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Champa



Omar: Ciao! Come mai ti fai chiamare Champa?

Champa: Mi chiamo Champa perchè i miei genitori fricchettoni mi hanno fatto dare questo nome da un maestro buddista tibetano.

Omar: Come è nato il tuo stile?

Champa: Leggendo fumetti e copiando lo stile degli altri, poi l’ho assimilato e successivamente ho cominciato a copiare i miei disegni venuti meglio. Così facendo mi sono perfezionato e ho creato un mio stile personale.

Omar: C’è qualcuno che ti ha ispirato in modo particolare?

Champa: Devo essere onesto. E’ stata colpa dei fumetti di fantascienza anni settanta (quelli di mio zio) che fin da bambino ho letto. Per citarne qualcuno Bilal e Moebius. Poi ho cominciato a leggere Dylan Dog e da lì poi tutti quanti fino ad arrivare ai Manga. Con il fumetto giapponese mi sono incastrato.

Omar: Che cosa ti ha colpito in particolare del fumetto Giapponese?

Champa: La precisione delle ambientazioni. Tutto il design intorno ai personaggi. La mania che hanno per il particolare.

Omar: Quale è il tuo fumetto preferito?

Champa: Memorie di Katsuhiro Otomo.

Omar: Come è nata la tua collaborazione con il progetto Artificial Kid?

Champa: Per puro caso. Mia sorella Dolma Yè a Roma ha incontrato il Danno che cercava un disegnatore per un progetto che aveva in mente e lei ha alzato la mano.

Omar: Cosa ne pensi del progetto?

Champa: È un disco che aspetto di sentire da tempo in quanto rispecchia pienamente il mio modo di vedere il presente.

Omar: Come hai lavorato sul progetto AK47?

Champa: Ascoltando il disco in giro, disegnando sul mio blocco. Tra l’altro questo mi ha fatto prendere coscienza su una mia vena artificiale e ha aperto in me un rubinetto di immagini. Molte sono ancora dentro di me e ogni volta che riascolto le canzoni galleggiano in superficie e si disincastrano dalle pieghe del cervello.

Omar:Hai anche costruito il “braccio” dell’AK47. Come è nata la cosa?

Champa:Siccome sono un nerd, ho giocato a giochi di ruolo dal vivo, perché se lo sono, lo sono fin nel profondo. Questa esperienza mi ha dato la possibilità di imparare le tecniche per realizzare trucchi cinematografici. Una notte ho sognato questo braccio. Inizialmente volevo fare una sorpresa a Simone e vederlo impallidire, poi siccome non sono in grado di tenermi due ceci in bocca, come diceva mia nonna, l’ho chiamato e gli ho detto “Senti, io ti costruisco il braccio che c’è nella copertina. Tu te lo metti sul palco e poi abbiamo vinto!”.

Omar: Progetti in cantiere?

Champa: Una storia a fumetti e/o un cartone animato. Al momento sto lavorando sul videoclip e su un progetto segreto sempre legato ad AK47.

Omar: Saluti…

Champa: …e balene…