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Cinema

I film che ho visto in sala nel 2023



Anche questo anno cinematografico, nonostante tutto, non è stato affatto male.
Si ok, lo sciopero degli sceneggiatori e degli autori ha postposto l’uscita di molti titoli e sicuramente ne ha compromessi altri, ma almeno il mio rapporto con la sala, che comunque aveva subito il colpo del Covid, si è riequilibrato. Tra i miei sforzi costanti di andarci almeno una volta a settimana e i vari festival a cui ho avuto la fortuna di partecipare, ho visto in sala almeno un centinaio di film, di cui alcuni davvero fenomenali.


Iniziamo con il solito listone:

Il corsetto dell’Imperatrice di Marie Kreutzer
Ecco, questo non è uno di quelli fenomenali. La storia delle turbe dell’imperatrice Sissi che si ritrova quarantenne a fare i conti con il tempo che passa. Piuttosto noioso per i miei gusti.

Shame di Steve McQueen
Film già considerato classico dopo appena un decennio dalla sua uscita, che non avevo ancora visto. Noto soprattutto per “la minchia di Fassbender”, in realtà è un grandissimo film sulle dipendenze.
Dopo averlo recuperato mi sento di poter dire che è uno di quei film che vanno visti.

Principi e Principesse di Michel Ocelot
Altro recupero di un classico moderno, stavolta dell’animazione, restaurato da La Cineteca di Bologna.
Film ad episodi che definisce lo stile visivo di Ocelot. Ci ho portato Iris ed è stata piuttosto soddisfatta.

Close di Lukas Dhont
Film di formazione tanto bello quanto doloroso, sul rapporto ancora da definire tra due ragazzini che viene compromesso proprio nel momento in cui qualcuno cerca di definirlo.
Il primo colpo di fulmine cinematografico dell’anno.

M3gan di Gerard Johnstone
Un po’ rivolta dei robot, un po’ bambola assassina, un po’ in linea con il tema dell’anno, ovvero l’intelligenza artificiale.
È un filmetto, ma mi ha divertito un sacco, sebbene si tratti dell’ennesimo horror che non fa paura, ma come fanta-thriller sta in piedi.

Babylon di Damien Chazelle
Eccolo. Il mio film del cuore del 2022 che purtroppo è uscito in sala solo nel 2023. Un film metacinematografico con una mezz’ora iniziale fenomenale.
Odiato da tantissimi, ha floppato malissimo sia in patria che a livello internazionale (tanto che è stato praticamente ignorato agli Oscar, nonostante meritasse almeno sei o sette nomination), ma per me rimane una delle più belle lettere d’amore verso la Settima Arte.
Ne ho parlato qui.

Bice Lazzari – Il Ritmo e Ossessione di Manfredi Lucibello
Documentario dell’amico Manfredi che racconta della lotta per la propria affermazione da parte di una pittrice del novecento durante gli anni del fascismo.
Interessante l’espediente narrativo di inserire Benedetta Porcaroli come Virgilio che accompagna lo spettatore durante questo viaggio esplorativo.

Aftersun di Charlotte Wells
Il 2023 è stato sicuramente l’anno delle registe, come vedremo anche più avanti.
Questo Aftersun è fenomenale. Il racconto flashback dell’ultimo viaggio tra un padre ed una figlia adolescente che fa rifare i conti alla nostra protagonista con il ricordo che aveva di lui e con le sue insicurezze.
Un altro film molto doloroso, ma decisamente uno dei film più belli di questa annata, con una grandissima interpretazione di Paul Mescal (candidato all’Oscar come miglior attore protagonista).

Domino 23 – Gli ultimi non saranno i primi di Il terzo segreto di satira
In realtà, purtroppo, non si tratta del nuovo film de Il terzo segreto di satira (che a mio avviso sono gli unici “usciti dal web” che hanno fatto un film veramente riuscito), ma della nuova versione di Domino, il progetto uscito su YouTube l’anno precedente, composto da episodi che si incastravano l’uno con l’altro in modo geniale.
Questa nuova opera ha seguito un processo distributivo più particolare, nel senso che è stato accompagnato in sala in tutta Italia dai registi, per poi finire sul web qualche mese dopo (quindi ora disponibile per tutti).
Beh, c’è poco da dire. Sono davvero bravissimi e anche quest’ultimo lavoro ne è la dimostrazione.

Gli Spiriti dell’Isola di Martin McDonagh
Il suo film precedente, Tre manifesti ad Ebbing, Missouri, era stato per me un colpo di fulmine. Uno di quei film che ti fanno ancora innamorare di più del Cinema. E la sfiga ha voluto che me lo perdessi a Venezia (con tutto il resto del festival), quindi sono arrivato a vederlo con delle aspettative così alte che non potevano che essere disattese.
In realtà però il film è così ben fatto, ben interpretato e, come nei suoi film precedenti, con il giusto equilibrio tra dramma e commedia, che non ho potuto far altro che amarlo.
È uno di quei film che si prestano a tante letture, forse la più esplicita è quella del parallelo tra le “due Irlande” che da un giorno all’altro sono diventate nemiche, ma non è solo questo.
Un film scritto talmente bene che non può far altro che restare.
Da vedere assolutamente.

