Touching Absence (2022)
Si tende a pensare che l’assenza sia immateriale dimenticando che essa per essere percepita richiede l’accesso alle proprie memorie fisiche ed emotive. Di fatto non ci può mancare ciò che non conosciamo o non ricordiamo.
Touching Absence è il secondo capitolo di avvicinamento al tema dell’assenza, dopo Dealing with Absence (assenza come distanza), adesso esploreremo l’ assenza come relazione. Il progetto si concluderà con Embodying Absence, ultimo step è un processo di ricerca e accettazione dell’assenza come stato interiore.
Il progetto adesso, dopo aver dato vita a un film, intende prendere la forma ibrida di performance/ installazione dal vivo, e ha visto il primo step nel dicembre 2021 nell’ambito di Hyper Art Festival al PARC Performing Art Research Centre (FI).
E’ venuto infatti spontaneo con il ritorno a una vita in presenza costatare come l’assenza e l’isolamento ancora ci circondino, diventando stato interiore costante. E da qui la domanda: come si interagisce fisicamente con una persona isolata che si trova accanto a noi?
Il visore di Realtà Virtuale diventa quindi strumento per sperimentare un altrove, per portare il corpo in uno stato di immersione in un’altra realtà, lasciando a noi che lo osserviamo la domanda: ma noi che siamo qui in che relazione possiamo metterci rispetto a questo corpo e rispetto all’esperienza che sta facendo?
Se in un tempo passato il cinema era esperienza collettiva, veniva vissuto in una sala simile a un teatro lo schermo era lontano e molto grande, non possiamo non costatare il progressivo avvicinamento degli schermi al corpo: la televisione che rende la fruizione dello schermo familiare, fino al cellulare e al visore che rendono la fruizione sempre più personale e isolata. Tale isolamento lascia emergere una vulnerabilità e una precarietà di questi corpi, assenti ai nostri occhi, in realtà presenti altrove.
Il progetto si propone dunque di indagare le dinamiche fisiche di relazione tra questi due stati, chi è altrove e chi invece è qui, alla ricerca di una possibile relazione fisica che apra nuove possibilità di
ascolto, chiedendosi senza giudizio, di cosa ha bisogno un corpo assente? Di un legame con il qui e ora o forse di potersi lasciare andare per viaggiare completamente nell’altrove?
Touching Absence (2022)
Si tende a pensare che l’assenza sia immateriale dimenticando che essa per essere percepita richiede l’accesso alle proprie memorie fisiche ed emotive. Di fatto non ci può mancare ciò che non conosciamo o non ricordiamo.
Touching Absence è il secondo capitolo di avvicinamento al tema dell’assenza, dopo Dealing with Absence (assenza come distanza), adesso esploreremo l’ assenza come relazione. Il progetto si concluderà con Embodying Absence, ultimo step è un processo di ricerca e accettazione dell’assenza come stato interiore.
Il progetto adesso, dopo aver dato vita a un film, intende prendere la forma ibrida di performance/ installazione dal vivo, e ha visto il primo step nel dicembre 2021 nell’ambito di Hyper Art Festival al PARC Performing Art Research Centre (FI).
E’ venuto infatti spontaneo con il ritorno a una vita in presenza costatare come l’assenza e l’isolamento ancora ci circondino, diventando stato interiore costante. E da qui la domanda: come si interagisce fisicamente con una persona isolata che si trova accanto a noi?
Il visore di Realtà Virtuale diventa quindi strumento per sperimentare un altrove, per portare il corpo in uno stato di immersione in un’altra realtà, lasciando a noi che lo osserviamo la domanda: ma noi che siamo qui in che relazione possiamo metterci rispetto a questo corpo e rispetto all’esperienza che sta facendo?
Se in un tempo passato il cinema era esperienza collettiva, veniva vissuto in una sala simile a un teatro lo schermo era lontano e molto grande, non possiamo non costatare il progressivo avvicinamento degli schermi al corpo: la televisione che rende la fruizione dello schermo familiare, fino al cellulare e al visore che rendono la fruizione sempre più personale e isolata. Tale isolamento lascia emergere una vulnerabilità e una precarietà di questi corpi, assenti ai nostri occhi, in realtà presenti altrove.
Il progetto si propone dunque di indagare le dinamiche fisiche di relazione tra questi due stati, chi è altrove e chi invece è qui, alla ricerca di una possibile relazione fisica che apra nuove possibilità di
ascolto, chiedendosi senza giudizio, di cosa ha bisogno un corpo assente? Di un legame con il qui e ora o forse di potersi lasciare andare per viaggiare completamente nell’altrove?