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NON HO PENSATO, HO SOLO AGITO
Writing

Spray Wars | Kreso



Spray Wars è una rubrica di articoli che hanno come obbiettivo quello di documentare il Writing.
Questa rubrica non vuole incentivare il fenomeno ma si limita a documentare quella che ormai è un’espressione culturale diffusa in tutto il mondo.

Spray Wars is a column of articles that aim to document the Writing.
This column does not want to encourage the phenomenon, but limits itself to documenting what is now a cultural expression widespread all over the world.

Spray Wars es una columna de artículos que tienen como objetivo documentar el Writing.
Esta columna no quiere fomentar el fenómeno, sino que se limita a documentar lo que ya es una expresión cultural extendida por todo el mundo.

Spray Wars | Kreso

Cosa ti ha fatto iniziare a dipingere?

Ciao!
Direi i graffiti stessi, quelli degli altri, di chi c’era prima di me, questo è il motivo che mi ha spinto ad iniziare.

Sono cresciuto in una piccola realtà di provincia in Toscana, in cui da metà degli anni ’90 si è iniziato a vedere qualche scritta sui muri (perlopiù messaggi di natura socio-politca) ma dove effettivamente a distanza di 25 anni possiamo constatare che il fenomeno dei graffiti non abbia attecchito in misura particolare e dove non si è formata una scena locale salvo qualche meteora che nel tempo ha deciso di smettere o di spostarsi.
Ho avuto comunque la fortuna di iniziare a viaggiare sin da bambino, i tour per le grandi capitali europee sono stati fonte d’ispirazione; mi è sempre piaciuto disegnare, e l’idea di poterlo farlo liberamente su qualsiasi superficie mi ha incuriosito fin da subito.

Alle scuole medie ho poi fatto amicizia con una ragazza il cui cugino maggiore era in una crew locale composta da writers e breakers, così ho iniziato a fare le prime tags su carta.
Rimaneva il problema di capire come reperire il giusto materiale per scrivere in giro ed i posti adatti per farlo.

Ho iniziato con un tratto marker su un muro rivestito di travertino lungo il tragitto da casa a scuola.
Ho scritto “Noef”, in onore dei mitici NO-FX, erano i primi 2000 ed il Punk era un must.
Da lì al mio primo pezzo in una scuola abbandonata sono passati un paio d’anni e dopo qualche tentativo ho scelto il nome che mi accompagna da una vita, Kreso.

Nel 2002 scaricai una cartella da Emule contenente 3000 foto di pannelli tedeschi, quella e le poche altre fonti del web come fatcap.org o il mitico Dirty Hands 2 (che era appena uscito) sono state le mie uniche risorse e fonti d’ispirazione per lungo tempo.

What made you start painting?

Hi!
I would say the graffiti themselves, those of others and those who existed before me; this is the reason that prompted me to start.

I grew up in a small provincial reality in Tuscany, where in the mid-90s we started to see some writings on the wall (mostly messages of socio-political nature), but after 25 years we can see that graffiti phenomenon has not taken root in a particular way; a local scene has never formed, apart from a few meteor that over time have decided to stop or move.
However, I was lucky enough to start traveling ad a child, the tours to the great European capitals were a source of inspiration. I have always liked to draw, and the idea to being able to do it freely on any surface intrigued me right away.

In middle school I made friends with a girl, whose cousin was in a local crew, made up of writers and breakers; that’s how I started making the first tags on paper.
There remained the problem of figuring out how to find the right material to write around, and look for the right places to do it.

I started with a marker on a wall on the way from home to school. I wrote “Noef”, in honor of the legendary NO-FX (it was the early 2000s, and punk was a must).
A couple of years passed from there to my first piece in an abandoned school.
Later, after a few attempts, I chose the name that has accompanied me for a lifetime, Kreso.

