
Anche quest’anno, nonostante le mille difficoltà che avere una figlia comporta sul tempo libero, sono riuscito ad andare in sala quasi ogni settimana. Spesso l’ho portata con me, a volte scegliendo in base ai suoi gusti, altre volte ai miei.
Nel complesso, non direi che sia stata una grande annata, anche se non sono mancati ottimi film e almeno un vero capolavoro – forse l’unico dai tempi di Mad Max: Fury Road.
Ma andiamo per ordine.
Il ragazzo e l’airone di Hayao Miyazaki
Durante la guerra, il giovane Mahito scopre un mondo magico in una torre proibita, affrontando misteri e segreti per ritrovare se stesso e la sua famiglia.
Un film del maestro Miayazaki che è piaciuto a tutti, che personalmente ho trovato fin troppo complesso e simbolico, forse anche un po’ confuso, ma che per qualche ragione non si può dire. Ovviamente non dico che non merita, ma diciamo che nella filmografia di Miayazaki non lo metterei nella parte alta della classifica. Ad Iris è piaciuto con riserve, ma effettivamente era davvero complesso per lei.
La chimera di Alice Rohrwacher
Negli anni ’80, in Tuscia, Arthur, un giovane inglese con il dono di localizzare tombe etrusche, guida una banda di tombaroli in una serie di scavi illegali.
Grandissimo film. Alla prima visione mi aveva colpito, ma non l’avevo trovato così potente come poi mi è cresciuto dentro nei giorni a seguire. Assolutamente consigliato.

Chi segna vince di Taika Waititi
Dopo il fallimento con l’Under-20 USA, Thomas Rongen accetta la sfida di allenare la nazionale delle Samoa Americane, la squadra più debole del mondo.
Ecco, questo è un film che volevo vedere io, ma che ho costretto a vedere anche ad Iris.
Le è piaciuto pure questo. Anche a me.
The Holdovers – Lezioni di vita di Alexander Payne
Nel 1970, un severo insegnante della Barton Academy viene incaricato di sorvegliare un gruppo di studenti durante le vacanze di Natale. Rimasto solo con il ribelle Angus, tra fughe e confessioni, instaura con lui un legame che lo cambia profondamente.
Un bel film. Tanto semplice quanto caloroso, con uno strepitoso Paul Giamatti.
Consigliato!
Enea di Pietro Castellitto
Enea e Valentino, inseparabili amici, vivono tra spaccio, feste e voli su aerei da turismo. Mentre Enea affronta una famiglia complicata e un amore che lo sostiene, si ritrova coinvolto in una situazione difficile da gestire. La vita di un giovane borghese raccontata da un giovane borghese.
La critica l’ha stroncato, ma personalmente l’ho trovato molto interessante.
Ci sono più idee in questo film che in quasi tutto il resto dei film italiani che ho visto quest’anno. Poi sì, sicuramente non funziona al 100%, ma è evidente che Pietro Castellitto racconta il mondo che conosce e, dal mio punto di vista, questa è sempre una cosa buona.
La signora della porta accanto di François Truffaut
Bernard e Mathilde, un tempo amanti, si ritrovano per caso vicini di casa e riaccendono una passione tormentata. Un classico di Truffaut. Da vedere.
Perfect Days di Wim Wenders
Hirayama, un sessantenne giapponese, vive con semplicità tra lavoro, musica e fotografia. La sua routine perfetta viene scossa da incontri e rivelazioni che svelano frammenti del suo passato.
Un film meraviglioso. Sembra non succedere nulla, ma succede tutto. Uno di quei film che vorresti non finisse mai. Sicuramente tra i più belli dell’anno.

Green Border di Agnieszka Holland
Nel gelo delle foreste tra Bielorussia e Polonia, una famiglia siriana in fuga, una migrante afghana, una guardia di frontiera incinta e un gruppo di attivisti si intrecciano in una lotta per la sopravvivenza e l’umanità.
Un film che fa incazzare come pochi. Veramente bello e veramente crudo.
Da vedere assolutamente.
La zona di interesse di Jonathan Glazer
Nel 1942, Rudolf Höß e la sua famiglia vivono un’esistenza apparentemente idilliaca accanto ad Auschwitz, ignorando gli orrori oltre il muro. Mentre Höß perfeziona l’efficienza dello sterminio, la routine familiare prosegue fino al suo trasferimento a Berlino, preludio all’operazione che segnerà il culmine della sua atrocità.
Un film in cui la noia diventa una delle colonne portanti. Il capolavoro di cui parlavo prima. Un film incredibile di cui avevo già parlato qui.
Da vedere a tutti i costi!
Past Lives di Celine Song
Separati dall’emigrazione, Na Young e Hae Sung si ritrovano anni dopo a New York, confrontandosi su ciò che è stato e ciò che poteva essere, prima di dirsi addio.
Un bellissimo film.
Dune – Parte 2 di Denis Villeneuve
Continua la saga di Dune di Villeneuve. Paul Atreides, sopravvissuto alla strage della sua famiglia, si unisce ai Fremen e, tra battaglie, visioni profetiche e intrighi politici, diventa il loro leader e il nuovo Imperatore.
Il primo mi era piaciuto molto, ma questo l’ho trovato ancora meglio.

