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Quello che vedono i bambini quando giocano e altri viaggi



Quello che vedono i bambini quando giocano. Quello che tutti noi vedevamo, probabilmente in qualsiasi parte del mondo.

Quello che forse qualche ragazzo cresciuto ha visto in una notte brava il weekend scorso.

Fino ai sette anni ho passato interi pomeriggi a saltare dal divano alla poltrona, poi sul tavolo per passare a qualche sedia, a quel punto restavo irrimediabilmente bloccata davanti alla vetrina che, se mi ci fossi arrampicata, sarebbe crollata provocando una catastrofe familiare. Allora chiamavo il time-out e la lava smetteva di bruciare per qualche secondo, il tempo di arrivare nuovamente al divano.

Ancora meglio, se il tema del giorno era il mare, un delfino, più precisamente Flipper, mi proteggeva da ogni mostro marino per trasportarmi chissà dove. Potevo anche arrivare in cucina a prendere la merenda.

flipper

Da qui il principio di una nuova avventura. Mi muovevo con grazia e abilità nell’acqua trasformandomi in una sirena. I capelli, un foulard della mamma.

Parentesi: ma voi lo ricordavate che il ragazzetto di Flipper è Elijah Wood aka Frodo Baggins? Io no. Da bambina avevo pure una cotta per l’amico di Flipper. Ma andiamo avanti.

Grandi visionari -e non solo-, se li sono fatti anche da adulti questi film, il primo che mi viene in mente Lewis Carroll. Che pare abbia ispirato nientepopodimeno che James Joyce, quello del flusso di coscienza e delle epifanie, presente? Per forza, dai.

Comunque tornando a Carroll e alle visioni: avevo una gran paura del momento in cui Alice si perdeva, quella cosa-cane le cancellava la strada e i palmipedoni indicavano una via che poteva essere per ovunque.

Alice nel paese delle meraviglie

Ma alla fine Alice si sveglia, ritrova se stessa e tutto è facilmente risolto. Più o meno.

Sicuramente è stato un gran bel viaggio.

I bei viaggi sono quelli che continui a fare ad ogni età, solo con piani di lettura diversi.

Da adolescente guardavo fuori dal finestrino dell’auto di mia mamma e immaginavo, riflettevo, comunque ci andavo giù pesante di fantasia.

Adesso l’auto la guido io e mi resta il posto in treno accanto al finestrino, mi accontento.

Continueremo a guardare fuori per ispirarci ed esprimere qualcosa che abbiamo dentro. C’est la vie, ed è il suo bello.