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Il Comicon della Big Apple



I fumetti sono da sempre stati etichettati come qualcosa di appartenente alla cultura popolare, un genere nerd insomma, di poco interesse per il pubblico cosiddetto “alto” o istruito. Chi li conosce da tempo invece sa di cosa si parla quando si fanno nomi come Vertigo, Marvel e similia. A New York in questi giorni si svolge uno degli eventi più attesi per gli amanti del settore, il famosissimo Comicon che tiene banco con quello di San Diego ad esempio (l’evento più importante in USA per i fumettofili). Per i cultori in Italia il punto di riferimento è sempre stato il Lucca Comics, e a dirla tutta il paragone resta in qualche modo motivato. Se infatti oltreoceano possono vantare i grandi nomi e le attrazioni tecnologiche che fanno invidia alla nostra di creatività, per la ricchezza degli allestimenti e la bellezza della venue in particolare, dall’altra parte a questa magnifica fiera di nicchia, manca quell’afflato artigianale che possiede tanta parte del lavoro nella nostra penisola.

I cosplayer sfoggiano meravigliosi abiti reperiti nei grandi negozi di costumi cittadini, pochi, anzi pochissimi sembrano essere stati realizzati a mano come si usa fare invece dalle nostre parti. E non solo, anche l’offerta dei prodotti è impacchettata con maggiore dispendio produttivo e dunque economico, eppure quello che non si può fare a meno di notare è l’assenza di quel tocco ready made che ci contraddistingue come popolo ideatore (di necessità virtù recita l’adagio).

Se dunque da un lato è possibile incontrare Stan Lee o Yoshitaka Amano (icone incontrastate del panorama in questione), dall’altro è molto più asettica l’impressione che questa manifestazione riesce a comunicare. Dietro l’organizzazione impeccabile e l’attenzione quasi maniacale alla sicurezza, c’è sì la storia del fumetto internazionale, ma anche qualche falla che un occhio attento può facilmente carpire. Pur essendo gli stand forniti di ogni ben di dio, dai fumetti all’iridescente merchandising, ogni cosa è inscatolata in un modo quasi ossessivo che non lascia spazio al guizzo e all’imprevisto che ci rende invece campioni, a ragione, dell’improvvisazione. A Lucca ad esempio innumerevoli sono gli stand dove i venditori sono piccoli geni autodidatti dell’artigianato innovativo. Le mode e le correnti del settore, come Gothic Lolita, Emo e Punk solo per citarne qualcuna, vengono reinterpretate con uno spirito imprenditoriale che qua viene del tutto a mancare. Gli artisti che non fanno parte delle grandi lobby di potere (perchè anche nei mondi di nicchia vi sono), fanno fatica ad emergere a causa del mastodontico pullulare di tutto il resto. Lo show mediatico sovrasta tutto, e il confezionamento dello show influisce sul contenuto stesso, ovviamente. La business card è un filtro essenziale (come ovunque a new york) ed ormai tutti allegano insieme al proprio sito, il proprio profilo FB, indice di quanto la comunicazione tra i vari mondi possibili, si sia rapidamente accorciata in termini di accessibilità.

Quello che resta immutato, nella sua autenticità, è il feedback delle persone che visitano questo luogo. Ragazzi per lo più giovanissimi, fanno sfoggio delle proprie divise da aficionados e acquistano quintali di graphic novel e dvd di autore (è stato appena realizzato un videogames prodotto dall’epico Studio Ghibli per la Playstation: http://www.cartoonbrew.com/anime/another-world-studio-ghiblis-cg-video-game-24870.html) alimentando un mercato che, pur essendo ritenuto POP nel senso degradato del termine, pare sia in costante ascesa.

E si badi bene che non si tratta semplicemente di un modo per evadere dalla realtà e nascondersi sotto un avatar posticcio, bensì di una scelta consapevole che i ragazzi compiono approcciandosi a delle realtà diverse da quella pratica e concreta che tutti conosciamo. Perchè il fumetto è anche questo, ossia una proposta di mondo possibile (come la definirebbe forse anche Eco) da abbracciare in tutte le sue declinazioni al fine di crearsi una identità personale più variegata e articolata di quello che sarebbe possibile fare nel chiuso delle 3 dimensioni a tutti note.