La sala professori di İlker Çatak
L’idealista insegnante Carla indaga su piccoli furti a scuola, accusando per errore la madre di un alunno. Il caso degenera, mettendo studenti, genitori e colleghi contro di lei. Quando il figlio della donna reagisce con violenza, Carla lo protegge, ma la tensione culmina con la sua espulsione.
Ottimo film.
La quercia e i suoi abitanti di Laurent Charbonnier e Michel Seydoux
Un documentario che racconta la vita attorno a un’antica quercia, casa di scoiattoli, ghiandaie, formiche e altri animali. Tra convivenza e lotta per la sopravvivenza, l’albero diventa il cuore pulsante di un microcosmo in perfetto equilibrio.
Iris approved!
Lala di Ludovica Fales
La storia di Zaga, giovane rom scomparsa dopo il fallito tentativo di ottenere i documenti, si trasforma in un film di finzione con Samanta nel suo ruolo. Attraverso un laboratorio teatrale, attori e personaggi si fondono, abbattendo la quarta parete fino al ritorno inaspettato di Zaga nel 2021.
Un film interessantissimo, un mix tra finzione, documentario e documentazione del laboratorio che funziona in modo pazzesco.
Lo consiglio.

Drive-Away Dolls di Ethan Cohen
Due amiche in viaggio trovano una valigetta compromettente e finiscono tra criminali e scandali politici.
Uno dei film più brutti dell’anno. Una delusione tremenda.
Kung Fu Panda 4 di Mike Mitchell e Stephanie Ma Stine
Po deve scegliersi un successore. Altra delusione. Peccato perché la saga fino a questo film, nonostante l’inutilità (il primo era perfetto), reggeva.
May December di Todd Haynes
Un’attrice studia per poter reinterpretarla in un film la controversa relazione tra Gracie, ex detenuta, e Joe, l’ex tredicenne che aveva sedotto. Mentre il loro matrimonio vacilla, Elizabeth si immerge nel personaggio fino a confondere realtà e finzione.
A me personalmente è piaciuto molto, ma pare che sia tra i pochi.
Civil War di Alex Garland
In un’America devastata dalla guerra civile, un gruppo di giornalisti attraversa il paese per documentare la caduta di Washington.
Un film pazzesco! Mi è piaciuto da morire, anche perché (deformazione mia) ci ho letto un bel discorso meta-cinematografico.
Uno scandalo che non sia stato considerato per gli Oscar 2025.

Il mio amico robot di Pablo Berger
A Manhattan negli anni ’80, il solitario DOG costruisce ROBOT, il suo inseparabile amico, ma è costretto ad abbandonarlo. Separati dal tempo e dal destino, si sfiorano un’ultima volta attraverso una canzone, senza mai ritrovarsi.
Film meraviglioso. Semplice e struggente.
Anche Iris dice che merita vederlo.
Godzilla e Kong – Il nuovo impero di Adam Wingard
Kong e Godzilla uniscono le forze contro Skar King e Shimo, salvando la Terra da una nuova era glaciale in una battaglia epica a Rio de Janeiro.
Allora, il film è una boiata, ma ci sono quattro cose che mi consigliò Cosimo per cui merita vederlo:
1) Kong prende mini-Kong e lo usa come mazza da baseball contro gli altri scimmiotti.
2) Godzilla dorme come un gatto dentro il Colosseo.
3) Kong si fa un dose di qualcosa e va in botta.
4) Kong cavalca Godzilla mentre attaccano il nemico.
Tra le cose più belle che ricorderò di questo film è che l’ho visto a Tokyo nel cinema Toho (quello dove c’è Godzilla sul tetto).

The Fall Guy di David Leitch
Uno stuntman caduto in disgrazia viene ingannato per incastrarlo in un omicidio e deve riscattarsi scoprendo la verità. Tra inseguimenti, acrobazie e colpi di scena, smaschera il vero colpevole e riconquista il suo amore, la regista per il film a cui sta lavorando.
Sarà perché è un film metacinematografico, sarà perché la chimica tra Ryan Gosling e Emily Blunt funziona, sarà perché non si prende sul serio, ma mi sono divertito un sacco a vederlo.
Il regno del pianeta delle scimmie di Wes Ball
Secoli dopo la morte di Cesare, il giovane Noa sfida il tiranno Proximus per salvare il suo clan, mentre il destino di uomini e scimmie resta incerto. Sono sempre stato un fan del pianeta delle scimmie e penso che la trilogia recente sia estremamente sottovalutata, ma questo l’ho trovato davvero noioso e inutile.
Challangers di Luca Guadagnino
Art e Patrick, amici e rivali, si contendono tennis e amore per anni, legati da Tashi, ex tennista e moglie di Art, mentre tensioni e desideri inespressi li spingono verso lo scontro decisivo. Un film davvero buono, con gli attori del momento, lo sport del momento e un sacco di intuizioni visive che lo rendono tra i migliori dell’anno.
Lo consiglio.

