C’erano una volta tre ragazzi pieni di entusiasmo e voglia di fare che avevano dato vita a Biokip, il loro progetto creativo di arti underground, fatto di un’etichetta di musica elettronica, esposizioni di arti visive e una linea d’abbigliamento a tiratura limitata. I tre ragazzi avevano deciso di aprire un negozio a Milano che facesse da contenitore alle loro idee e ai loro progetti, e lo chiamarono RMX.
Questi tre ragazzi pieni di entusiasmo e voglia di fare attraverso il RMX e la Biokip Gallery (al piano di sotto del negozio) organizzavano varie mostre, feste e iniziative culturali senza sosta, e senza darsi un attimo di respiro.
Anche se i primi passi li muovevano incerti impararono presto a camminare da soli.
Questi tre ragazzi pieni di entusiasmo e voglia di fare però avevano commesso l’errore di dimostrarsi forse fin troppo leali e onesti nei confronti delle persone con cui lavoravano, e capitò che spesso la cosa gli si rivoltasse contro.
Così fu per gli “artisti” del loro magazine di grafica e per quelli delle prime tre mostre, e non solo, di cui tra l’altro i tre ragazzi si scusano per la scarsa qualità, ma come dicevamo prima era ancora il momento in cui muovevano i passi più incerti.
I tre ragazzi di Biokip comunque non si perdevano d’animo ma continuavano a portare avanti i propri progetti indipendentemente e autonomamente, e riuscivano a far parlare di sé giornali e web grazie a vari articoli, redazionali e comunicati stampa. Il giorno dell’inaugurazione di ogni nuova esposizione poi radunavano un buon pubblico di creativi e appassionati che poteva assistere alla mostra e fermarsi per un aperitivo senza dover mai pagare ingressi e consumazioni.
Il fatto è che questi tre ragazzi pieni di entusiasmo e voglia di fare davano fastidio a tutti quegli altri ragazzi che, invece di creare a loro volta qualcosa di innovativo, erano capaci solo di distruggere e sminuire il lavoro altrui, sempre più convinti che ogni produzione Biokip non nascesse dagli sforzi dei tre ragazzi ma dai loro capricci da figli di papà.
Così i nostri tre ragazzi venivano malvisti e maltrattati proprio dalle persone che più avevano spinto, su cui avevano investito e a cui avevano dato l’opportunità di fare e mettersi in mostra.
Nonostante tutto, per fortuna, questi tre ragazzi pieni di entusiasmo e voglia di fare incontravano nel loro cammino anche gente che si rendeva conto dell’impegno e della capacità necessari nel muoversi bene in un ambiente fatto di ipocrisia e falsi amici, gente che giorno dopo giorno li supportava come poteva dando loro un motivo per andare avanti. I tre ragazzi pieni di entusiasmo e voglia di fare ricompensarono sempre queste persone per fiducia e interesse dimostrati, e ancora adesso non smettono di ringraziarli.
Col passare del tempo i tre ragazzi di Biokip e RMX maturarono un’esperienza che consentiva loro di dare a ogni progetto un notevole spessore artistico e iniziarono così a ricevere consensi da parte degli addetti ai lavori della creatività contemporanea; artisti, galleristi, organizzatori di eventi e pubblicitari che li vedevano come una delle poche realtà interessanti della scena underground. Così era per l’Italia come per l’estero soprattutto, dove paradossalmente il loro lavoro veniva apprezzato e ricercato in particolar modo, quasi come Milano non fosse ancora pronta a capire quello che facevano.
Se il sospetto e l’invidia nei confronti di questi ragazzi pieni di entusiasmo e voglia di fare si faceva sempre più tagliente loro non se ne curavano più di tanto e anzi organizzarono prima una mostra sul sospetto e una sull’invidia poi, esposizioni che confermavano ancora una volta la freschezza delle loro produzioni.
I tre ragazzi che erano pieni di entusiasmo e voglia di fare non erano però altrettanto pieni di contanti (dato che auto-finanziavano ogni mostra, festa e ogni prodotto rigorosamente made in Italy) e quindi la situazione iniziò a pesare sempre di più.
Dopo un anno di attività in quel negozio i tre ragazzi di Biokip si chiesero a lungo cosa fosse il caso di farne, dato che quasi era diventato un limite per loro, che avevano sempre fatto di tutto per farlo funzionare spendendoci tutto il tempo (e non solo) che avevano a disposizione, oltretutto in una zona che non li aiutava di certo.
Alla fine i tre ragazzi pieni di entusiasmo e voglia di fare decisero di chiudere con RMX ma per poter aprire nuove strade a Biokip, continuando così a realizzare esposizioni in quella che sarà la nuova Biokip Gallery, a organizzare altri eventi forti della qualità delle audio-produzioni, delle video-proiezioni e delle live performance degli artisti coinvolti, oltre a portare avanti le t-shirt, l’etichetta di musica elettronica e tutte le altre produzioni in serie limitata.
I tre ragazzi pieni di entusiasmo e voglia di fare così non smettevano di far valere le loro idee e ancora le mettevano in concreto, certi che chi aveva seguito Biokip fin lì non si sarebbe stupito di vedere ancora il loro nome in giro.
Il lieto fine quindi è per chi questi tre ragazzi li supportava e li supporta ancora in tutta fiducia, non per chi li voleva vedere finiti, e non li vede, e gli brucia.
Thanks to: Biokip