In 2002, I downloaded a folder from Emule containing 3000 photos of German panels; that and the few other sources on the web such as fatcap.org or the legendary Dirty Hands 2 (which had just been released) have been my only resources and sources of inspiration for a long time.

¿Qué te hizo iniciar a pintar?

¡Hola!
Diría los mismos graffitis, los de otros, los de quien estaba antes de mí, ese es el motivo que me hizo entrar.

Crecí dentro de una pequeña realidad de provincia en toscana en la cual, a mediados de los años ´90, se comenzaron a ver escritas en los muros (en su mayoría mensajes de naturaleza sociopolítica) pero donde, efectivamente en 25 años, podemos constatar que el fenómeno del graffiti no hechó raíces de manera particular y donde no se formó ningún escenario local salvo algún meteoro que con el tiempo decidió dejarlo o mudarse.
De todos modos, tuve la fortuna de viajar desde que fui pequeño, el tour por las grandes capitales europeas fueron mi fuente de inspiración; siempre me gustó dibujar y la idea de hacerlo deliberadamente en cualquier superficie me llamó la atención desde el inicio.

Después, en la escuela media, entable amistad con una chica de la cual el primo mayor formaba parte de una crew local, compuesta por writers y breakers y así empecé a hacer mis primeros tags en papel.
Quedaba el problema de entender cómo encontrar el material adecuado para escribir y los lugares adecuados para hacerlo.

Empecé con un marcador sobre una pared empedrada en el camino a casa de la escuela. Escribí “Noef”, en honor a los míticos NO-FX, era inicios de los 2000 y el punk lo era todo.
De allí a mi primera obra en una escuela abandonada pasaron un par de años y después de algunos intentos, elegí el nombre que me acompaña desde hace ya tanto, Kreso.

En el 2002 descargué una carpeta de Emule que contenía 3000 fotos de paneles alemanes, aquella y las otras pocas fuentes en la web como fatcap.org o el mítico Dirty Hands 2 (que había apenas salido) fueron mi única fuente de inspiración por un largo tiempo.

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Cosa ti spinge a scrivere il tuo nome?

Eh… bella domanda! I motivi sono così tanti che davvero non saprei da dove iniziare; prima di tutto direi l’ossessività compulsiva e un po’ il perfezionismo.

Uno dei motivi principali sicuro è l’adrenalina che mi dà scrivere, la soddisfazione che si prova nel chiudere una manovra ben studiata. Alcune sensazioni innate che proviamo nello scrivere e nel disegnare sono comuni a molte discipline differenti così come il senso della proporzione; avvengono a livello inconscio ed è difficile codificarle; a mio avviso ci sono alcuni movimenti che riescono a rappresentare la natura stessa nella sua complessità.

La composizione tra pieni e vuoti, l’armonia degli spazi, delle forme e dei colori, sono fattori affini a molte discipline, anche a quelle che col disegno hanno meno a che vedere. Si pensi allo Yoga o al Tai Chi, o allo skate e lo snowboard; esistono sequenze codificate di movimenti che non siamo ancora in grado di spiegare ma che ci permettono di raggiungere determinati stati e risultati.

Ci sono inoltre alcune componenti e sensazioni, penso comuni a molti grafomani e “graffitomani”, che mi spingono ad una ricerca continua: la foga che si prova nel vedere il proprio nome girare su metallo, o presenziare all’angolo di una strada o su un cassonetto, coltivando quell’innato senso di egocentrismo che ci contraddistingue come invasati cronici di un circolo esclusivo nel quale solo noi ci riconosciamo e del quale solo noi conosciamo le regole.

Posso dire dopo 20 anni di poter scrivere ad occhi chiusi, il movimento è meccanizzato e interiorizzato alla perfezione tanto da non riuscire a smettere di riprodurlo, è memoria muscolare e frenesia combinata.

What makes you write your name?

Oh… good question! The reasons are so many that I really don’t know where to start. First of all I would say compulsive obsessiveness and a little bit of perfectionism.