Knock The Cabin di M. Night Shyamalan
Il mio rapporto con Shyamalan è sempre stato positivo, nonostante qualche film che ho trovato davvero indigesto come il precedente Old, ma era davvero da tanto che non mi faceva divertire come ha fatto con questo thriller orroreggiante a tinte cristologiche, trattato però in modo così pop da non risultare immondo come “La mossa del diavolo” o “Left Behind”, anzi.
Consigliato!

Decision to leave di Park Chan-wook
Filmone! Un thriller sentimentale, forse non gigantesco come Madamoiselle o la trilogia della vendetta, ma decisamente un filmone, con alcune idee registiche che non possono che rimanere impresse.
Da vedere assolutamente.

Broker – Le buone stelle di Hirokazu Kore’eda
Decisamente un buon film, ancora una volta sul concetto di famiglia atipica, tema ricorrente nella filmografia di Kore’da.

TÀR di Todd Field
Questo film è pazzesco! Racconta la storia della direttrice di orchestra Lydia Tàr che abusa della sua posizione di potere.
La cosa più interessante del film è come ribalta al femminile la questione del #metoo, offrendo quindi anche un punto di vista più spostato sul tema del potere che su quello del genere.
Veramente grandioso.

Ant-Man and the Wasp: Quantumania di Peyton Reed
Doveva succedere ed è successo: un film della Marvel così cringe ed indifendibile che non ho nessuna voglia di rivedere.
Come ho detto più volte considero il Marvel Cinematic Universe qualcosa che fruisco in modo diverso dal resto del cinema, proprio perché sono il target perfetto per questo tipo di prodotto, in quanto sono un fan sfegatato della Marvel cartacea (che considero un genere a sé rispetto al fumetto supereroistico), quindi sono sempre molto permissivo e con una sospensione dell’incredulità particolarmente generosa quando guardo una pellicola di questa macrosaga, ma stavolta è veramente difficile salvare qualcosa. È davvero inguardabile. Direi che si può riassumere tutto nell’immagine del M.O.D.O.K. che ci è toccato in questo MCU.
Peccato.

Epic Tails di David Alaux, Eric Tosti, Jean-François Tosti
Filmino per bimbi che ho visto con Iris ambientato nell’antica Grecia, ma dal punto di vista degli animali.
Carino ma niente di più.

Holy Spider di Ali Abbasi
Altro filmone dal regista del bellissimo Border, stavolta ambientato in Iran, che racconta benissimo la condizione della donna nella società persiana, attraverso un thriller che narra le indagini da parte di una investigatrice alla ricerca di un serial killer di donne, appunto.
La scena finale non può che rimanere scolpita nella mente e nel cuore dello spettatore.
Ottimo!

Marcel the Shell with shoes on di Dean Fleischer-Camp
Grandissimo film in tecnica mista, tra film e stop motion, realizzato sotto forma di documentario. È la storia di una conchiglia che indossa delle scarpe da ginnastica e che si ritrova a condividere la casa con un filmmaker.

Titanic di James Cameron
Che dire? Un film incredibile che a distanza di venticinque anni non sembra invecchiato di un giorno.
Uno di quei film per cui si può sprecare l’aggettivo Capolavoro senza umiliarsi.

The Whale di Darren Aronofsky
Il film che ha (giustamente) rilanciato la carriera di Brendan Fraser dopo anni di depressione e lo fa raccontando il rapporto tra un uomo obeso, giunto a pochi passi dal capolinea della sua vita, e sua figlia, arrabbiata con lui per la sua condizione, nata in seguito ad un evento sconvolgente.
Il film è tutto ambientato in una stanza, il luogo dove si è isolato il nostro protagonista, ma emerge fin da subito quanto lui sia intrappolato più che altro nel suo corpo e nella sua mente piuttosto che in uno spazio.
Performance incredibile che è valsa l’Oscar come Miglior Attore Protagonista al buon Brendan.

L’innocente di Louis Garrel
Un piccolo film diretto ed interpretato da Louis Garrel, molto piacevole, sul rapporto conflittuale tra lui e sua madre nato dalla volontà di lei di sposare un uomo appena uscito di galera.
Carino.

Mixed by Erry di Sidney Sibilla
Premesso che mi piace molto come autore e regista, credo che questa sia la sua opera migliore.
La storia dei fratelli Attanasio che, negli anni ottanta, costruirono un impero copiando e vendendo musicassette piratate in tutta Italia.
Il film è curatissimo in tutto e la scelta di usare quasi esclusivamente volti inediti del panorama cinematografico italiano è assolutamente vincente, perlomeno dal punto di vista narrativo.
Bellissimo!

Scream VI di Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett
Personalmente vivo Scream come una saga divertente che, bene o male, riesce sempre ad intrattenermi e divertirmi. Sicuramente non tra i capitoli più memorabili (il precedente su tutto il tema del requel mi aveva convinto molto di più), ma porta a casa il risultato.

