica moderna sia brutta, semplicemente sfrutta i canoni richiesti dalla società per ottenere un guadagno e personalmente non ci vedo nulla di male.”
Il brano “F.R.E.S.H.” è presente in Keep Playin’, la Radio Rap Playlist di Goldworld.