IF – Gli amici immaginari di John Krasinski
Bea, una dodicenne che può vedere gli amici immaginari dimenticati, aiuta a riunirli con i loro bambini originali. Nel farlo, scopre che anche lei ha dimenticato il suo IF e riesce infine a ritrovarlo, accettando il bisogno di restare bambina ancora un po’.
Krasinski è un regista che mi piace, oltre ad essere un bravissimo interprete, e dopo la (riuscitissima) saga di A Quiet Place ero curioso di vederlo in un film “per famiglie”, temendo che forse potesse essere un passo falso. E invece è riuscitissimo e riesce anche a far commuovere.
Straconsigliato
The Garfield Movie di Mark Dindal
Garfield e Odie, rapiti per una rapina, scoprono la verità su Vic, il padre di Garfield. Dopo mille peripezie, lo salvano e lo accolgono nella loro vita. Uno dei migliori film di Garfield, anche se non era difficile.
Io e Iris eravamo soddisfatti.
Furiosa: A Mad Max Saga di George Miller
Cresciuta nel brutale mondo post-apocalittico, la giovane Furiosa viene rapita dal tiranno Dementus e lotta per la sopravvivenza tra guerre di potere, tradimenti e perdite. Anni dopo, divenuta una feroce guerriera, compie la sua vendetta e si prepara ad essere la protagonista del bellissimo Mad Max: Fury Road (unico altro film degli ultimi dieci anni per cui vale spendere la parola Capolavoro).
Forse il suo unico difetto è proprio quello di essere uscito dopo Fury Road, quindi viene naturale farci paragoni, ma il film è ottimo e non si meritava il flop.
Straconsigliato.

Vincent deve morire di Stéphan Castang
Vincent, grafico a Lione, viene inspiegabilmente aggredito da sconosciuti in diverse occasioni. Ciò che sembrava un episodio isolato si trasforma in un inquietante enigma che lo perseguita.
La prima metà del film è una bomba, poi a mio avviso si perde e inizia un po’ a girare a vuoto, ma ha davvero dei momenti molto alti.
Kind of Kindness di Yorgos Lanthimos
Tre storie intrecciate in una città senza nome ruotano attorno alla misteriosa figura di R.M.F.: un impiegato si lascia soggiogare da un capo manipolatore, un poliziotto paranoico mette alla prova l’identità della moglie, e una setta cerca un messia capace di resuscitare i morti.
Tre episodi che affrontano il tema delle relazioni tossiche in modo interessante e lasciando quell’inquietudine che tanto piace a Lanthimos.
Mi è piaciuto, magari meno di altre opere del cineasta greco, ma non è uno di quei film che consiglierei a tutti, in quanto molto respingente.
The Animal Kingdom di Thomas Cailley
In un mondo segnato da una misteriosa mutazione che trasforma gli esseri umani in animali, François lotta per salvare sua moglie mentre sempre più creature scompaiono nella foresta. Intraprende così un viaggio con il figlio Émile, un’avventura che cambierà profondamente il loro destino.
Produttivamente un film pazzesco, tanto da farmi invidiare ancora di più l’industria cinematografica francese.
In alcuni momenti si perde un po’, ma rimane uno dei film più interessanti dell’anno.

Inside Out 2 di Kelsey Mann
Riley, tredicenne, affronta la pubertà mentre Ansia e nuove emozioni prendono il controllo, alterando la sua personalità. Gioia e le emozioni originali riescono a ristabilire l’equilibrio, permettendole di accettarsi e crescere.
Sequel fantastico, nonostante la critica l’abbia un po’ stroncato in quanto strutturalmente quasi identico al primo film, per me è un film giusto e divertentissimo.
Visto e rivisto in due giorni (più altre svariate volte su Disney+ quando è uscito).
A Quiet Place: Day One di Michael Sarnoski
Samira, paziente oncologica, fugge da Manhattan dopo un’invasione aliena guidata dal suono. Con il suo gatto Frodo e un giovane inglese, Eric, cerca rifugio a Harlem, legata ai ricordi del padre. Giunta a destinazione, si sacrifica per salvare Eric, che fugge col traghetto.
Come dicevo prima ho apprezzato tantissimo i film di Krasinski, che qui è produttore, e devo dire che anche questo non è affatto male, per quanto ormai abbia perso parte della sorpresa che aveva il primo film, come è ovvio che sia.
Lupita Nyong’o è fenomenale e il film meriterebbe di essere visto anche solo per lei.
Hit Man di Richard Linklater
Film che trae spunto da un articolo giornalistico del 2001, racconta la storia di Gary Johnson, timido professore e consulente informatico per la polizia di New Orleans, che viene per caso coinvolto in un’operazione sotto copertura come finto sicario. Il successo inaspettato della missione lo spinge ad accettare altri incarichi, trasformandosi gradualmente nel carismatico e spavaldo “Ron”. Quando però Maddy lo ingaggia per uccidere il marito, Gary si innamora di lei e cerca di farle cambiare idea.
Ottimo film di un regista che è sempre una garanzia di qualità. Glen Powell in formissima.
Da vedere assolutamente!