Everything Everywhere All at Once di Daniel Kwan e Daniel Scheinert 
Film decisamente rigettato dai cinefili, ma ultra-premiato agli Oscar (sette statuette).
Per me è bellissimo e assolutamente imperdibile, perché va in una direzione totalmente nuova rispetto al resto dell’industria cinematografica e attinge da tutti i media che, lo si voglia o meno, stanno condizionando il nostro modo di leggere l’arte e la realtà.
Ne ho parlato meglio qui.

Empire of Light di Sam Mendes
Non è affatto un brutto film, anzi avrebbe proprio tutti gli ingredienti che piacciono a me (una storia d’amore ambientata in un cinema), ma non mi ha lasciato molto.
Non mi sento neanche di sconsigliarlo però.

L’ultima notte di Amore di Andrea Di Stefano
Forse il più bel film italiano dell’anno, sicuramente quello più esportabile.
Un noir tesissimo con un bravissimo Pierfrancesco Favino ed una strepitosa Linda Caridi.
Da vedere assolutamente.

As Bestas di Rodrigo Sorogoyen
Film clamoroso. O forse potremmo dire quasi due film clamorosi, perché a metà diventa proprio una cosa diversa, quasi con un registro visivo opposto a quanto visto fino a quel momento. Narra la storia di una coppia di francesi trasferiti in Spagna per realizzare un agriturismo sostenibile in un paesino di campagna poco incline all’accogliere i cambiamenti e gli stranieri.
Veramente bello ed angosciante.

Dungeons & Dragons: L’onore dei ladri di Jonathan Goldstein e John Francis Daley
Non so cosa si aspettasse il grande pubblico da un film del genere, ma personalmente lo trovo molto riuscito. Un film d’avventura divertente e ben confezionato.
Ci sono i dungeon, ci sono i draghi. È tutto ciò che volevo.

John Wick 4 di Chad Stahelski
Capitolo conclusivo (forse) della saga action più divertente degli ultimi anni.
Tutto talmente sopra le righe da fare il giro e che ci ricorda l’essenza del Cinema: immagini in movimento.
Memorabile la caduta dalla scale.
Da vedere insieme a tutti gli altri.

Air di Ben Affleck
Biopic sull’operazione commerciale che ha rilanciato la Nike e che ha trasformato Micheal Jordan definitivamente in un’icona immortale.
Bellissima l’idea di non mostrare mai Jordan, se non di spalle o comunque come presenza non presente, rendendolo ancora più centrale nel film.
Mi è piaciuto molto.

The Super Mario Bros. Movie di Aaron Horvath e Michael Jelenic
Un film di animazione veramente ben curato sotto l’aspetto visivo, ma al quale si sono dimenticati di scrivere una storia a favore di una sfilza di riferimenti all’universo videoludico a cui appartiene.
È divertente stare a cercare tutti i riferimenti legati ai vari giochi, ma davvero poca roba dal punto di vista narrativo, il che è un vero peccato.
Però ad Iris è piaciuto tantissimo (ed il target è lei), quindi l’ho visto addirittura due volte.

Speak No Evil di Christian Tafdrup
Uno degli horror contemporanei più riuscito, nonostante l’assenza dell’elemento soprannaturale.
Inquietantissimo e che rimane sotto pelle per giorni, con una sola scena violenta ma che basta anche per i prossimi film dell’autore.
Assolutamente da vedere.

La Casa: Il Risveglio di Lee Cronin
Anche questo film è stato piuttosto rigettato, ma personalmente mi ha divertito.
Riprende le scene del primo film, ma spostandolo in un appartamento in città invece che nel mezzo di un bosco. Purtroppo la traduzione del titolo originale del capofila “Evil Dead” paga pegno e costringe editorialmente a mantenere il nome “La Casa” anche in questa pellicola, rendendo il tutto un po’ forviante.
Comunque ripeto, mi ha divertito.

Beau ha paura di Ari Aster
Il film che ha costretto la A24 a cambiare linea editoriale a causa del suo flop, nonostante venga considerato dai più al limite dell’inguardabile, ho trovato davvero interessante e da non buttare.
In molti l’hanno classificato come la seduta terapeutica di Ari Aster che affronta il rapporto con la madre, ma a mio avviso è una definizione un po’ pigra e superficiale.
La prima ora del film è pazzesca, poi prende una direzione strana e talvolta fuori fuoco, ma rimane, a mio avviso, uno dei film più interessanti dell’anno.
Sarà perché vedo tantissimi film, ma ho più interesse in qualcosa che non ho mai visto piuttosto che la solita storia interpretata e fotografata in modo diverso.

Guardiani della Galassia Vol. 3 di James Gunn
Capitolo conclusivo della trilogia sui Guardiani della Galassia che James Gunn porta a casa dimostrando quanto sia autore e quanto affetto abbia avuto nei confronti di questi personaggi.
Una delle cose migliori del Marvel Cinematic Universe.
Difficile no commuoversi.

Maurice – Un topolino al museo di Vasiliy Rovenskiy
Altro cartone per bambini visto con Iris.
Carino, ma destinato davvero solo ai piccolissimi.

Il Sol dell’Avvenire di Nanni Moretti
La summa della cinematografia di Nanni Moretti.
Nanni Moretti: Endgame.

