Scopri l'universo
espanso di Gold
Gold enterprise
Goldworld Logo
THERE’S NO PLACE LIKE HOME
ARTS

Big Hero 6: conversazione con i registi Hall/Williams



Big Hero 6

Dopo i successi di Tangled, Ralph Spaccatutto e Frozen, il mashup Disney/Marvel di Big Hero 6 irrompe sugli schermi italiani (dal 18 dicembre, anche in 3D) grazie all’anarchia poetica dei registi Don Hall e Chris Williams, che abbiamo intervistato a Burbank, nei Walt Disney Animation Studios, fabbrica di sogni in cartoon e celluloide.

Da dove arriva il sogno di prendere ispirazione dal fumetto Marvel creato da Steven T. Seagle e Duncan Rouleau su Alpha Flight?

Don Hall: Sono sempre stato un appassionato di Marvel e di Disney insieme. Così quando John Lasseter mi ha convocato per discutere del prossimo film, gli ho raccontato quali fossero i miei interessi da ragazzo. La scelta di combinare i due universi è stata la prima sfida. La storia è ambientata a San Fransokyo, fusione immaginaria e futuribile di San Francisco e Tokyo. Il protagonista, Hiro, genio della tecnologia e inventore, perde il fratello Tadashi in un incidente. Quello che gli resta di Tadashi è un surrogato di fratello maggiore, un robot di nome Baymax, progettato per fare da assistente medico. Hiro lo trasforma in un eroe supercorazzato, al fianco degli amici anche loro con “upgrade”.

Chris Williams: Quello che conta della commistione con la Marvel è l’essere rimasti aderenti all’immaginario Disney originale. Big Hero 6 ha tutti gli elementi classici di Bambi o Dumbo, parla di perdite, di affetti, di famiglia e fiducia. La Marvel ha seguito l’intero processo creativo ed è stata di grande supporto.

Il robot inteso come surrogato di un fratello è un elemento-chiave di Big Hero 6. Come avete lavorato su questo aspetto?

Hall: Per studiare i robot ci siamo spinti fino a Harvard, al MIT, a Carnegie Mellon. Abbiamo scoperto che si fabbricano robot gonfiabili in vinile/plastica. Per la creazione di Baymax l’idea era farlo muovere come un pinguino corpacciuto, mentre per gli occhi ho preso ispirazione dalle campane giapponesi e ho immaginato ci fosse una linea ad unirle. La storia ha momenti emotivamente forti, parla appunto di un ragazzino che perde il fratello maggiore. E il robot sembra quasi volergli far vivere un’avventura per superare assieme a Hiro il lutto, per curarlo.

Williams: Il film è un’orchestra di concept, disegni, visioni. I supereroi teenager, Go Go Tamago, iperatletica, Wasabi No-Ginger, ossessionato dalla precisione e nevrotico, Honey Lemon, esperta di chimica, e il fanboy Fred, sono il frutto di stili e manie dei vari dipartimenti Disney. Ci abbiamo lavorato tre anni e mezzo e ne siamo orgogliosi.