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GIÀ TRATTORIA DA PIETRO
ARTS

Nike Sb – Nothing but the truth



locandina

Di Lionel Goldstein
Produzione Usa 2007
Durata 80’

Premessa: non sono uno skater.
Però da bimbino, i miei giri a Novoli sulla tavola me li facevo: la gente ti guardava sempre un po’ strano, con quell’aria che diceva “ma perché non vai in bicicletta come gli altri??”, ma dentro la tua testa lo sapevi che eri il più fico di tutti.

Bastava mettersi una magliettina della Vision e sembrava di avere il vento della California alle spalle, anche se, in realtà, ero sempre nel solito punto, ai giardinetti in via Baracca.
Poco importa poi che l’unico trick che sapessi fare era quello di salire e scendere dalla tavola senza ammazzarmi: il mio skate di allora era un grosso pezzo di legno, molto più somigliante all’asse del cesso che non ad uno strumento per farti volare.

Le leggi della fisica non mi avrebbero mai permesso di alzarmi da terra neanche di mezzo centimetro.
Ma io non lo sapevo, perdonatemi, ero un bimbino un po’ naif che non sapeva una minchia di nulla se non quello che leggeva sulle pagine dell’allora unica rivista esistente (Skate ovviamente) e per tutta un’estate c’ho veramente creduto che avrei chiuso quel cazzo di Ollie (note per i non affini al mondo delle tavole: l’ollie è il trick di base, ovvero il “salto”, il semplice sollevamento della tavola da terra senza tanti cazzi e mazzi).

Ovviamente non ci sono riuscito e alla fine dell’estate mi son rimesso a giocare col mio fido Commodore 64.

Ma questa è un’altra storia.

Avevo molta curiosità di vedere questo film (e non video come ci tengono a precisare gli stessi autori) realizzato dal dipartimento skate della Nike, amata-odiata multinazionale della scarpa.
Film quindi e non video perché, in teoria, c’è anche una trama.

Una banda di skaters viene chiamata in un posto sfigatissimo degli Usa (il genere di posto disperso in mezzo al nulla dove il tuo vicino, che sta a 20 km, pardon, miglia da casa tua è un apprezzato serial killer) e ad ognuno viene chiesto che genere di film vorrebbe girare.

Nell’idea dei realizzatori questo servirebbe a “tirar fuori” la personalità degli skaterZ: quindi ogni skater si presenta, dice cosa vorrebbe avere nel “suo” filmino” dopodichè parte il video, classico col fisheye, con tutti i suoi trick migliori.

Le cosa però non funziona granchè.
Ci sono diverse gag fatte dagli skaters che hanno un unico grosso difetto: non fanno ridere. Tra maggiorate seminude, serpenti a sonagli e gente che fa finta di vomitarsi addosso, a volte sembra di vedere una puntata di “Jackass”: ti aspetti di vedere Bam Marghera uscire da un momento all’altro.
Quando poi arriviamo alle parti coi trick finalmente la cosa si fa interessante: classica ripresa dal basso col grandangolo, un po’ di attenzione per le scarpe (ma neanche troppa), una musichina giusta ed il gioco è fatto.
Quello che funziona, alla fine della fiera, è il classico video di skate.
Perché è questo che la gente vuole: vedere i trick che non sarà mai in grado di chiudere.
Lionel Goldstein (pseudonimo sotto il quale si celano due videomaker belgi) ha voluto osare un po’ troppo raccogliendo pochino.
Le scarpe ci sono sì, ma giusto perché non si può skatare a piedi nudi e i rider sono sì bravi ma non eccezionali (almeno secondo me, a parte Omar Salazar, Wieger Van Wageningen e Paul Rodriguez che infatti si becca l’ultima parte di video).
Francamente dall’accoppiata Nike + skateboard mi aspettavo PARECCHIO di più mentre quello che ci si ritrova in mano, tolti tutti i fronzoli di contorno, è un bel video di skate con le pretese di essere qualcosa che non può essere.
Io ho una mia personale visione della cosa: alla Nike dello skate non è mai fregato nulla.
Originalmente lo skate era lo sport dell’emarginato, dello sfigato, dell’underdog che con una tavola aveva le palle per ridisegnare a modo suo l’orrido paesaggio urbano nel quale si trovava invischiato.
Poi si sa.. le mode.. ecco quindi che la compagnia di Portland si inventa sei anni fa una divisione skate, ridisegna un pochino la “Dunk” e si getta nella mischia cercando di trovare quel minimo di street credibility per fare ancora più cash.. o sono io che voglio sempre pensar male?
Ridatemi California Skate!!!! (qualcuno se lo ricorda? Ci si potrebbe fare un post..)