Sanctuary di Zachary Wigon
Sono entrato in sala senza sapere assolutamente niente di questo film e, forse proprio perché non sapevo cosa aspettarmi, mi ha stregato e mi è rimasto dentro per giorni. Mi ha ricordato molto Secretary di Steven Shainberg, sia per i temi trattati che per come li affronta.
Consigliato.

Spoiler Alert di Michael Showalter
Anche di questo film non sapevo niente, se non che la produzione era la stessa di The Big Sick, film che mi era piaciuto molto, quindi l’ho affrontato a scatola chiusa. Anche questo mi è piaciuto tantissimo.
È la storia autobiografica della storia d’amore, di malattia e della morte del partner del protagonista, Michael Ausiello, un giornalista che si occupa di critica televisiva.
L’autore del libro da cui è tratto, nonché sceneggiatore, ha chiesto agli attori delle sue serie tv preferite di partecipare al progetto, cosa che fortunatamente non si mangia il film.
La storia affronta un rapporto omosessuale, ma è uno dei primi film che trattano il tema in modo assolutamente “neutro”, nel senso che scambiando il sesso di uno o più dei personaggi la storia rimarrebbe totalmente intatta e non subirebbe nessun cambiamento (cosa per esempio impossibile da fare in un film come Philadelphia, giusto per dirne uno).
Davvero bello.

Spider-Man: Across the Spider-Verse di Joaquim Dos Santos, Kemp Powers e Justin K. Thompson
Il primo film è un capolavoro dell’animazione e questo secondo capitolo, incredibilmente, riesce a spostare ancora più in alto l’asticella.
L’unica pecca è che si tratta solo di una prima parte e che la seconda va attesa ancora per un po’.
Però è davvero incredibile.
Da vedere assolutamente.

La sirenetta di Rob Marshal
Premesso che non sono fan di questo filone di riadattamento in live action dei classici Disney e che mi ero promesso di non vederne più (in sala), ci ho portato Iris e si è divertita così tanto (con tanto di balletto sotto schermo sui titoli di coda) che dovrò rimangiarmi la promessa.
Devo dire che tra tutti, forse è tra i più riusciti.
Tralascio la polemica razzista-demenziale che ha accompagnato il film.

Denti da Squalo di Davide Gentile
Un film italiano di formazione su un ragazzino che diventa amico di uno squalo. Non mi è dispiaciuto, ma sono più soddisfatto dal fatto che finalmente in Italia si stiano producendo film così (grazie Gabriele Manetti – gli effetti visivi sono davvero notevoli) che dalla visione del film.
Comunque è un film che consiglio.

The Flash di Andy Muschietti
La versione DC dello Spiderverso e dell’utilizzo del concetto di Multiverso.
Il film mi ha divertito, anche molto in alcuni momenti, ma visivamente è un disastro così imbarazzante che si fa fatica a credere che un film con un budget del genere abbia avuto l’ok per andare in sala così.
Davvero incredibile.
Molto molto bravo Ezra Miller, che nonostante la sua follia si dimostra un grande attore.
Peccato.

Rapito di Marco Bellocchio
È incredibile che il film italiano più fresco e coraggioso dell’anno (ma forse anche degli ultimi anni ) lo abbia girato un signore di ottantacinque anni.
Un film che avrebbe dovuto girare Steven Spielberg, ma che, con tutta la stima e l’ammirazione che provo per il Maestro hollywoodiano, sono certo che lo avrebbe reso meno potente, perlomeno per il pubblico italiano.
È una delle opere che più di tutte mi ha fatto percepire l’immenso potere che aveva la Chiesa fino a pochissimo tempo fa e come, a dispetto di ciò che è la nostra percezione, sia stato drasticamente ridimensionato.
Un film pazzesco che consiglio a tutti.

Elemental di Peter Sohn
Questo film della Pixar è stato maltrattato da tutti, accusato di essere troppo semplice e troppo per bambini, ma a mio avviso il target a cui si rivolge è effettivamente quello dei più piccoli e, per essere appunto un film da bambini, fa il suo lavoro splendidamente.
Iris ha approvato, io pure.

Indiana Jones e il quadrante del destino di James Mangold
Più che un film di Indiana Jones è un film con Indiana Jones di cui nessuno sentiva il bisogno, anzi.

Transformers: Il risveglio di Steven Caple Jr.
Vi ricordate di quando la pubblicità della Citroën batteva a mani basse tutta la saga cinematografica di Micheal Bay? Ecco, mettiamola così: ci stiamo finalmente avvicinando alla bellissima pubblicità della Citroën C4.
Divertentissimo!

Mission Impossibile – Dead Reckoning – Part One
Da questo tipo di film mi aspetto sempre ciò che trovo, forse stavolta un po’ meno del solito, ma mi diverto sempre a vedere Tom Cruise fare cose pazze.
Peccato che anche in questo caso sia solo mezzo film.

Barbie di Greta Gerwig
Uno dei film dell’anno, che piaccia o meno (a me è piaciuto molto).
Operazione fantastica, film molto buono per essere un blockbuster.
Ne ho parlato qui.

Can che abbia non morde di Bong Joon-ho
Opera prima del grande Maestro Coreano, dove è già presente tutta la sua poetica e la sua idea di cinema. Assolutamente da recuperare.

