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Jei Division – part 4



“Questo sputo di terra puzza di latrina.

Le zanzare si ingozzano del mio sangue. Non reagisco. Mi lascio violare dall’entrante disgusto di una spina. Il pizzicore arriva solo ad atto compiuto, fa ridere la similitudine col resto delle cose.
Jonh è andato, chissà perché ha deciso di cambiare il maledetto percorso. C’era sabbia e delusione per entrambi. Sarebbe stato più semplice se condiviso, invece il purgatorio mi si palesa e io non sono pronto ad esercitarne la proprietà.

Il tempo è scandito da indecise folate di vento, portano in dote il marciume delle foglie d’autunno, respiro con vigore impensato e inizio a camminare.

Che si maledica Jonh e che si maledica questo stupido giorno, che si fotta la paura e che si fotta pure questo puzzolentissimo posto. I passi iniziano il proprio lavoro e mi allontanano dal punto nel quale aspettavo ingenuamente un ripensamento.
L’orizzonte è lontano e promette civiltà, i palazzi trasudano di un fumo bianco intenso. Rivestimento pannoso della cialda metropolitana. La gola mi da forza.
Avanzo lentamente, sarà neanche mezzogiorno e le ore che mi separano da Kelly sono troppe. Arriverò per cena, lei sarà bellissima, saprà spengere con un semplice gesto tutte le mie ansie. Il suo sorriso sarà acqua su un fiammifero. Già la vedo, vestita di rosso, profumata del suo profumo. Mi guarderà e io sarò di nuovo forte. Dea immortale della mia routine. La notte sopprimerà tutto il resto, ci sarà lei e ci sarò io. Che bruci tutto il mondo.”

Visto dalla fattoria Meredith era un punto, un punto solo nel bel mezzo del niente. Trascinava i passi come fossero ferri da stiro, sembrava veramente di stare in Texas e che quella fosse la scena finale di un qualche film Western. Un cavallo, mancava un cavallo perché tutto risultasse perfetto. Jonh aspettò ancora qualche secondo, passò la sigaretta a Bella e dette gas. Kelly sedeva sul sedile posteriore e per il compleanno di Jack aveva scelto un vestito rosso. Sotto la gonna un biglietto d’auguri.

Jack vide la fattoria Meredith in lontananza e subito dopo una coltre di fumo che inghiottì tutto. Provò a non sorridere, ma non ci riuscì.