Tra i fenomeni musicali dell’ultimo periodo si possono sicuramente annoverare gli olandesi Dope D.O.D.
Il trio, proveniente da Groningen, composto da Jat Reapes, Skits Vicious e Dopey Rotten aveva sorpreso un po’ tutti, compresi loro stessi, col fulminante esordio “Branded”, figlio di una formula fatta di rap aggressivo, rime apocalittiche, produzioni potenti ed un’immagine arrogante. La vera fortuna dei Dope Dod è stata però quella di farsi trovare al posto giusto nel momento giusto: vengono infatti presi sotto l’ala protettrice (?) di Fred Durst, che se li coccola e spinge il video di “What happened” oltre i 10 milioni di visualizzazioni.
Niente male per un gruppo che, fondamentalmente, non dimostra skillz incredibili. E’ più l’effetto combinato di tutti gli elementi evidenziati in precedenza a rendere vincente il prodotto Dope DoD: il loro flow è scolastico, così come gran parte delle rime, però, in qualche modo, funzionano.
Specialmente dal vivo.
Ma ripetersi è molto più difficile.
Che fare per bissare il successo dell’esordio? Ripetere la formula, col rischio di diventare noiosi e prevedibili o spiazzare tutti con un nuovo sound, ingraziandosi magari la critica, ma con la possibilità di alienarsi parte del proprio pubblico? Ecco quindi che “Da Roach”, il nuovo lavoro, disponibile da oggi, viene diviso in due parti: una soluzione vagamente “democristiana” che cerca di non scontentare nessuno per mantenere la barra dritta. Le produzioni sono affidate ai compaesani Noisia, qui al lavoro sotto l’alter ego “Nightwatch”.
Parliamo di questo e di altre cose assieme a Skits Vicious. In fondo alla chiacchierata trovate anche il link per la vecchia intervista realizzata dal vivo, assieme a tutti e tre, lo scorso anno a Bologna.
Buona lettura.
Cominciamo dal disco e dal titolo. Avete sentito la pressione del dover registrare il seguito di un disco di grande successo come “Branded”? Il titolo si riferisce davvero allo scarafaggio? A me ha fatto pensare alla mitica “pinzetta” (roach clip, appunto) del Grande Lebowski. E, già che ci siamo, cosa ne pensate della pinzetta? Io preferisco decisamente il filtro.
Per quanto riguarda la pinzetta.. noi non la usiamo mai! Decisamente il filtro! Per quanto riguarda il titolo.. rappresenta l’unica cosa vivente in grado di sopravvivere ad un olocausto nucleare, imponendosi fra i detriti. Vediamo noi stessi come lo scarafaggio che striscia nei detriti dell’hip hop moderno. E’ per questo che lo scarafaggio che sta sulla copertina dell’album ha il nostro logo sulle ali. Per quanto riguarda la pressione, sì, un po’ c’è stata, soprattutto in termini di deadline. Dovevamo avere il disco pronto entro una certa data e questo non è mai una cosa bella per un artista, indipendentemente da quale sia il tuo campo. Fa parte del dover dare ai fan qualcosa di nuovo, senza lasciarli aspettare. Ma posso dirti che questo non ha inciso sulla qualità del lavoro e che non c’è stato stress nel cercare di far meglio di “Branded”. Fino ad oggi, tutto quello che abbiamo fatto è sempre risultato migliore di quanto avevamo fatto prima. Per cui, quando raggiungeremo il giorno in cui non avremo più passione, beh, quello sarà il giorno in cui non faremo più niente di nuovo.
Come sono nate le collaborazioni presenti sul vostro disco? Come siete entrati in contatto con gli artisti coinvolti nei vari featuring? Potete raccontarci qualche aneddoto dei primi incontri con qualcuno di loro?
Abbiamo incontrato gli Onyx in Francia, ci eravamo già incontrati un paio di volte in passato, sapevano chi fossimo. Ma è stato fantastico, comunque. Mi sono fatto una canna con Fredro e gli ho detto che volevamo lavorare con loro. Dro mi ha guardato e mi ha detto “Dope DOD, eh? Voi non siete quei negri che suonano come noi!?” Ahahaha, è stato grandioso. Sono rimasto in contatto con loro e se ne sono usciti con alcuni dei versi più folli presenti sul disco. Massimo rispetto per gli Onyx! Ci siamo ribeccati un paio di giorni fa qui ad Haarlem (Olanda) dove abbiamo girato il video di “Panic Room” (la nostra collabo sul disco) mentre loro erano sul set, ed anche nel backstage. Un grande “big up” a loro per averci dato l’opportunità di spaccare assieme.
Anche l’incontro con Redman è stato folle! E’ il mio mc preferito, quindi aver la possibilità di incontrarlo e di potergli parlare e di poterci lavorare assieme, è un sogno che diventa realtà. Red si è preso bene da subito e ci sono ancora delle cose che abbiamo in serbo per voi.. stiamo pensando di fare un video per “Groove” (il nostro pezzo assieme presente su “Da roach”)
Anche beccarsi con Sean P a New York è stato incredibile. Mentre stavamo girando il video di “Psychosis” gli detti il beat per “Ash n dust”.. il giorno dopo mi mandò una mail con scritto “yo! Chiamatemi! E date un occhio alle mail!” Aveva già mandato le rime per il pezzo! Noi eravamo in Jamaica, nel Queens, stavamo fumando un sacco di ganja fantastica che avevamo preso downtown, e siamo impazziti quando l’abbiamo sentito! Big up a Sean P! E’ sempre stato un mostro!