One of the main reasons is certainly the adrenaline that writing gives me, the satisfaction that comes from closing a well-studied piece. Some innate sensations we experience in writing and drawing are common to many different disciplines, as is the sense of proportion; they occur unconsciously and it is difficult to encode them. In my opinion, there are some movements that manage to represent nature itself in its complexity.

The composition between solids and voids, the harmony of the spaces, shapes and colors, are factors similar to many disciplines, even those that have less to do with drawing. Think of Yoga or Tai Chi, or skateboard and snowboard; there are coded sequences of movements that we are not yet able to explain, but which allow us to reach certain states and results. 

There are, moreover, some components and sensations (I think common to many graphomaniacs and graffiti addicts), which push me to a continuous research: the enthusiasm you feel in seeing your name turn on metal, or attend a street corner or on a dumpster; these sensations cultivate that innate sense of self-centeredness that distinguish us as members of an exclusive circle, in which only we recognize ourselves and of which only we know the rules.

I can say, after 20 years, that I can write with my eyes closed; the movement is mechanized and internalized to perfection so much that I cannot stop reproducing it. Muscle memory and frenzy are combined.

¿Qué te hace escrivir tu nombre?

Eh… Buena pregunta! Los motivos son tantos que en verdad no sabría por donde empezar; antes que nada, diría que la obsesividad compulsiva y un poco el perfeccionismo.

Uno de los motivos principales seguramente es la adrenalina que me da el trazar, la satisfacción que se siente al cerrar una maniobra bien estudiada. Algunas sensaciones innatas que sentimos escribiendo y dibujando son comunes en muchas otras disciplinas como el sentido de la proporción; suceden inconscientemente y son difíciles de codificar; para mí hay algunos movimientos que logran representar la naturaleza misma en su complejidad.

La composición entre lleno y vacío, la armonía de los espacios, de las formas y colores, son factores afines a muchas disciplinas; aún con aquellas que no tienen nada que ver con el diseño. Si piensas en el yoga o el tai chi, o el skate y el snowboard, hay secuencias codificadas de movimientos que no estamos en grado de explicar, pero que nos permiten llegar a determinados estados y resultados.

Hay además algunos componentes y sensaciones, pienso comunes a muchos grafómanos y “graffitómanes”, que me impulsan a una búsqueda continua: el fervor que se siente al ver tu nombre circular en metal o encontrarlo en una esquina o en un contenedor de basura; cultivando ese innato sentido de egocentrismo que nos contra distingue como poseídos crónicos de un círculo exclusivo en el cual solo nosotros nos reconocemos y del cual solo nosotros conocemos las reglas.

Puedo decir después de 20 años de poder escribir con ojos cerrados, el movimiento es mecanizado e interiorizado a la perfección al punto de no poder dejar de reproducirlo; es memoria muscular y frenesí combinado.

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Qual è la volta che hai rischiato di più?

I graffiti sono una disciplina impegnativa e allo stesso tempo rischiosa. Il rischio è sempre alle porte, ma non parlo di rischi legali e basta.

Quello più grosso è stato talvolta quello di dedicare troppo tempo ed energie ad una passione che porta ad emarginarsi dalla società, dalla propria famiglia, e dai propri cari; il rischio di perdere tempo dietro a cose che non sono né comprese né accettate dalla stragrande maggioranza delle persone.
Non sono le uniche passioni che coltivo che connotano questo tipo di natura, e per quanto possa averle considerate appaganti hanno comunque costituito un rischio e un fattore di stress. 

Se vogliamo invece parlare di rischi reali, beh ho rischiato di farmi male, di prendere le manganellate, ho rischiato un processo in direttissima; l’unica cosa che non ho mai rischiato però è di essere vittima degli altri, dei loro schemi, e del loro giudizio.

