di Alan Moore e David Lloyd
Una volta, in un’intervista chiesero ad Alan Moore che cosa ne pensasse del fatto che in molte università le sue opere venissero prese in esame per lezioni e dibattiti.
Lui rispose con la ormai celebre frase: “Ormai all’università si studiano anche le Spice Girls”. Succede perfino questo.
Fatto sta che Alan Moore andrebbe studiato e compreso seriamente, perché sono proprio opere come V for vendetta a nobilitare il fumetto non come prodotto fruibile ai più, ma come mezzo espressivo dei più alti.
Alan Moore iniziò la stesura dell’opera nel 1981, nel 1982 venne per la prima volta pubblicato a puntate sulla rivista Warrior fino al 1985 e nel 1988 venne terminato per essere raccolto in volume nel 1990. Aveva 22 anni e immaginava un futuro inquietante in una Londra post-atomica schermata dai mass media e dai controlli. Un uomo, V, misterioso personaggio che indossa una maschera di Guy Fawkes, il cospiratore che il 5 novembre del 1605 aveva tentato di far saltare il Parlamento, è l’unico individuo a compiere atti intimidatori (violenza, atti terroristici, omicidi) per spingere il popolo alla rivoluzione ai danni di quel sistema innalzato per controllare le masse.
Slogan annichilenti, rimandi a 1984 di George Orwell (che insieme a Fahrenheit 451 di Bradbury e Il fantasma dell’opera è tra le fonti d’ispirazione), i determinanti chiari scuri di David Lloyd a rappresentare graficamente, ma non solo.
Un’opera da leggere, rileggere e soprattutto da capire.
Prevalga l’Inghilterra.