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Lettera aperta a Jorit #1: la Street Art deve irritare il potere, non autocelebrarsi con un selfie



Immagine realizzata da Maddalena Pignatiello.

Caro Jorit, ti scrivo questa lettera qui perché sul tuo profilo instagram sono stato bannato, dopo aver commentato un tuo post sulla tua opera a Mariupol.

Come tanti avevo ammirato molto i tuoi lavori, dal ritratto di Nelson Mandela a Firenze, a quelli di Maradona a Napoli, fino a Pablo Neruda in Cile.

La tua arte si era occupata di migranti, di figure dello sport e anche della giovane Luana, mia concittadina morta in un incidente sul posto di lavoro.

Sono rimasto sbalordito quando hai chiesto al presidente russo Vladimir Putin di fare una foto insieme per “far vedere che è umano come tutti”.

Mi sono cadute le braccia.

Jorit, l’umanità di una persona non si misura chiedendo una foto insieme.

Questo gesto molto contemporaneo e orrendo al tempo stesso, mi ha ricordato l’apostolo Tommaso che chiede a Cristo di poter mettere il dito nelle sue ferite per vedere che è umano, che è risorto.

Ma tu non sei Tommaso e soprattutto, Putin non è Cristo.

Ti voglio dare anche il beneficio del dubbio che la guerra, anzi l’operazione strategica, come la chiamano i media russi, contro l’Ucraina possa essere legittima per non so quali rivendicazioni sulle regioni del Donbass.

Ho un senso di disgusto per quanto ho appena scritto, ma ok, sono opinioni per me assurde, ma le opinioni sono opinioni. Anche le più orribili.

Ma la Street Art, come il Rap e l’Hip Hop, è nata per strada, come funzione di rivalsa e denuncia sociale.

Il compito della Street Art non è quella di farsi una foto con un presidente russo che ha riportato la guerra nel continente europeo, come se tu fossi un fan con la sua rockstar preferita.

In questo video poi si vede che fai il gesto con le mani, come dire, che emozione!

Il compito della Street Art è porre l’attenzione sui temi scottanti, anche infastidendo il potere.

Nemo’s, un tuo collega artista, pochi giorni fa è salito agli onori della cronaca per una sua opera che dovrà essere esposta al Museo del Novecento, nella quale critica la città di Firenze.

Nel pezzo di Nemo’s, Firenze è una città spremitrice di turisti, interessata solo a fare soldi, un parco a tema dove la ruota panoramica diventa quella per il criceto.

Dopo una prima indignazione dello storico Tomaso Montanari, la vice sindaca ha detto che l’opera resterà dov’è.

L’occidente avrà innumerevoli difetti, caro Jorit, da un capitalismo spietato a un’indifferenza su tanti, troppi temi, dalla Striscia di Gaza alla povertà sociale.

Hai detto che ci dovremmo indignare per il bacio tra Meloni e Biden. Ma quella è la politica, un’altra cosa.

Tu sei un artista.

I tuoi muri parlano agli occhi dei passanti e ai cuori delle persone.

Mi dispiace dirtelo, ma Banksy non si farà mai una foto con Putin, Biden o Meloni.

E il dissenso, la protesta, e il confronto, in questa parte del mondo, sono pratiche comuni, accettate e condivise.

I Rage against the machine possono suonare in qualsiasi dei 50 stati americani.

Ti saluto e ti lascio alla tua emozione per questa mirabolante foto.


Leggi anche Lettera aperta a Jorit #2