Non riattaccare di Manfredi Lucibello
Secondo lungometraggio di Manfredi che diventa sempre più uno degli autori di genere più interessanti del panorama italiano.
Durante la pandemia di COVID-19 in Italia, Irene riceve una chiamata dal suo ex compagno Pietro, che non sente da mesi. Le sue parole confuse e angosciate fanno temere il peggio, spingendola a una disperata corsa contro il tempo per raggiungerlo prima che sia troppo tardi, senza mai riattaccare il telefono.
Sicuramente debitore di Locke di Steven Knight, riesce comunque a prendere la sua strada e stare in piedi da solo.
Dostoyevsky di Damiano e Fabio D’Innocenzo
Il poliziotto Enzo Vitello dà la caccia a Dostoevskij, un serial killer che lascia messaggi filosofici dopo ogni omicidio, mentre affronta il difficile rapporto con sua figlia Ambra.
Miniserie prodotta e distribuita da Sky che è stata in sala per qualche giorno.
Fenomenale. Sicuramente l’opera migliore dei fratelli D’Innocenzo.
Meritava sicuramente più vita in sala.
Twisters di Lee Isaac Chung
Kate Carter, ex cacciatrice di tempeste segnata da una tragedia, torna sul campo con il team Storm Par e lo YouTuber Tyler Owens per testare un nuovo sistema contro i tornado.
Una cazzatona super divertente dal regista di Minari.
Deadpool & Wolverine di Shawn Levy
Deadpool, catturato dalla TVA, scopre che la sua linea temporale è a rischio e cerca un Wolverine alternativo per salvarla. Trova un Logan disilluso, ma entrambi vengono esiliati nel Vuoto, dove affrontano la tirannica Cassandra Nova.
Un film che in realtà è più un meme che un’opera cinematografica, che gioca più con il gossip produttivo che sui personaggi, di cui tra dieci anni sarà difficile ricordarsi il perché di alcune battute perché più legata ai gossip che alla trama, ma che a me ha divertito.
Però ecco, non è un film.

Una sterminata domenica di Alain Parroni
Alex, Brenda e Kevin si muovono tra la campagna romana e la città, cercando di resistere al tempo e al caldo. Tra amori, desideri e ricerca di autonomia, la loro corsa si trasforma in un grido ribelle.
Film che mi ha colpito tantissimo di un giovanissimo regista da tenere d’occhio.
Fly me to the moon di Greg Berlanti
Durante i preparativi dell’Apollo 11, la NASA incarica la pubblicista Kelly Jones di rendere la missione più coinvolgente e preparare un finto allunaggio in caso di fallimento. In una scena, Kelly ironizza: “Dovevamo chiamare Kubrick!”, riferendosi alla teoria complottista sul falso sbarco lunare.
Film che ricorda in qualche modo il bellissimo Moonwalkers di Antoine Bardou-Jacque.
Super carino e divertentissimo.
Lo consiglio.
Trap di M. Night Shyamalan
Durante un concerto, Cooper e sua figlia Riley si trovano in una trappola dell’FBI per catturare il serial killer “il macellaio”, ovvero Cooper. Dopo il concerto, rapisce la popstar Lady Raven e la porta a casa, ma lei riesce a inviare un SOS su Instagram. Cooper tenta la fuga, ma viene arrestato dopo essere stato avvelenato dalla moglie. Tuttavia, mentre è nella camionetta della polizia, inizia a liberarsi.
Film con talmente tante forzature che ad un certo punto fanno il giro e diventano logiche.
Per quanto storto, l’ho trovato super divertente.
Per i miei gusti è tra quelli buoni di Shyamalan.

Cattivissimo Me 4 di Chris Renaud
Gru e la sua famiglia vengono messi sotto protezione dopo l’evasione di Maxime Le Mal. Scoperti, Maxime rapisce Gru Jr. e lo trasforma in un ibrido scarafaggio. Intanto i Minions diventano supereroi.
Carino. È sicuramente piaciuto più ad Iris che a me.
Alien: Romulus di Fede Álvarez
Nel 2142, Rain e Andy fuggono dalla stazione Renaissance distrutta, affrontando Xenomorfi e un ibrido mutante mentre cercano salvezza su Yvaga.
Sicuramente derivativo e senza troppo da dire, ma divertente e ben realizzato.
Beetlejuice Beetlejuice di Tim Burton
Lydia e sua figlia Astrid tornano a Winter River per un funerale, ma evocano involontariamente Beetlejuice, che trama per sposare Lydia e sfuggire alla sua ex moglie Delores.
Ha le sue trovate, ma non capisco perché dovremmo essere felici del fatto che Tim Burton abbia fatto un film scollacciato che ci ricorda il primo Tim Burton.
Nonostante di Valerio Mastandrea
Valerio Mastandrea non è più solo un grandissimo attore, ma al suo secondo film posso ritenere che è anche uno degli autori italiani più interessanti degli ultimi tempi, sebbene appunto non sia proprio uno sconosciuto dell’industria cinematografica.
Un uomo trova conforto nella routine ospedaliera finché l’arrivo di una paziente ribelle lo costringe a riconsiderare la sua passiva accettazione e a riscoprire il desiderio di vivere. Il tutto è ambientato in un meta universo in cui tutti i pazienti in coma hanno una vita parallela.
Un film che si potrebbe definire high concept che mi è piaciuto tantissimo.