Coi Goldminerz abbiamo una connessione speciale, è un po’ come il Wu Tang o la Def Squad.. sono i nostri soci, ci siamo spaccati assieme negli States, siamo stati presenti sui rispettivi dischi svariate volte. A questo giro abbiamo pensato che avremmo dovuto rappresentare il movimento “Dope Gold” che abbiamo assieme facendo una posse cut su Da Roach. Roofless è un mio buon amico, tra l’altro io e lui stiamo lavorando assieme ad un progetto speciale, un album in coppia. Vicious e Roofless. Ne riparleremo a tempo debito. Quindi, andate a cercarvi Da Goldminerz e la roba solista di Simon Roofless. Un saluto a tutti i miei soci: Roof, Spon, Snypa, Rook, Dunokah e Eyeznpowa.
Qual è stata la vostra prima reazione al successo mondiale di “Branded”? Quando avete capito che stava diventando un fenomeno? Qual è, quindi, il vostro obiettivo col nuovo disco?
La reazione ha due lati della medaglia. Uno è il fatto che il successo l’abbiamo sempre atteso, perché questo è quello che arriva per chi crede in quello che fa. L’altro è la gratitudine quotidiana verso i nostri fan, e le persone nel mondo che apprezzano la nostra musica. Questo è un qualcosa che non va mai dato per scontato, è una specie di benedizione. Il momento in cui siamo accorti che la cosa stava diventando un fenomeno è stato quando abbiamo iniziato ad andare in tour per il mondo: ci siamo resi conto che tante persone rispettavano la nostra musica. Questo significava che le cose stavano andando alla grande! L’obiettivo di questo nuovo album è quello di realizzare un sequel che sia al livello di “Branded” ma che sia una minaccia per i nostri fan! Quindi, anche se il disco suona diversamente, faremo principalmente musica che compiaccia noi. Prendere o lasciare. E credo che I fan ameranno il nuovo disco proprio per questo motivo.. perchè questa è la ragione per cui amano la nostra musica!
Sembra che Fred Durst abbia avuto un grosso ruolo nel successo di “Branded”. Qual è stato il suo coinvolgimento, sempre che ci sia stato, in “Da roach”? Registrerete mai qualcosa coi Limp Bizkit?
Fred Durst ha avuto un grosso ruolo nel nostro successo in generale, non soltanto in quello di “Branded”. E questo non perché abbia fatto tanta promozione e passato parola (cosa che ha fatto, e che ci ha aiutati tantissimo) ma fondamentalmente perché ci ha preso sotto la sua protezione quando eravamo gli ultimi arrivati nella mischia. Quando non eravamo abituati a suonare di fronte a qualche migliaio di persone, non eravamo abituati agli hater, allo stress del tour, a concerti deludenti.. questo era tutto nuovo per noi. E queste sono cose che, se prese male, posso veramente buttarti giù, specialmente all’inizio, quando non sai come affrontarle. Ma lo Zio Fred (come lo chiamiamo noi) ci ha mostrato come gestire queste situazioni, come ignorarle, come mantenere la testa alta. Eterno rispetto per Fred Durst ed i Limp Bizkit per averci guidati. Faremo sicuramente qualcosa assieme in futuro, ne ho parlato talmente tanto con Fred. Stiamo solo aspettando la traccia giusto e il momento giusto.
Perché avete deciso, fondamentalmente, di dividere l’album in due parti? Come le chiamereste?
Industry e Funk. Sul perchè.. detto in poche parole, semplicemente perchè queste descrivono i due sound dominanti. La prima parte dell’album è molto scura, sporca, polverosa, industriale, la seconda ha un approccio (app-roach, non è ironica la cosa?) in qualche modo più funky, con una vibra più dilatata.
Personalmente ritengo che una della vostre migliori caratteristiche sia l’attitudine, quasi punk rock, che avete dal vivo. Cosa dobbiamo aspettarci dai vostri prossimi show? Chi sarà in tour con voi?
Al momento andremo in tour da soli, senza nessuno a farci le aperture. Potremmo portare il nostro socio Mulu (il ragazzino che parla con Jay all’inizio del video di “What happened”)per accendere i cannoni più grossi o fare un po’ di surf sulla folla. Riprenderemo ad andare in tour a Maggio, verremo in Italia ed andremo anche in Francia, Polonia e Svizzera, giusto per fare qualche nome. Non vediamo l’ora di fare i pezzi nuovi!
Ci fate una top 5 delle vostre erbette preferite?
Ad esser onesto, e parlo per me dato che sono io (Skits Vicious) a risponderti a questa intervista, ma immagino che gli altri saranno d’accordo.. non ho una preferenza particolare di ganja.. se la ganja è buona, è buona. Perché tu puoi avere un certo di tipo di weed, ad esempio la White Widow, che magari ha un sapore ottimo in una città.. poi vai in un’ altra, dove trovi un’erba che si chiama sempre White Widow ma è qualcosa di completamente diverso. Ha un altro aspetto, un altro odore e fa schifo. Quindi non credo molto all’idea di “tipi di ganja migliore”.. capisci? Comunque, se devo giudicare dai vari tipi che ho assaggiato negli States, direi Bubba Kush, Green Crack e G-13. E devo dirlo, non pensavamo che ci fosse della ganja, fuori dall’Olanda, migliore della nostra, e invece ce ne sono state alcune incredibili, tra le migliori che avessimo mai fumato.
Per concludere, mi raccomando! Assicuratevi di prendere “Da roach” e seguiteci su Facebook, Twitter e su www.dopedod.com per le date del tour!
Questo è il link per la vecchia intervista ai Dope, risalente all’anno scorso, relizzata in occasione del loro concerto bolognese.
https://goldworld.it/25602/music/dope-d-o-d-gli-dei-della-musica-abitano-a-groningen/