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L’Ignorante4.1 No global? Altre mille volte



2001, avevo 26 anni. Ricordo bene quei giorni, benissimo.

Internet era un ciclostilato di notizie frammentate, i blog allora erano pagine piene di scritte al massimo colorate e senza cartelloni pubblicitari di chissà quale bibita o stronzata commerciale, erano solamente zeppi di notizie che sembravano quasi leggende.

Eravamo no-global.. cioè, io lo ero.

E lo sarei anche ora, se non fossimo ormai.. global.

Sinceramente lo sto capendo oggi per bene cosa stavamo facendo, in cosa credevamo e cosa non volevamo potesse succedere:

cioè quello che poi è successo, l’oggi.

Quello che viviamo oggi ormai è stare dentro a quello che ci immaginavamo, siamo diventati noi stessi global e siamo noi stessi fautori della globalizzazione, fatta di social che consumano o creano l’autostima, di stardardizzazione oltremisura di tutto, dell’essere umano, del pensiero, dei libri, dell’abbigliamento…sì, ormai ci vestiamo uguali, guardiamo i soliti film e arrediamo le nostre case con gli stessi quadri.

La nostra visione era questa: La desertificazione umana.

Ma oggi ci lamentiamo? Io no.. non più.

Mi sono lamentato quindici anni del sistema, e mi lamentavo quando altri non lo facevano e quando nel farlo eravamo criticati e visti come pazzi, a volte come delinquenti o visionari… “sie.. non penserai mica che davvero possa succedere…”

Mi lamentavo e offendevo la politica fatta a cavallo tra gli anni 90 e il 2000 colpevole, secondo me, di promuovere quello che oggi viviamo.

La desertificazione umana, la pochezza di cui l’essere umano oggi vive, lo spolpamento delle istituzioni, sia nella parte economica e sopratutto in quella etica, che porta alla prima.

Nel passato rubavano i poveri per mangiare, per necessità o per disagio, oggi rubano i ricchi per essere sempre più ricchi. Avidità.

Ed oggi? Oggi ci incazziamo, oggi ci incazziamo per il risultato arrivato da quegli anni, ci incazziamo con il partito e il politico di turno dando la colpa all’oggi e non allo ieri e sopratutto non a noi stessi che magari mentre qualcuno lottava contro quello che stava accadendo sotto gli occhi di tutti eravamo a farci gli aperitivi nel locale alla moda.

Nel 1999 a Seattle iniziò la battaglia no-global contro le grandi industrie, contro la standardizzazione, contro l’impoverimento umano, sapevamo che i ricchi sarebbero diventati più ricchi e i poveri sempre più poveri.

Oggi continuiamo ad incazzarci, ad indignarci.. oggi che la consapevolezza politica vanta la profusione e la divulgazione attraverso mezzi di comunicazione così sofisticati e di sicura verità come facebook ci sentiamo padroni della verità politica, della vera etica, della vera verità. Ma state buoni.

Quando la Diaz è diventata il simbolo del sopruso di uno stato che già quindici anni fa provava in tutte le maniere a schiacciare pensieri diversi, io c’ero, dov’eravate voi che oggi vi incazzate con i politici di oggi nati proprio negli anni del G8?

Dove eravate voi che oggi vi battete per ogni cagata che passa attraverso un click, mentre a Firenze un milione di persone sfilavano per le vie della città in maniera pacifica per il social forum?

Per i giornali eravamo delinquenti..gente da cui difendersi e rimanere barricati in casa, Black bloc (ne esistevano trenta nel nord d’europa) eravamo mescolati e buttati in verità loro che non esistevano: come il sasso su Carlo Giuliani che a detta della polizia, in un primo momento, lo aveva ucciso; eravamo mescolati ai colpi di pistola sparati in un‘altra piazza (tenuti debitamente nascosti) prima che morisse Carlo Giuliani, mescolati alle cariche inutili alla rete Lilliput (pacifisti) e oggi, chi era là, come quel poliziotto che dice che rifarebbe altre 1000 volte l’irruzione alla Diaz (non lo nomino volutamente) può raccontare quello che vuole… ma la verità, oggi, sarebbe facile da scoprire, sarebbe più facile da scardinare.. perchè oggi, il grande fratello che ci avete voluto propinare a tutti i costi esiste davvero e si chiama youtube che raccoglie centinaia di video di quei giorni e basta un click, il click… quello che piace tanto oggi.

E allora andate ad indagare, andate a scoprire quei video che sembrano girati in chissà quali anni, andate a scoprirVi la verità, andate a vedere come sono andate le cose, erano anni difficili ma erano gli anni in cui una coscienza allargata avrebbe fatto la differenza, avrebbe potuto fermare l’ascesa della reality-finta sparata ogni giorno.

Oggi possiamo solo vivere il momento, sfruttarlo e usarlo ancora per quei principi che ci fecero scendere in piazza, l’uguaglianza, unità e diritti.

Oggi siamo figli di quegli anni, e chi si lamenta, ma non era in quegli anni attento al futuro ha poco da rompere.

Scuso solo chi era troppo giovane e subisce la nostra non vittoria di classe, ma per i quarantenni non ci sono scuse.

Siamo figli di Genova.

Era il 2001, nemmeno il millennium bugs riuscì a cambiare il mondo, anzi Berlusconi andò al governo ancora una volta e arrivò a fine mandato, a settembre le torri gemelle sarebbero state abbattute, internet si affacciava nelle case dei comuni mortali, i telefonini iniziavano ad essere di uso comune, il grande fratello era iniziato con oltre 10milioni di telespettatori.

Tutto partiva mentre in realtà tutto finiva.

Augh e buona fortuna.