Disclaimer di Alfonso Cuarón
Catherine Ravenscroft, rinomata documentarista, vede il suo oscuro segreto minacciato dalla pubblicazione di un romanzo che racconta la sua storia. Miniserie vista in sala in due blocchi a Venezia.
Semplicemente meravigliosa. Quando dico che non apprezzo molto le serie devo ricordarmi di escludere dall’insieme le miniserie, format che invece mi piace tantissimo.
Maria di Pablo Larrain
Parigi, 1977. Maria Callas, ormai ritirata e segnata dalla perdita della sua voce, vive tra ricordi, rimpianti e fragili speranze nei giorni precedenti alla sua morte.
Per me è un no. Diciamo che l’Opera non è un linguaggio che conosco e che apprezzo, quindi direi che questo non ha aiutato la visione.
Mettiamola così: dei film biografici sulle donne del novecento di Larrain (regista che apprezzo tantissimo) preferisco quello in cui ha usato il cognome (Spencer).
El Jockey di Luis Ortega
I fantini Abril e Remo lavorano per il gangster Sirena, ma quando Remo uccide accidentalmente un cavallo di valore, Abril lo cerca disperatamente prima che Sirena lo trovi.
Altro film visto a Venezia che non mi è piaciuto per niente.
Vuole essere surreale, grottesco, metafisico, citazionista, ma alla fine non mi ha lasciato nulla.
Tres Amies di Emmanuel Mouret
Tre insegnanti quarantenni a Lione affrontano crisi amorose. Commedia francese divertente, forse fin troppo semplice per essere in concorso a Venezia, ma decisamente gradevole.

Babygirl di Halina Reijn
Un’amministratrice delegata mette a repentaglio la sua famiglia e la sua carriera per una relazione clandestina col proprio giovane tirocinante.
Un film che vuol essere erotico e provocatorio, ma che a mio avviso riesce solo a far innervosire.
Altro grande no, per quel che mi riguarda.
Leurs enfants après eux di Ludovic e Zoran Boukherma
Tra il 1992 e il 1998, in una città operaia della Francia, Anthony e Hacine, adolescenti di origini diverse, sviluppano una feroce rivalità dopo il furto di una moto per impressionare Steph, una ragazza della classe media.
Ecco, invece questo film mi è piaciuto un botto.
Campo di Battaglia di Gianni Amelio
Nel 1918, in un ospedale militare in Veneto, gli ufficiali medici Stefano e Giulio, amici d’infanzia, si scontrano tra nazionalismo e pietà per i feriti, condividendo anche l’amore per Anna, una crocerossina. Quando un’epidemia colpisce l’ospedale, Giulio cerca una cura ma viene infettato e muore, mentre Stefano decide di abbandonare la medicina per entrare in politica.
Il problema di questo film è che in realtà sono due film e il secondo, che tratta l’epidemia, non è assolutamente interessante.
The Order di Justin Kurzel
Nel 1983, un agente dell’FBI collega una serie di crimini nel nord-ovest Pacifico a un gruppo di estremisti di destra intenzionato a dichiarare guerra al governo degli Stati Uniti.
Un film tutto sommato riuscito, con un buon cast, che purtroppo non è riuscito a far breccia nei cuori e nelle menti degli elettori americani.
The Brutalist di Brady Corbet
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’architetto ungherese László Tóth emigra negli Stati Uniti, dove il suo stile brutalista attira l’attenzione del mecenate Harrison Lee Van Buren, che gli affida un ambizioso progetto.
Grandissimo film. Decisamente metatestuale perché imponente e strutturato come le opere architettoniche brutaliste, con una regia pazzesca e sicuramente uno dei film di punta per la prossima corsa agli Oscar.

Se posso permettermi – Capitolo II di Marco Bellocchio
In un’unica giornata, l’inerte Fausto riceve visite assurde: un parroco mellifluo, un uomo con un’idea di business sui fantasmi, un capitano dei Carabinieri con una proposta di matrimonio riparatore e infine due ladri, aiutati da Barbara. Scoperti, restano a chiacchierare fino all’alba, quando Barbara prepara il caffè.
Un corto carinissimo di un regista che sta vivendo una seconda giovinezza.
Allegoria Cittadina di Alice Rohrwacher & JR
Una ballerina porta il figlio febbricitante a un provino su L’Allegoria della caverna. Il bambino si addormenta e scompare, ritrovandosi solo nella frenesia di Parigi, simbolo di un’illusione da cui deve ancora liberarsi.
Altro corto visto a Venezia davvero ottimo.
Lo trovate su MUBI e merita assolutamente la visione.
The Mohican di Frédéric Farrucci
Joseph, ultimo pastore di capre sulla costa corsa, rifiuta di cedere la sua terra alla mafia. Dopo aver ucciso accidentalmente un sicario, fugge attraverso l’isola mentre la sua resistenza, diffusa dalla nipote Vannina, diventa leggenda.
Gradevole, ma niente di memorabile.
Familia di Francesco Costabile
Luigi, ventenne in cerca di identità, si unisce a un gruppo di estrema destra mentre vive con la madre Licia e il fratello Alessandro, segnati dall’ombra del padre violento, Franco. Quando quest’ultimo torna dopo dieci anni, la famiglia affronta un doloroso percorso di rinascita.
Una storia vera, portata sullo schermo benissimo, con un Francesco Di Leva fenomenale.

