Torna nuovamente a Firenze il progetto Expedisound. Dopo l’esperienza in Mongolia di cinque anni fa, la carovana del suono sbarca in Cina e, stasera, al Viper Theatre. L’idea è quella di raccogliere, tramite il viaggio della carovana, una serie di suoni che vadano a formare una soundbank, una sorta di database con alcuni suoni tipici di ogni paese che possano essere poi manipolati dai dj di tutto il mondo.
L’idea, lanciata dalla francese IOT Records, è giunta alla sua quarta incarnazione, e chi meglio del boss dell’etichetta per illuminarci su passato, presente e futuro del progetto Expedisound?
Qual era l’idea iniziale dietro al progetto Expedisound?
Expedisound, come nome, nasce come un viaggio di sei mesi attraverso Marocco, Mauritania, Senegal e Mali. Tre crew provenienti da altrettanti soundsystem (Tomahawk, TeKnocrates e IOT Posse) decisero di lasciare la vecchia Europa per capire se fosse possibile condividere musica con persone di questi paesi. Nelle nostre menti il ritmo originale del tamburo proviene dall’Africa. La scena europea dei free party all’epoca era stata in qualche modo “silenziata” ed era molto lontana dall’idea originale di condivisione di musica. C’era la cora al sound più grosso, un’uniformità della musica ed un gap tra il sound system e le persone che ballavano. Dop aver attraversato l’Europa si rese necessario, per noi, scoprire come la nostra musica potesse essere percepita dalle popolazioni nate nel mezzo del ritmo e della percussione, che sono alla base della tekno. Quindi principalmente ci fu la voglia di scoprire paesi nuovi e culture diverse che ci spinse a muoverci.
L’obiettivo invece qual era allora? E oggi?
Come ho detto, l’obiettivo era scoprire cose nuove. Personalmente parlando, dopo due anni passati ad apprendere tecniche di registrazione, il mio obiettivo era quello di registrare più suoni possibili per poter creare una soundbank che potessi poi far avere ai miei amici rimasti in Europa. Queste soundbank erano la scusa per creare l’etichetta come entità. Il viaggio fu fatto nel 2002-2003, l’etichetta nacque nel 2004. Ero dell’idea, e lo sono ancora, che il fornire la stessa soundbank a persone diverse potesse donre un’omogeneità finale al disco. Qunado comincia a registrare il primo disco non mi preoccpai troppo del futuro, vedevo il progetto come un’idea one shot. Tutti coloro che facevano parte dell’Expedisound avevano un compito: il mio era di far “suonare” le band locali con le quali facevamo musica. Otto anni dopo l’obiettivo è decisamente differente, perchè l’importanza oggi è quella di diffondere al maggior numero possibile di persone un tipo di musica che rischia di sparire a causa della globalizzazione. Osservando con l’occhio del testimone diciamo. Il secondo punto è quello di abbattere le barriere tra generi musicali. E’ decisamente eccitante provare a far interessare persone che ascoltano musica tradizionale alla teknoe viceversa.
Come avviene la scelta dei campioni? Ci sono parametri da rispettare?
I suoni raccolti dovrebbero dare un’idea dei paesi attraversati. L’ascolto del soundbank darà immediatamente l’idea del suo paese di origine. Chiaramente la musica tradizionale è la più importante da registrare perchè la musica ed i musicisti tradizionali rappresentano una grossa fetta della storia culturale del paese e tramite loro è possibile avere un’idea più chiara del paese stesso. Strumenti tradizionali, ma anche suoni naturali, suoni cittadini, discorsi, venti, animali.. è incredibile quello che può esser raccontato attraverso un suono! I parametri principali da rispettare sono nelle modalità con cui entrare i ncontatto con le persone. Nelle quattro release fatte non conoscevamo le persone che saremmo andati a registrare, i lviaggio ti da quindi l’opportunità di incontrarle e ci vuole del tempo per creare un’atmosfera di fiducia, per far sì che queste persone si fidino di te: questo è l’unico modo per fare le cose in buone condizioni, con valori umani ed uno scambio naturale. Ci sono così tanti casi di persone che vanno i ngiro per il mondo a registrare cose e persone per poi sparire nel nulla. Noi, a partire dal viaggio in Mongolia e proseguendo con quello in Cina, abbiamo messo sotto contratto le persone che incontravamo lungo il viaggio, in modo che potessero godere delle royalties ottenute con la vendita dei dischi. (tranne per l’Indonesia che era in free share). Abbiamo inoltre aggiunto immagini e video alla soundbank per aiutare i musicisti ad avere più informazioni ed ottenere così più omogeneità nel prodotto finito.