Animali Selvatici di Cristian Mungiu
Che film pazzesco! Una storia di un integrazione che non ce l’ha fatta.
In un paese della Transilvania, dove tutti gli uomini fanno i trasferisti in Germania perché non c’è abbastanza lavoro, il panificio locale, per accedere a dei fondi europei, prende dei dipendenti dallo Sri Lanka. La popolazione locale, dalle istituzioni alla chiesa, non approva.
Veramente fenomenale.
Da vedere!

8 1/2 di Federico Fellini
Capolavoro della Storia del Cinema italiana e mondiale.
Un film meta-cinematografico, autobiografico ed onirico che fa rimpiangere i tempi in cui il Cinema italiano era tra i punti di riferimento per tutto il resto del mondo.
Da recuperare assolutamente.

Blue Beetle di Ángel Manuel Soto
Il film Warner/DC che ho più apprezzato da The Suicide Squad.
Credo che non sappiano rispondere neanche loro alla domanda legata all’appartenenza o meno di questa pellicola nella nuova gestione di James Gunn, ma se così fosse mi pare un buon inizio.

Madre di Bong Joon-ho
Fino a che punto può spingersi una madre per provare l’innocenza del proprio figlio? Questa la domanda alla base del bellissimo film del regista coreano.
Anche questo è stato un recupero della sua filmografia; consiglio di farlo a tutti.

Oppenheimer di Christopher Nolan
Nolan è il maestro delle strutture dei film. In tutta la sua filmografia (forse possiamo tenere fuori la trilogia su Batman che fa un po’ storia a sé) ogni film ha una struttura particolarissima (quasi sempre legata al tempo) che, a prescindere dalla riuscita o meno del film, non può non essere notata o lasciare indifferenti.
Questo biopic non fa eccezione e, per raccontare la vita del “distruttore di mondi” realizza un film strutturato come la creazione di Robert Oppenheimer, la bomba atomica.
Il climax è al centro del film, esattamente come il nucleo di plutonio che si trova al centro della bomba e, nonostante inizialmente lasci spiazzati, il tutto ha perfettamente senso.
Credo che questo potrà essere l’anno buono in chiave Oscar per il regista commerciale più autoriale degli ultimi venti anni.
Consigliatissimo!

Following di Christopher Nolan
È l’opera prima di Nolan, che non avevo mai visto, ma che ha già al suo interno tutta la poetica del regista anglosassone.
Da vedere!

Comandante di Edoardo De Angelis
Film molto problematico. Filmicamente niente da appuntare, è ben realizzato in ogni suo aspetto, ma sono proprio le motivazioni alla base e alcune scelte narrative a lasciare spiazzati, perché comunque sembra un film di propaganda fascista, quando è evidente che l’intento fosse l’opposto.
Boh, mi riservo di rivederlo e valutarlo meglio più avanti.

El Conde di Pablo Larrain
Altro film problematico, ma per ragioni del tutto diverse. È il ritratto della vita del dittatore Pinochet dipinto come se fosse un vampiro. L’idea è da dieci, la resa del film, per il mio gusto, da quattro, ma la media matematica di sette non corrisponde con le sensazioni che mi ha lasciato il film.
Peccato.
Ciò non toglie che Larrain sia e rimanga un grandissimo autore.

Ferrari di Michael Mann
Non posso dire che sia un film brutto, ma forse le aspettative create dal nome al timone mi hanno fatto arrivare a considerarlo uno dei no cinematografici dell’anno o comunque uno dei film che ho trovato meno a fuoco. Ci sono tantissime parti che ho amato, diciamo tutte quelle che contemplano le macchine, altre che mi hanno convinto meno, ma nel complesso è un film che non mi sento di sconsigliare, ma neanche troppo di consigliare.
Peccato anche per questo.

Bastarden di Nikolaj Arcel
Filmone. Uno dei film che più ho apprezzato in questa edizione della Mostra del Cinema di Venezia, con un potentissimo Mads Mikkelsen, basato su un romanzo che racconta una storia della tradizione danese basata su fatti realmente accaduti. Bellissimo!

The Wonderful Story of Henry Sugar di Wes Anderson
Ho voluto tanto bene a Wes Andreson, ma è da L’isola dei cani che mi sembra di vedere uno che cerca di imitare il suo stile. In questo formato breve devo dire che mi diverte ancora, ma è più la lettura di un racconto accompagnata da immagini in movimento che una trasposizione di un testo di Roald Dahl.
Trovo quasi più interessanti i trend di Tik Tok dove viene ricreato il suo stile.

Dogman di Luc Besson
La carica dei 101 che incontra Joker che incontra Priscilla – La regina del deserto.
Incredibilmente il mix funziona.
Probabilmente uno dei film migliori di Besson da diverso tempo a questa parte.

Poor Things di Yorgos Lanthimos
Altro colpo di fulmine cinematografico dell’anno.
Una versione per adulti (scoppiati) di Barbie.
Il primo Leone d’Oro che mette quasi tutti d’accordo da quando frequento la Mostra del Cinema di Venezia.
Veramente veramente matto e bellissimo.
Film dell’anno!