Solitamente i graffitari tendono a mentire riguardo alle storie sulle loro catture e sventure, ho letto un sacco di interviste in cui la gente si dichiara incensurata, tanto furba da stare al di sopra della legge, ma che invece colleziona condanne e processi decennali.

È una questione di probabilità, più fai, più hai modo di fallire; certo, l’esperienza aiuta a evitare i pericoli, ma credo che chi dipinge tanto e da lungo tempo abbia per forza corso dei rischi seriamente.
I graffiti esistono apposta per creare problemi, sono un fenomeno di ribellione e denuncia nei confronti dei mali della società, se non rischi di creare/crearti problemi allora non stai facendo graffiti.

When you risked the most?

Graffiti is a demanding and at the same time risky discipline. The risk is always around the corner, but I’m not talking only about legal risks.

Sometimes, the biggest risk has been devoting too much time and energy to a passion that leads to marginalization from society, from family and friends; I risk wasting time on things that are neither understood nor accepted by the majority of people. They are not the only passions I cultivate that connote this type of nature, and although I may have considered them satisfying, they have nevertheless constituted a risk and a stress factor.

If we want to talk about real risks.. well.. I risked getting hurt, I risked being beaten and I risked a very straightforward trial; however, the only thing that I have never risk is being a victim of others, of their patterns or their judgments.

Graffiti artists usually tend to lie about their stories of their catches and misfortunes; I have read a lot of interviews where people declare themselves clean, smart enough to be above the law, but instead collect ten-years sentences and trials.

It’s just a question of probability.. the more you do, the more you have the chance to fail; of course, experience helps to avoid dangers, but I believe that those who have been painting for a long time have necessarily taken serious risk. Graffiti exists on purpose to create problems. They are a phenomenon of rebellion and denunciation of the society in which we live; if you don’t risk making/creating problems, well.. you are not doing graffiti.

¿Cuál ha sido la vez que has estado en mayor riezgo?

El graffiti es una disciplina exigente y al mismo tiempo riesgosa. Los riesgos son siempre al acecho y no hablo solo de problemas legales y ya.

El mayor riesgo ha sido a veces él de dedicar demasiada energía y tiempo a una pasión que conduce a la marginación de la sociedad, de la misma familia y de los seres queridos; me arriesgo a perder el tiempo en cosas que la gran mayoría de la gente no entiende ni acepta. No son las únicas pasiones que cultivo de este tipo de naturaleza, y por mucho que las considere satisfactorias, constituyeron un gran factor de riesgo y de estrés.

Si queremos hablar, por otra parte, de riesgos reales, bueno corrí el riesgo de lastimarme, de que me golpearan, que me procesaran; Sin embargo, lo único que jamás he arriesgado es ser víctima de los demás, de sus patrones y de su juicio.

Por lo general, los graffiteros tienden a mentir sobre sus capturas y desgracias, he leído muchas entrevistas en las que la gente se declara incensurada, tan astutas como para estar por encima de la ley, pero que en cambio, coleccionan condenas y juicios desde hace años.

Es una cuestión de probabilidad, más lo haces, más formas tienes de caer; claro, la experiencia te ayuda a evitar los peligros, pero creo que quien pinta tanto y por tanto tiempo, tiene que haber pasado riesgos seriamente. Los graffitis existen con el propósito de causar problemas, son un fenómeno de rebelión y denuncia en contra de los males de la sociedad, si no te arriesgas a crear/crearte problemas entonces no estás haciendo graffiti.

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Quale azione ti ha soddisfatto di più?

Difficile elencarne una in particolare: le azioni in banda, e2e e Whole Car, i tag tour degli interni dei 353 con Rima e Push se dovessi pensare alla mia “infanzia”.

Se penso invece alla mia “seconda giovinezza”, sicuramente i giorni in Bay Area passati con Lead e le nostre compagne, i tunnel della metro di Parigi con Dystur, e in generale le passeggiate con gli amici con cui condivido la mia stessa passione.

