Un film di Emir Kusturika
1998 Jugoslavia Francia
Musiche di Goran bregovic
Trovare le parole per descrivere questo film è di sicuro la parte più ardua dell’impresa…
Kusturika è riuscito a filmare ancora una volta in maniera strabiliante il mondo parallelo dei Rom che incrocia la civiltà occidentale, ma che riesce a non esserne contagiato e a fermarsi ai suoi margini…
Cerchiamo di dare un ordine a questa storia assurda e strampalata fatta di moto stranissime, maiali che mangiano auto, due gattini- testimoni, morti che vivono: ci sono due amici ottantenni ricchi, uno magnate della discarica e uno del cemento che hanno compiuto ogni genere di crimine stimandosi molto. Il figlio del magnate della discarica Matko è un buono a nulla e pur di non chiedere i soldi a suo padre li chiede all’amico di lui facendogli per giunta credere della morte del suo genitore…
Questi soldi servono a Matko per un affare losco organizzato con Dandan un ricco cocainomane che truffa la gente. Matko viene così raggirato da Dandan senza che lui se ne accorga e costretto dai debiti che ha con quest’ultimo a far si che suo figlio Zare sposi la sorella di lui Bubamara ( coccinella ) chiamata così per la sua statura piccola piccola.
Ma Zare si è innamorato della bella zingarella Ida focosa, irruente, sfrontata, bionda e piena di vita…
Da qui amici il panico.. se la prima parte del film scorre un po’ a rilento, la seconda è un susseguirsi di risate e assurdità inaudite… il cocainomane Dandan e la sua musica tamarrissima (firmata anche questa giuro da Bregovic, ed è fighissima!!) pitt bull terrier, con tanto di coretto e i balletti che fa al matrimonio di Bubamara su una musica che ci trascina e coinvolge (si fa fatica a stare fermi sul divano con Duj Sandala e le altre…);il circo zingaro con le sue giostre e il suo fenomeno da baraccone: non la donna cannone da circo russo ma il di donnone leva chiodo col sedere, mentre l’orchestra suona e lei canta meravigliosamente Ja volim te Jos; il treno che sparisce lasciando in una situazione grottesca il povero Matko; la scena d’amore più bella vista in un film tra Ida e Zare, seconda solo a quella della doppia vita di Veronica… chi non ha mai desiderato fare l’amore in un campo di girasoli con l’allegria, la sensualità e la freschezza di una gitana.. ( giuro non sono freakkettona..!! ); la fisarmonica principale strumento di musica balcana che nasconde un tesoro, un trashissimo bagno nella cacca più schifosa che possiate immaginare…
Insomma ne succedono tante in questo film dover gli attori sono brutti, ma brutti che più brutti non si può: dalle dentature improbabili, smilzi, minuti o enormi, con baffoni buffissimi e abiti pittoreschi… tutti brutti tranne Dandan il bello del film, il ritratto del tamarro occidentale, il confine tra lo zingaro e noi, in cui ognuno ( e non provate a negarlo ) riesce a riconoscersi specie se si lascia libero dai condizionamenti sociali; e tranne la bella zingara Ida, travolgente con le sue passioni, il suo carattere, la sua vitalità…
Un film bello davvero nonostante qualcuno creda che sia un film minore… ma perché mi chiedo? Dove sta l’abilità del regista se non nel riuscire a raccontare una storia dal niente, nel saper fondere in questa settima arte la musica, le immagini, le parole, i colori e i sentimenti come ha saputo magistralmente fare? Qualcuno ricorda ancora Fellini e la sua Dolce Vita?, quando uno dei più grandi registi di tutti i tempi insegnò come si fa un film senza una sceneggiatura? Nessun tema impegnato eppure un capolavoro con un unico filo conduttore tra le varie storie che è Marcello…
E allora se viene dai balcani niente pregiudizi, perché il film merita davvero…
It’s time to travel, it’s time to go (G. Bregovic)…