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Sicily Music Village. L’ennesimo festival bloccato..



 

Ecco un altro festival che ancor prima di diventare d’importante è stato chiuso per motivi ai quali ormai, noi italiani, siamo abituati. Il “Sicily Music Village”, l’evento musicale più grande e promettente della Sicilia, che negli anni passati ha avuto luogo nello splendido scenario di Scicli (Rg), quest’anno non ci sarà. Nelle due passate edizioni, tanti nomi avevano già provato l’ebbrezza di trovarsi davanti al caloroso pubblico siciliano, che da anni aspettava una manifestazione simile e finalmente l’aveva trovata; ma, si sa, le cose belle durano poco.

Nel 2011 Elephant man, Black Chiney, Shaggy, Pendulum e molti altri hanno inaugurato la prima edizione, riscuotendo un grande successo: 24000 presenze in 5 giorni, niente male per essere il primo anno. L’anno scorso Barrington Levi, Henrik Schwarz, Etienne de Crecy, Dirtyphonics e altri numerosi artisti italiani e internazionali hanno dato un segno importante alla Sicilia e a tutta l’Italia, dimostrando di voler fare sul serio. E non ho ancora citato i nomi dell’hip hop italiano ed europeo in generale: Stokka e Medbuddy, Ensi, Clementino, Dj Gruff, Salmo, Foreign Beggars, Kiave, Macro Marco, i Colle der Fomento. Sono i nomi che evidenziano l’elevato livello musicale che in soli due anni il festival aveva raggiunto. L’anno scorso i partecipanti al festival sono stati 32000, quasi 10000 in più rispetto al 2011. Adesso basta! E’ stato deciso. L’allegria e l’emozione che nelle ultime estati hanno fatto vibrare la nostra isola è stata soppressa per “Prescrizioni invalicabili nella struttura a carattere momentaneo, limiti musicali e di alcool”. Ecco cosa mi hanno detto gli inermi organizzatori dell’evento quando ho chiesto loro i motivi che li hanno spinti a chiudere il festival. Motivi futili rispetto al fine e tutti tipicamente italiani.

Ricordiamo il “Rototom Sunsplash”, il festival reggae europeo che negli ultimi anni aveva raggiunto e superato le 100.000 presenze, prima di esser spostato dall’Italia alla Spagna in conseguenza agli “accanimenti di sorveglianza” che hanno portato a “provvedimenti che hanno reso impossibile rimanere ad Osoppo”. Questa scelta è legata per lo più alla violazione della legge Fini-Giovanardi, per cui “chi adibisce o consente che sia adibito un locale pubblico o un circolo privato di qualsiasi specie a luogo di convegno di persone che ivi si danno all’uso di sostanze stupefacenti o psicotrope è punito, per questo solo fatto, con la reclusione da tre a dieci anni e con la multa da euro 3.000 ad euro 10.000”. Ecco fatto! E così che uno dei festival più importanti d’Europa viene trasferito in Spagna, provocando amare delusioni fra gli appassionati del genere e non solo. Tuttavia se fosse stato un caso isolato, sarebbe stato solo di uno dei tanti effetti del proibizionismo che, nel nostro Paese non accenna ad attenuarsi. Non condivisibile, ma giustificabile. Ma non dobbiamo scordarci di tutti gli altri festival che negli ultimi anni sono stati portati a chiudere o a ridimensionarsi, trasformando l’Italia dal paese dell’arte al paese che limita l’arte.

Nella East Coast siciliana a pochi giorni dalla terza edizione del festival, viene annunciata la sua chiusura, tuttavia, sono stati assicurati alcuni dei principali eventi in programma. Roni Size, Ellen Allien, Mighty Crown, Salmo non mancheranno, saranno presenti e carichi, pronti a offrire il massimo per riuscire, nonostante le resistenze, a far muovere i culi di tutti quelli che aspettano da tempo questa splendida manifestazione soppressa sul nascere. Il “Sicily Music Village 2013” si trasforma in “South Sicily Events”, impegnato nel gestire la volontà e i desideri degli ospiti e dei partecipanti: ovvero ballare, ascoltare buona musica, divertirsi e far divertire.

Anche nel caso siciliano, quest’anno, i “soliti noti” hanno raggiunto il loro obiettivo: sono riusciti ad eliminare, a distruggere uno dei pochi segni di rinascita musicale, turistica ed emozionale di una terra rimasta per anni nella mediocrità, da tanti punti di vista. Io, come tanti, m’interesso, sogno e vivo di musica, e negli ultimi anni ho visto tanta gente farsi in quattro per cercare di creare qualcosa che facesse rinvigorire la nostra splendida terra, con voglia, passione e quasi senza nessun tornaconto economico.

A dispetto di tutto e di tutti, comunque, quei picciotti c’hanno provato, hanno rischiato, hanno lottato contro questa tendenza tutta italiana a decapitare ogni volontà creativa e organizzativa, non solo musicale.

L’impoverimento culturale, musicale e quindi sociale, procede, imperterrito, senza via d’uscita nella terra dell’arte e della cultura, e magari fosse ancora una volta, solo ed esclusivamente, un caso meridionale…