Wolfs di Jon Watts
In questa commedia d’azione, due fixer rivali sono costretti a collaborare per occultare un crimine delicato, ma la situazione precipita rapidamente, trasformando la loro serata in un caos imprevedibile.
Un film che cita Tarantino sin dal titolo che fondamentalmente è solo un pretesto per riportare in scena il duo Brad Pitt – George Clooney, cosa che funziona perfettamente.
Ozi: la voce della foresta di Tim Harper
Nella foresta pluviale, la piccola orangotango Ozi perde la sua casa a causa dell’uomo. Salvata da volontari, impara la lingua dei segni e diventa virale. Scoperto che i suoi genitori potrebbero essere vivi, intraprende un viaggio tra la deforestazione per trovarli e far conoscere al mondo la loro lotta.
Film di animazione ambientalista prodotto da Di Caprio, più interessante per la tematica che per tutto il resto, ma sicuramente un film da far vedere ai più piccoli.
Transformers One di Josh Cooley
Su Cybertron, Orion Pax scopre il tradimento di Sentinel Prime e ottiene il potere dei Prime. Il suo amico D-16, corrotto dall’ambizione, diventa Megatron. Optimus Prime sconfigge Sentinel e bandisce Megatron, che forma i Decepticon, scatenando la guerra contro gli Autobot.
Prequel animato dei film (troiai) di Micheal Bay, forse la cosa migliore della saga.
Il Robot Selvaggio di Chris Sanders
Una nave perde un robot, Roz, su un’isola senza umani. Spaventando gli animali, guadagna la loro fiducia salvando un pulcino, Beccolustro, e crescendo con lui. Dopo molte prove, Roz sacrifica la sua energia per salvare l’isola dagli umani, ma viene ripristinata e promessa di tornare.
Film bellissimo. Davvero uno dei più belli dell’anno. Anche secondo Iris.

Ricomincio da Taaac di Andrea Fadenti, Andrea Mazzarella, Davide Bonacina, Pietro Belfiore, Davide Rossi
Secondo lungometraggio del Milanese Imbruttito che stavolta perde il posto dopo un commento razzista e si ritrova a vivere con Martin, il rider che aveva deriso. Per riconquistare il suo ruolo, accetta di fare il lavoro di Martin e dei suoi coinquilini per un mese, scoprendo una realtà ben diversa dalla sua.
È chiaramente un film alimentare per il collettivo de Il Terzo Segreto di Satira, ma rispetto al primo l’ho trovato più centrato e con un pizzico di critica.
Fa ridere, ma ora voglio il film del collettivo che ha realizzato “Si muore tutti democristiani”, uno dei migliori film italiani degli ultimi anni, perlomeno per il sottoscritto.
Per questo film ho realizzato il backstage in VR.
Joker: Folié a deux di Todd Phillips
Arthur Fleck, internato ad Arkham, si innamora di Lee Quinzel. Difendendosi come Joker al processo, viene condannato, il tutto raccontato sotto forma di musical anti-musical.
Vuol essere una sorta di manifesto contro il film precedente, o forse più verso i fan del primo capitolo che hanno, a detta di Todd Phillips, mal interpretato il senso dell’opera.
Allora, premesso che non mi è piaciuto, non penso che sia un brutto film e penso di aver capito bene le intenzioni dell’autore, ma semplicemente è un film che a mio avviso funzionava più sulla carta che sullo schermo.
Vermiglio di Maura Delpero
Nel 1944, nel villaggio trentino di Vermiglio, Lucia si innamora del soldato siciliano Pietro e lo sposa. Dopo la guerra, lui torna in Sicilia ma non fa più ritorno. Lucia scopre che era già sposato ed è stato ucciso dalla moglie. Distrutta, rifiuta la figlia Antonia e la lascia in orfanotrofio prima di partire per la città a servizio, promettendo di tornare.
Il nostro frontrunner per la corsa agli Oscar, che purtroppo non ce l’ha fatta, è un film piccolo e grandissimo. Un film di atmosfera che ti immerge nella vita montanara del Trentino.
Citando l’amico Cristiano Bolla, la cosa che lo rende meno credibile è l’assenza di bestemmie, vista l’ambientazione, ma battute a parte è davvero un grande film.

