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“Connected”: un film per aprire gl’occhi a tutti



Attraverso un racconto autobiografico, la videomaker Tiffany Shlain lancia un invito alla riflessione su cosa significhi “essere connessi” oggi, grazie al progresso tecnologico che ha totalmente rivoluzionato le nostre dinamiche di interazione sociale.
Figlia di uno dottore vittima di un tumore al cervello (sua diretta materia di studio), la regista mischia frammenti di filmati della propria vita personale, a spezzoni di film celebri, ed articolate animazioni per affrontare istanze universali, e condivise da chiunque viva quest’epoca di totale dipendenza dai mezzi di comunicazione.


Moltissimi i temi abbracciati di conseguenza: l’entropia verso cui stiamo precipitosamente andando a scontrare per quanto riguarda il consumo, la produzione e lo smaltimento di prodotti, le ripercussioni che questo sta avendo sull’ambiente e gli animali di cui ci nutriamo, e tutta una serie di argomenti che chiamano in causa una coscienza sociale, che, grazie alla sofisticazione delle tecnologiche, dovrebbe essere risvegliata in una dichiarazione di interdipendenza anziché di indipendenza.

Di base quando comunichiamo, proviamo lo stesso piacere di quando consumiamo “droga sesso e rock and roll”, in pratica siamo schiavi di un continuo desiderio che ci spinge a restare incollati ai nostri telefoni, portatili e quant’altro poichè rappresentano il veicolo di ulteriori relazioni. Tale bisogno occorre che sia arginato affinché non si tramuti in una schiavitù (come sta già avvenendo), ragion per cui è bene staccare la spina di tanto in tanto per godere a pieno della vita che ci circonda.


Aspetto che pure viene trattato è il fatto che l’apprendimento e i meccanismi di conoscenza con Internet siano completamente cambiati: l’era delle immagini, elaborate per lo più dall’emisfero destro del nostro cervello, segna un diverso tipo di impiego intellettivo, caratteristico di un pensiero “al femminile”, non analitico (ed organizzato secondo quella che Umberto Eco avrebbe appunto chiamato forma di “RIZOMA”).

Legato a questa nuova visione delle cose, un nuovo spirito del tempo sta emergendo attraverso il sistema nervoso centrale di connessione che abbiamo creato in tutto il mondo con le nuove tecnologie. Occorre sfruttare i vantaggi, esplorare le disfunzioni e diffondere la consapevolezza di questa nuova “connessione” nel 21 ° secolo per evitare il collasso della nostra specie. Dopo avere guardato il trailer vi consigliamo anche la visita al sito del film, dove è possibile capire più a fondo l’entità del progetto.