Ve lo avevo segnalato qualche settimana fa come un evento che si sarebbe preannunciato veramente diverso. A una settimana di distanza, ecco il report di come si è svolta la serata, dalla viva-penna di chi ha ideato e vissuto tutta la “storia”.
Super Bad Music Event – The Report
Report diAndrea Lanzilotto
Foto di Mauro Puccini
L’evento è stato pubblicizzato come un qualcosa di diverso per l’ambiente perugino e umbro e così è stato.
Cinque ore passate in compagnia della musica nera, i ritmi che danno ispirazione al programma web radio “Belli come il soul”, ideatore e organizzatore della serata.
Non era difficile prevedere emozioni forti, la conferma è arrivata subito dal principio quando i fiati della Beeg Beat Band hanno iniziato ad incendiare l’atmosfera: erano in diciannove sul palco, tra musicisti e voci – diretti dal Maestro Riccardo Giulietti – hanno dato vita ad un’esibizione unica, ricca di virtuosismi, impreziosita dalla voce di Cora, per l’occasione ancor più ispirata del solito.
Hanno proposto un repertorio vario, che ha toccato Bob Marley, Franco Micalizzi e i suoni duri e puri del funk americano. Sono stati trascinanti e coinvolgenti, hanno dato un tocco di qualità a tutto l’evento.
Dopo la prima ora passata in loro compagnia il microfono è passato ad artisti legati al mondo hip hop italiano: il primo a esibirsi è stato Ghemon, un artista vero e sincero, che riesce con la sua dialettica a coinvolgere il pubblico, le basi – per l’occasione selezionate da Mad Kid – sono all’altezza dei testi e il beat ti fa tornare in mente i ritmi caldi del soul. I commenti post serata lo decretavano rivelazione tra i cantanti presenti.
Non erano pochi questi, infatti farli esibire tutti, una alla volta, è stata impresa dura, ma alla fine il loro spazio se lo sono preso tutti quanti e dopo una selezione da “urlo” di Paolino Mad Kid, ecco arrivare da Roma, attesissimo, Danno direttamente da Colle Der Fomento: qui il pubblico si è acceso nel vero senso della parola, ha accompagnato parola per parola l’mc capitolino, che di certo si è trovato a suo agio tra strofe e ritmiche, queste le proponeva un certo Kaos One, altro grande protagonista del Superbad.
Dopo un pezzo cantato insieme, saliva tutto solo proprio lui, il sempre originale e energico rapper bolognese, che rimaneva in consolle ai controlli e si impadroniva del microfono, tra uno scratch e una rima rendeva ancora più calda l’aria di una platea oramai totalmente presa dai suoni black.
Kaos rappresenta la storia del rap italiano, di quel rap crudo, che arriva dritto al cuore della gente, osservare la sua esibizione ti fa tornare indietro con gli anni, quando le parole avevano un peso diverso, quando la mimica era arte.
Compagno suo d’avventura negli anni passati, quelli dell’inizio, è stato sicuramente Deda, ultimo ospite a esibirsi, oramai solo nella selezione di pezzi perché il microfono lo ha lasciato da un po’ di tempo: graffiante e stimolante dj che passa in rassegna la galassia funk, propone un sound moderno, lontano dalle ritmiche che lo hanno reso celebre con i Sangue Misto.
Tutto questo è stato il Superbad e molto di più: le persone accorse all’evento sono state le vere protagoniste, come in ogni serata, hanno reso ancora più ricca l’atmosfera, impreziosito qualcosa che già aveva preso vita nei mesi precedenti. Esperienze che fanno bene a un’intera città, momenti veri da passare insieme, in nome della musica, dell’arte e in questo caso di una cultura, quella black, che da tanti anni è viva in Italia e, mai come in questo momento, ispiratrice per un mondo diverso e positivo.
Grazie ad Andrea e speriamo che questa “bella storia” possa avere presto un seguito…