Linda e il pollo di Chiara Malta e Sébastien Laudenbach
Paulette accusa ingiustamente Linda e, per farsi perdonare, le promette il suo piatto preferito: pollo con i peperoni. Ma a causa di uno sciopero, i negozi sono chiusi e l’unica soluzione è rubare un pollo vivo.
Un gioellino dell’animazione italo-francese.
Iddu – L’ultimo padrino di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza
Nella Sicilia dei primi anni 2000, un politico condannato per mafia ottiene la libertà in cambio della cattura di un boss, ma il suo piano fallisce e subisce una tragica vendetta.
Elio Germano è bravissimo come sempre, Toni Servillo idem, il film tutto sommato funziona, ma forse le aspettative verso qualcosa di diverso non me l’ha fatto apprezzare come avrei voluto.
Comunque da vedere.
Megalopolis di Francis Ford Coppola
In una distopica New Rome, l’architetto visionario Cesar Catilina vuole ricostruire la città con il rivoluzionario Megalon, ma si scontra con il corrotto sindaco Cicero e l’ambizioso Clodio. Tra intrighi politici, amori e rivolte, Catilina e Cicero si alleano per fermare la distruzione, completando infine l’utopica Megalopolis.
Per me è un disastro, con alcune ottime trovate, ma decisamente un disastro.
Per quanto sia estremamente metacinematografico, cosa che apprezzo sempre, risulta fin troppo didascalico e decisamente fuori fuoco, ma penso che Francis Ford Coppola abbia tutto il diritto di sputtanare i suoi soldi come ritiene più giusto.

Venom: The Last Dance di Kelly Marcel
Terzo e ultimo (almeno della saga con Tom Hardy) capitolo di Venom.
Eddie Brock e Venom fuggono da FBI e cacciatori alieni, finché Venom si sacrifica per fermare Knull, lasciando Eddie solo e il destino dell’universo in bilico.
Mamma mia che monnezza. Veramente imbarazzante.
Non si salva nulla.
Il tempo che ci vuole di Francesca Comencini
Durante gli anni di piombo, il regista Luigi Comencini aiuta sua figlia Francesca a superare la tossicodipendenza portandola con sé a Parigi. Una volta guarita, Francesca decide di diventare regista e di raccontare la sua storia nel suo primo film, ma il padre, pur augurandole il successo, inizialmente rifiuta di vederlo, fino a commuoversi quando la vede premiata in TV.
Bellissimo. Non capisco come mai non fosse in concorso a Venezia.
Parthenope di Paolo Sorrentino
Parthenope nasce nel 1950 in una famiglia benestante di Napoli. Cresciuta tra privilegi e contraddizioni, affronta il suicidio del fratello Raimondo, i conflitti familiari e un percorso di ricerca identitaria. Tra studi di antropologia, ambizioni cinematografiche e incontri con figure emblematiche, attraversa le trasformazioni sociali della città fino a trovare pace e appartenenza nel suo ritorno a Napoli nel 2023, accolta dalla festa per lo scudetto.
Raccontare Napoli come una donna è sicuramente una cosa interessante, ma diciamo che ho apprezzato di più È stata la mano di Dio.
The Substance di Coralie Fargeat
Elisabeth Sparkle, attrice Premio Oscar in declino, viene licenziata dal suo show di aerobica a cinquant’anni. Le viene offerta una sostanza che promette una seconda giovinezza, ma solo attraverso una versione perfezionata di sé stessa.
Tendenzialmente non sono un fan del body horror o dello splatter, ma questo è clamoroso!
È indubbiamente un film pop, grottesco, super citazionista e post moderno, ma tutto quello che fa lo fa benissimo, per lo meno dal mio punto di vista.

Un’avventura spaziale – Un film dei Looney Tunes di Peter Browngardt
Daffy e Porky devono salvare la loro casa e, insieme a Petunia, scoprono un piano alieno per controllare la mente dei cittadini con una gomma contaminata. Dopo vari imprevisti, fermano l’invasione e distruggono un asteroide in arrivo, scoprendo infine di poter ricostruire la loro casa.
Bellissimo, era da tanto che rivolevo un bel film dei Looney Tunes.
Longlegs di Oz Perkins
L’agente FBI Lee Harker indaga su una serie di omicidi-suicidi legati a un misterioso criminale, Longlegs. Scopre che il killer la conosce e che sua madre, Ruth, ha aiutato per anni il culto satanico dietro i delitti. Fermando l’ultimo sacrificio, Lee salva una bambina, ma il male sembra ancora in agguato.
Un buon film horror, divertente e con un Nicholas Cage spettacolare.
Oltre il tempo, l’amore di Sabrina Iannucci
Sul set de L’ordine del tempo di Liliana Cavani, attori e troupe vivono un’esperienza isolata di cinque settimane, riflettendo su emergenza climatica e futuro incerto. Il documentario trasforma il backstage in un ritratto intimo, dove il meteorite del film diventa metafora della realtà, mentre Carlo Rovelli spiega la fine del tempo e il set si trasforma in un microcosmo di connessione umana.
Documentario breve realizzato durante la lavorazione de L’Ordine del Tempo, l’ultimo film di Liliana Cavani, realizzato in modo intimo e super efficace.
Brava Sabrina!
Anora di Sean Baker
Anora, spogliarellista di Brighton Beach, sposa impulsivamente Vanja, figlio di un oligarca russo. I genitori del ragazzo intervengono per annullare il matrimonio, costringendola a un grottesco viaggio.
Film strepitoso che, come fa sempre il cinema di Sean Baker, ribalta il sogno americano, con un finale pazzesco. Divertentissimo! Spero che vinca tutti gli Oscar che si merita.