Mi piace camminare e adoro scrivere, quando viaggio ho Maps in una mano e il marker nell’altra, il risultato sono Km e tags, sono contento in età adulta di aver trovato alcune care compagnie con cui continuare a coltivare questa passione, siamo pochi ma buoni e anche a queste persone sono rimasto estremamente legato e ci consideriamo parte della stessa grande famiglia.

Which action satisfied you the most?

Difficult to list one in particular: company shares, e2e and Whole Car; the tag tour of the interiors of 353 with Rima and Push, if I had to think about my “childhood”.

If I think of my “second youth”, certainly the days in Bay Area spent with Lead and our girlfriends, the tunnels of the Paris metro with Dystur and, in general, the walks with friends with whom I share this passion.

I like to walk and I love to write, when I travel I have Maps in one hand and a marker in the other; the result is kilometers of tags. I am happy, in adulthood, to have found some dear companies with which to continue to cultivate this passion; we are few, but good, and also to these people I have remained extremely attached and we consider ourselves part of the same big family.

¿Qué acción te ha satisfecho más?

Es difícil elegir una en particular: las obras en grupo, e2e y Whole Car, el tag tour de los internos del 353 con Rima y Push si tuviese que pensar en mí “infancia”.

Si pienso, por otra parte, en mí “segunda juventud”, seguramente serian los días en Bay Area que pase con Lead y nuestras compañeras, los túneles del metro de París con Dystur y en general, los paseos con amigos con los que comparto mi misma pasión.

Me gusta caminar y adoro escribir, cuando viajo tengo Maps en una mano y un marcador en la otra, el resultado son km y tags, soy feliz, ya en la edad adulta, de haber encontrado buenas compañías con las que seguir cultivando esta pasión, somos pocos, pero buenos y me he mantenido muy apegado a estas personas con las que nos consideramos de una misma gran familia.

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Raccontaci un aneddoto dalla tua esperienze personale.

Tra il 2018 e il 2019 prima di tutto il patatràc pandemico ho girato a dx e sx un po’ per piacere, un po’ per lavoro; ecco, se dovessi fare riferimento ad un aneddoto relativo al mio percorso vi direi di far caso a quel periodo, qui ci sono un po’ di foto tags, pezzi, tele così date un occhiata.

Tell us an episode of your personal experience.

Before the pandemic, between 2018 and 2019, I traveled a lot, a little for pleasure and a little for work; well, if I had to refer to an anecdote relating to my path, I would tell you to pay attention to that period. Here there are some photos of tags, pieces and canvas. Just take a look!

Cuéntanos una anecdota, alguna experiencia personal tuya.

Entre el 2018 y el 2019 antes de todo esta locura pandemica di vueltas por aquí y por allá un poco por placer, otro tanto por trabajo; ya, si tuviese que hacer referencia a una anécdota relativa a mi recorrido les diría que vayan a ese periodo, del cual hay algunas fotos, tags, piezas, telas así le dan una ojeada.

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Kreso x Gold

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Ringrazio Pietro per aver dedicato tempo a questa intervista e saluto il Team della Gold che come sempre supporta e promuove la scena; e siccome tutti sappiamo come sia difficile emergere dalla nostra scena locale, il vostro lavoro per me vale il doppio. Grazie davvero regaz! 
Un saluto 
Kreso Erg

I thank Pietro for taking time for this interview and I greet the Gold Team, which as always supports and promotes the scene; as we all know how difficult it is to stand out from our local scene, your work is worth double to me. Thank you so much boyz!
A greeting 
Kreso Erg

Agradezco a Pietro por haber dedicado tiempo a esta entrevista y saludo al Team de Gold que como siempre apoya y promueve la escena; y como todos sabemos lo difícil que es emerger de nuestra escena local, su trabajo para mi vale el doble.
¡En verdad gracias, chicos!
Un saludo
Kreso Erg


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