The Palace di Roman Polanski
Spero proprio che faccia un altro film perché sarebbe davvero un peccato che la filmografia di Polanski avesse come ultimo fotogramma quello di un chihuahua che si ingroppa un pinguino in CGI.
Come disse all’uscita dalla sala Boris Sollazzo è un cinepanettone di Neri Polanski.
Veramente imbarazzante.

Aggro Dr1ft di Harmony Korine
Credo che sia il primo film in assoluto che mollo dopo dieci minuti e che mi fa uscire dalla sala, ma era così fastidioso per gli occhi e le orecchie che non ce l’ho proprio fatta a resistere.
Sono però certo di aver ottenuto in quei dieci minuti tutto ciò che questo film aveva da dire.

Adagio di Stefano Sollima
Tutti bravi, visivamente niente da dire, ma si tratta di una storia che non sta in piedi a partire dalla premessa. Una caccia all’uomo in cui l’uomo è un ragazzino che fa un video con il cellulare per conto della polizia in una festa piena di telecamere di cui la polizia ha accesso. Cioè, che senso ha far fare quel video? Boh. Però, se volete essere intrattenuti senza pensare troppo ai perché, il film funziona.

Maestro di Bradley Cooper
Secondo film da regista per Bradley Cooper che si dimostra ancora una volta molto bravo e con delle belle idee (la scena iniziale è fenomenale), ma che, così come in A Star is Born, mi convince a metà.
Stavolta il film è un biopic sulla vita di Leonard Benstein, compositore e direttore d’orchestra americano, e sul suo rapporto complicato con la moglie, l’attrice Felicia Monealegre, interpretata magistralmente dalla bravissima Carey Mulligan.
Nonostante non mi abbia convinto al 100% è un film bello che mi sento di consigliare.

Die Theorie von Allem (The Universal Theory) di Timm Kröger
Ecco, questo è il classico mindfuck, un film in cui ci si perde in paradossi logici e di senso, ma che comunque a me affascinano sempre.
Sicuramente un film pieno di difetti, con un passo lento, in bianco e nero e di cui non si capisce bene il senso, ma che (almeno per me è stato così) rimane a ronzare in testa per giorni.

The Caine Mutiny Court-Martial di William Friedkin
Purtroppo dopo una settimana dall’annuncio della presenza di Friedkin alla Mostra di Venezia, il grande Maestro del Cinema è venuto a mancare, lasciando quindi quest’opera con il peso di essere anche una sorta di testamento spirituale.
Beh, che dire? È un film che si svolge quasi esclusivamente in una stanza (un po’ come La parola ai giurati) ed è la corte marziale per l’ammutinamento del Caine, una nave militare americana che, ai nostri giorni, viene ammutinata.
Si tratta di un film pensato e girato in modo televisivo (è andato diretto su Paramount+), ma che dimostra ancora una volta lo spessore artistico di Friedkin.
Un bellissimo modo per dirci addio.

La Bête di Bertrand Bonello
Bello ma boh. Film decisamente troppo complesso per iniziare la giornata (visto alle otto del mattino), fatto a scatole cinesi, nel quale mi sono perso dopo poco. Il film è decisamente interessante ed è un’altra storia mindfuck che voglio esplorare di nuovo, appena possibile, ma tra questo e il film tedesco sulla teoria del tutto (che è formalmente più pesante), sono più attratto dal secondo.
Comunque Bertrand Bonello è decisamente un grande registra.

The Killer di David Fincher
Netflix hai rotto il cazzo.
Non si può dire che è un brutto film, ma lo dimenticavo mentre lo guardavo.
Salvo solo la barzelletta di Tilda Swinton.

Coup de chance di Woody Allen
La versione più leggera di Match Point, che ricorda il Woody Allen più guascone.
Per me è un super sì.

Teenage Mutant Ninja Turtles: Mutant Mayhem di Jeff Rowe
Un buon film di animazione con una bellissima animazione.
La storia non è uno dei suoi punti di forza, ma nemmeno la cercavo in un prodotto del genere.

Io Capitano di Matteo Garrone
È la storia di Seydou e Moussa, due senegalesi che partono da Dakar per arrivare in Italia.
Una sorta di odissea moderna che mostra il viaggio dei migranti che non volgiamo vedere.
Candidato all’Oscar come miglior film internazionale, è sicuramente un grande film, ma a mio avviso richiede una comprensione del presente e del tema della migrazione che non tutti gli spettatori hanno, che può suscitare sentimenti contrastanti in un pubblico poco preparato.
Provo a dirla più semplice, senza che si consideri un giudizio: per le masse forse è più comprensibile un film come Tolo Tolo per comprendere la complessità e la difficoltà di un tema difficile come quello della migrazione.
Però il film è bellissimo e si merita di stare dove sta.

Strange Way of Life di Pablo Alomodovar
Un corto sul rapporto omosessuale di due cowboy. Come? Vi sembra una storia già sentita? Esatto!
Ma almeno dura poco.

Il più bel secolo della mia vita di Alessandro Bardani
Confesso che sono andato in sala solo per vedere la performance di Valerio Lundini e non sono rimasto deluso. Il film in sé non è male, ma a pensarci su, penso che uno dei punti del film deboli è che sembra voglia fare di tutto per risultare serio e impegnato, ma lo fa in modo troppo convenzionale per stupire.
Come produzione, interpretazioni e messa in scena invece mi pare tutto giusto.