Berlinguer – La grande ambizione di Andrea Segre
Il film segue Enrico Berlinguer e il PCI nel tentativo di entrare al governo, sfidando la logica della Guerra Fredda. Dal 1973, quando scampa a un attentato a Sofia, fino al 1978 con l’omicidio di Aldo Moro, il racconto attraversa campagne elettorali, rapporti con Mosca e il fragile dialogo con la DC, testimoniando un’epoca in cui vita e politica erano inseparabili.
Altro film con un’interpretazione pazzesca da parte di Elio Germano, molto buono, ma forse destinato prevalentemente a chi è interessato di certe tematiche, tanto da avere tratti documentaristici, aspetto non solo stilistico. Mostra un modo di fare politica che purtroppo non c’è più e fa davvero impressione vederlo, soprattutto guardando il presente.
Personalmente mi è piaciuto molto.
Giurato numero 2 di Clint Eastwood
Un anno dopo l’omicidio di Kendall, il giornalista Justin Kemp viene selezionato come giurato nel processo contro James Sythe, accusato del delitto. Justin realizza con orrore di essere stato lui, inconsapevolmente, a investire la ragazza quella notte. Incapace di confessare senza rovinarsi la vita, cerca di convincere la giuria dell’innocenza di Sythe. Nonostante gli sforzi di un ex poliziotto tra i giurati, Justin riesce a farlo espellere e a influenzare il verdetto: James viene condannato all’ergastolo. Tuttavia, l’accusa, guidata dall’ambiziosa avvocata Faith Killebrew, inizia a collegare i fili. Mentre Justin cerca di cancellare ogni traccia dell’incidente, Faith si presenta alla sua porta, lasciandolo senza via di fuga.
Un ultranovantenne che insegna ancora a tutti come si fa il Cinema, omaggiando un altro Maestro come Sidney Lumet. Infatti il film rievoca molto il capolavoro La parola ai giurati, ma in questo film lascia lo spettatore pieno di dubbi morali. Bello bello.

Wicked – Parte I di Jon M. Chu
Nel regno di Oz, Glinda ricorda la sua amicizia con Elphaba, la Perfida Strega dell’Ovest. Un tempo compagne all’Università Shiz, Elphaba scopre le ingiustizie del Mago di Oz contro gli animali parlanti. Tradita, ruba un libro di incantesimi, fugge e viene dichiarata nemica dello Stato, giurando vendetta.
Il film è un musical molto buono, ma questa tendenza di riabilitare i cattivi non mi sta facendo impazzire.
Iris si è sorbita quasi tre ore di musical in inglese e non vede l’ora di vedere la seconda parte.
Oceania 2 di Dave G. Derrick Jr., Jason Hand e Dana Ledoux Miller
Tre anni dopo aver restituito il Cuore di Te Fiti, Vaiana e Maui affrontano il dio Nalo per far riemergere Motufetu e ristabilire il legame tra i popoli dell’Oceania.
Un sequel inutile, sicuramente ben realizzato, ma che sprizza voglia di incassare da tutti i pori.
Better Man di Michael Gracey
L’idea di mostrare Robbie Williams con le fattezze di una scimmia è geniale e semanticamente perfetta.
Un vero peccato che questa scelta sia risultata respingente e che il film abbia floppato.
Per me è ottimo ed è uno dei migliori biopic dell’anno.

The Room Next Door di Pedro Almodovar
Ingrid ritrova Martha, un’amica malata terminale, che le chiede di assisterla nel suo suicidio. Dopo giorni di riflessione nella loro villa, Martha muore e Ingrid affronta le conseguenze, accogliendo la figlia dell’amica.
Interpretazioni ottime, tematica fortissima, ma non mi ha emozionato neanche un secondo e mi dispiace molto di questa cosa.
Conclave di Edward Berger
Dopo la morte di Papa Gregorio XVII, il conclave si riunisce per eleggere il nuovo pontefice. I principali candidati – il liberale Bellini, il conservatore Adeyemi, il tradizionalista Tremblay e il reazionario Tedesco – si scontrano in una lotta di potere, mentre il decano Lawrence, in crisi di fede, cerca di mantenere l’equilibrio. Intrighi e segreti emergono, tra corruzione e scandali, mentre l’outsider Benitez, un missionario messicano, guadagna consensi.
Un buonissimo thriller ambientato in Vaticano. Da vedere!
Il complotto di Tirana di Manfredi Lucibello
Il film esplora il sistema dell’arte contemporanea attraverso un episodio reale: nel 2000, Giancarlo Politi, fondatore di Flash Art, invita Oliviero Toscani a curare una sezione della prima Biennale di Tirana. La scelta, provocatoria, riaccende tensioni tra i due e solleva dibattiti sull’arte e il suo ruolo politico. Il documentario, mescolando realtà e finzione, ricostruisce la vicenda con uno sguardo critico sulle dinamiche del sistema artistico.
Sicuramente l’opera migliore di Manfredi. Davvero sorprendente.
Bravo Manfre!
Evviva la Sala, evviva il Cinema!