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Regia: Michel Gondry
Produzione: Usa 2007
Durata: 94’

Partiamo dal presupposto che Michel Gondry è un (mezzo) genio: se non vi bastassero i suoi lavori come videomaker, grazie ai quali ha collaborato con personaggi del calibro di White Stripes, Chemical Brothers, Bjork, Beck, Daft Punk, Cibo Matto e Foo Fighters andate a vedervi “Se mi lasci ti cancello” (un milione di frustate per l’importatore italiano) che fugherà ogni eventuale dubbio residuo sulla grandezza di questo regista.

La trama del suo nuovo lavoro è come sempre surreale: il signor Fletcher, proprietario di un piccolo videonoleggio parte per una vacanza lasciando il negozio in gestione a Mike.
Nel frattempo Jerry, l’amico di Mike, si magnetizza la testa in un tentavo di sabotaggio alla locale centrale elettrica.
Le radiazioni che si dipanano dal cervello di Jerry finiranno per cancellare tutte le videocassette del negozio ed i due giovani protagonisti, inguaiati fino al collo, si ritroveranno loro malgrado a rigirare tutti i film richiesti dai clienti a cominciare da Ghostbusters.
I nuovi film rigirati a basso costo e di breve durata (tutti intorno ai 20 minuti) verranno etichettati come “maroccati” (in lingua originale “sweded” svedesati) per dare loro un alone di esotismo.
La cosa buffa è che il piano idiota dei due protagonisti funziona ben oltre le migliori aspettative ed il numero di clienti che vogliono solo film “maroccati” aumenta esponenzialmente.

Nel cast di questo film troviamo Jack Black ed il bravissimo rapper Mos Def (che sembra sempre più lanciato per la carriera cinematografica rispetto a quella musicale ma andate a ri-sentirvi il progetto Black Star assieme all’amico Talib Kweli) nel ruolo di protagonisti; assieme a loro Denny Glover (socio di Mel Gibson nella saga di Arma Letale), Mia Farrow, un tempo musa di Woody Allen e la rediviva Sigourney Weaver che si ritaglia un piccolo cameo (quest’ultimo un chiaro omaggio al già citato Ghostbusters), nel ruolo di una cliente del negozio.

Il film è una feroce critica all’industria cinematografica ed allo stesso tempo un nostalgico tributo al cinema che fu. Sotto la lente onirica di Gondry vengono rivisitati film di ogni genere come A spasso con Daisy, Men in Black, Rush Hour 2, Il Re Leone, 2001 Odissea nello spazio, Boyz ‘n’ the hood e Robocop (quest’ultimo veramente esilarante).

Oltre al chiaro saluto-addio ai vecchi negozi di noleggio di videocassette nel film si trovano molteplici messaggi del regista: è lampante, in questo senso, il finale della storia dove una televisione viene casualmente distrutta in favore di una visione collettiva grazie ad un proiettore.
Durante la suddetta proiezione la telecamera di Gondry indugia sulle facce degli spettatori e cattura quel senso di meraviglia e di fascinazione che una sala cinematografica è in grado di esercitare, soprattutto tra i più giovani.

Non mancano le critiche al business del cinema che richiede film sempre più uguali, sempre più prevedibili e sempre meno “rischiosi”. Difficilmente Gondry con questo film si riempirà le tasche di soldi: molto probabilmente però riempirà teste e cuori dei suoi spettatori risvegliando qualche coscienza.
Grandissimo Gondry.