Ferrero dice sì all’olio di palma.
Nutella va controcorrente e dedica lo spot dei 70 anni allo stigmatizzato olio di palma.
“Siamo in grado di produrre i nostri prodotti utilizzando l’olio di palma perché dal punto di vista della sostenibilità ambientale il nostro olio è migliore di quelli utilizzati dai concorrenti”, dice Alessandro d’Este, presidente di Ferrero commerciale Italia.
Greenpeace sostiene che il modello adottato da Ferrero nella produzione sia virtuoso.
Il viceministro dell’agricoltura, Andrea Olivero, attacca la campagna contro l’olio di palma sostenendo che si tratti di disinformazione e terrorismo alimentare.
Per non parlare dello scivolone di Ségolène Royal, il ministro francese che, dopo aver attaccato Ferrero sui rischi di deforestazione, fece dietrofront.
Senza poi pensare, cari consumatori consapevoli, allo spreco alimentare dovuto al ritiro di prodotti commestibili e non più acquistati perché contenenti olio di palma.
Ora vi chiedo, dato che il grasso vegetale fa bene e pure gli amici vegani lo consumano, sapete indicare una produzione di olio alternativa che abbia un impatto migliore sull’ambiente?
Ed infine, davvero volete sostenere che l’olio di palma fa male? Dai, neanche la comunità scientifica si è espressa in modo assoluto a riguardo.
Lungi da me schierarmi a favore o contro Ferrero, la cosa non mi interessa proprio e lo spot non mi piace perché lo trovo trito e ritrito.
Quello che dico è che tutta la polemica, spesso trattata in modo sterile, fa perdere serietà alla faccenda, facendola finire nel calderone delle questioni complottiste sulla falsa riga delle scie chimiche, dei rettiliani, delle 7 sorelle e chi più ne ha più ne metta.