Manodopera di Alain Ughetto
Bellissimo film autobiografico in stop motion.
L’autore racconta la storia della migrazione in Francia della sua famiglia italiana e delle difficoltà che si è trovato ad affrontare.
Per capire il mood basta pensare che la traduzione del titolo originale è “vietato l’ingresso ai cani e agli italiani”.

The Creator di Gareth Edwards
Film che ha floppato al botteghino ma che visivamente (e non solo) è una delle opere più belle ed interessanti dell’anno. Fantascienza con tutte le lettere maiuscole.

Coma di Bertrand Bonello
Uno strano film frutto della pandemia, girato utilizzando varie tecniche come l’animazione o lo stop motion ad alternarsi con un’impostazione più tradizionale, che racconta la storia di un’adolescente chiusa in casa durante una crisi sanitaria globale.
Interessante nonostante sia completamente sgrammaticato.

Scarygirl di Ricard Cussó e Tania Vincent
La storia di Arkie, un’adolescente unica con un tentacolo di polpo come braccio e un uncino al posto di una mano, che vive per proteggere le piante della sua Penisola con l’energia solare assieme a suo padre Blister. Quando Blister viene rapito dal malvagio Dottor Inganno per i suoi piani segreti, Arkie parte per la Città delle Luci accompagnata da amici inaspettati per salvarlo e scoprire di più sul suo passato.
Il film, ricco di temi come l’ambientalismo, la magia contro la tecnologia, e la ricerca di identità, è una sorta di horror per bambini che Iris ha apprezzato tantissimo.

Talk to Me di Danny e Michael Philippou
Clamoroso. Idea pazzesca per rivisitare il tema delle possessioni demoniache.
Super divertente.
Peccato che, come quasi tutti gli horror contemporanei, non faccia paura.
Però consigliatissimo.

Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese
Il suo The Irishman non mi aveva convinto fino in fondo, ma stavolta invece Scorsese dimostra ancora una volta perché quando si parla di Maestri del Cinema non si possa fare a mano che fare il suo nome.
Una storia terribile (che non conoscevo) quella della tribù di nativi americani Osage, sterminati in modo ancor più subdolo di come fecero con il resto degli indigeni.
L’ennesimo film che racconta quanto l’America sia un paese costruito sul sangue e con il solo interesse economico.
Drammaticamente attuale.
Bellissimo.

Kafka a Tehran di Ali Asgari e Alireza Khatami
Un idea tanto semplice quanto forte. Una serie di dialoghi impostati come intervista in cui il POV è quello dello stato iraniano, che attraverso piccoli momenti di vita quotidiana, come un colloquio di lavoro, una visita oculistica per la patente o lo shopping di un vestito per la scuola della figlia, trasmette tutta la sua mostruosità e il suo autoritarismo.
Davvero un grande film.

Assassinio a Venezia di Kenneth Branagh
Terzo capitolo della saga di Hercule Poirot riscritta per lo schermo da Branagh.
Niente di sorprendente, come i precedenti, ma è un tipo di cinema che mi intrattiene e a cui non riesco a voler male.

La guerra del Tiburtino III di Luna Gualano
Voglio davvero bene a questo film, co-sceneggiato da Luna Gualano e Emiliano Rubbi, due amici con cui condivido non solo l’idea di cinema, ma anche una certa visione della società.
Una commedia di fantascienza sociale che mi ha rimandato al bellissimo “Attack the block” di Joe Cornish che ci ricorda che anche noi in Italia possiamo fare un certo tipo di cinema di genere.
Memorabile il personaggio interpretato da Paolo Calabresi.
Brava Luna.

C’è Ancora Domani di Paola Cortellesi
Qualsiasi cosa fa Paola Cortellesi le riesce e lo fa ad un livello altissimo. A partire dalla bambola Trippy a Mai dire gol che l’ha consacrata come comica, passando da Cuneo cantata con Bisio dove dimostra di essere una bravissima cantante, fino a quest’ultima fatica che la vede come ottima attrice (che non è una novità), ma soprattutto come regista alla sua opera prima e anche qui ci fa vedere quanto sia una fuoriclasse.
Un film femminista, a cavallo tra dramma e commedia, che è diventato un caso cinematografico senza precedenti, stracciando tutti i record e regalandoci una nuova grande autrice.

The Marvels di Nia DaCosta
Il mio rapporto con i film del Marvel Cinematic Universe è sicuramente squilibrato, come ho detto più volte, perché è la crasi tra due mie grandi passioni: il cinema e il fumetto supereroistico della Marvel.
Ci tengo ad estendere la definizione e non limitarla solo al fumetto (mia altra grande passione), proprio perché ritengo che sia un genere a sé, quindi tutto ciò che è stato fatto a livello cinematografico lo vivo come una grande operazione di trasposizione di un linguaggio (quello del fumetto supereroistico della Marvel) più che l’adattamento di alcune opere specifiche.
Tutto questo pippone per dire che The Marvels, al controrio del resto del mondo, a me è piaciuto, proprio perché è un film che vive prettamente all’interno del suo puzzle, un po’ come un albo preso a sé all’interno di un’evento fumettistico cartaceo.
Certo, mi rendo conto che per uno spettatore casual sia disorientante e confuso, ma sarebbe come iniziare a vedere o a leggere Harry Potter a partire da L’Ordine della Fenice.
Quindi, consigliato esclusivamente a chi è appassionato come me.

L’ultima volta che siamo stati bambini di Claudio Bisio
Altra opera prima di un altro fuoriclasse, ma al contrario del film di Paola Cortellesi, questo film non mi ha convinto. La sensazione più netta è che si tratti di un Wannabe “La vita è bella”, ma che non riesce mai ad affondare nei punti giusti. Non dico che sia inguardabile eh, ma non mi è proprio arrivato.
Peccato.

Il libro delle soluzioni di Micheal Gondry
Purtroppo Gondry non ha più raggiunto gli apici toccati con il meraviglioso “Eternal Sunshine of a Spotless Mind”, ma direi che in questi territori (i film indipendenti) sia decisamente più a suo agio rispetto alle produzioni più grosse dove le sue bellissime idee visive rimangono vaghe e confuse.

Anatomia di una caduta di Justine Triet
Sicuramente un bellissimo film, molto sopra la media, ma fin troppo classico per essere una Palma d’Oro, perlomeno per come ci ha abituato il Festival di Cannes negli ultimi anni.
Ma diciamo che questa è l’unica critica che mi sento di muovere a questo film, un thriller raffinatissimo e scritto in punta di penna.
Non a caso ha raccolto ben cinque nomination agli Oscar (ma non quella per miglior film internazionale perché per la Francia non era abbastanza meritevole).

Inside di Vasilis Katsoupis
Un ladro d’arte rimane intrappolato in un attico-museo per un tempo indefinito e per sopravvivere inizia a creare una relazione con le opere di arte contemporanea che lo circondano. Interpretato da uno strepitoso William Defoe, che recita quasi esclusivamente con il corpo, in un’unica location.
Mi è piaciuto tantissimo e gli voglio particolarmente bene perché tutte le opere d’arte presenti nel film (che sono un personaggio a sé) sono state curate da un amico, Leonardo Bigazzi, e il suo lavoro si sente e si vede.

Dream Scenario di Kristoffer Borgli
La stessa persona, per molti uno sconosciuto, compare nel sogno di molte altre. E questa persona è interpretata (performance pazzesca) da Nicholas Cage.
Da questo spunto si sviluppa la trama di questo film che forse ha fin tropi spunti e cose da dire per poterle mettere realmente a fuoco, ma che comunque ho trovato molto interessante e da consigliare.

The Old Oak di Ken Loach
In una cittadina trascurata del nord dell’Inghilterra, il taverna “The Old Oak” si trova di fronte alla chiusura per diventare un rifugio per i migranti. TJ, il gestore del locale, e Yara, una giovane fuggita dalla Siria, scoprono un legame sorprendente che trasforma entrambi i loro destini.
Il classico bellissimo film sociale di Ken Loach, stavolta un pelo più ottimista del solito.

Palazzina Laf di Michele Riondino
Il film, opera prima del bravissimo Michele Riondino, narra la storia di uno dei più gravi episodi di sfruttamento lavorativo in Italia, visto attraverso gli occhi di un operaio. Prende il nome dalla palazzina, situata vicino al Laminatoio a freddo, teatro degli eventi descritti, dove nei primi anni ’90, la direzione dell’Ilva di Taranto, all’epoca parte del Gruppo Riva, costrinse gli impiegati che si opposero alla forzata riduzione di ruolo da impiegati a operai – una modifica contrattuale illegale e rischiosa – a lavorare in condizioni degradanti.
Un film veramente bello dove spiccano sia Michele Riondino che Elio Germano.

Godzilla Minus One di Takashi Yamazaki
Il film che avrebbero voluto realizzare al tempo, stavolta con i mezzi giusti per farlo.
Best Godzilla Ever.

Wish di Chris Buck e Fawn Veerasunthorn
Il film che celebra il centenario dello Studio d’animazione che ha ridefinito il concetto di immaginazione. Non è forse un gioiello, come si sarebbe invece meritato un traguardo del genere, ma non l’ho trovato neanche così terribile come era stato dipinto.
Anche questo l’ho visto con Iris, il vero target di questo prodotto, ed infatti l’ha apprezzato molto.

Wonka di Paul King
Il personaggio di Wonka si discosta un po’ troppo da quello che abbiamo conosciuto in Charlie e la fabbrica di cioccolato, ma è un film magico ed emozionante, perfetto per il Natale.
L’ho visto con Iris che ha apprezzato tantissimo tutto, ma ancor di più l’omino arancione (l’Umpa Lumpa interpretato da Hugh Grant).

Prendi il volo di Benjamin Renner
Delizioso film d’animazione sulla migrazione di una famiglia di papere.
Consigliatissimo.

Foglie al vento di Aki Kaurismäki
Perfettamente in linea con la filmografia di Kaurismäki, questo film ci racconta la storia d’amore strampalata di due persone sole e strampalate.
Un film che fa del suo passo lento il suo punto di forza.