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D*face, o come remixare arte di strada, punk e pop art



Il fatto che uno dei suoi segni di riconoscimento siano un paio di alette stilizzate all’altezza delle teste a cui fanno da decoro già rende l’idea del personaggio. D*face dice di sé che per evadere dalla routine di tutti i giorni ad un certo punto ha iniziato a creare una serie di personaggi “disfunzionali” che facevano parte di un mondo “disfunzionale”, per spezzare le catene che lo incollavano alla sua scrivania, ed è stato così che ha creato un universo senza regole, dove concetti come la fama, il consumismo nella sua accezione più trivia, e tutto ciò che rappresentava un valore sterile, fossero sbeffeggiati a suon di immagini. Ecco perchè le ali al cervello…

Una selezione di interventi di D*face nelle strade di New York, Barcellona, Los Angeles e Melbourne in Australia.

Il suo lavoro si esprime tramite una certa varietà di mezzi e tecniche, con uno stile che in parte fa il verso alla Pop art di un tempo, dall’altra tende a mischiare motivi iconici in maniera sregolata e multiforme. Come tanti degli street artist del panorama internazionale, e degli artisti che in genere hanno più successo con la stessa tecnica, la strategia che ha adottato è quella della provocazione, irriverente, brillante sia nei contenuti che nelle proposte visive.

Supereroi, mostri, fumetti, celebrità, si sdoppiano, si spezzano e si sintetizzano in proposte semplici ma efficaci dai colori fluo, irruenti e decisi. Di recente ha realizzato anche la copertina per un disco di Christina Aguilera, sua appassionata collezionista.

SOPRA – La copertina dell’ultimo disco di Christina Aguilera disegnata da D*face, con accanto una stampa che reinventa in versione punk la regina d’Inghilterra (uno dei soggetti preferiti dall’ironia dell’artista). SOTTO – Il tema dei soldi è un’altra costante del lavoro di D*face.

SOPRA – Due esempi delle tipo di stampe realizzate in edizione limitata che D*face offre attraverso gallerie d’arte per finanziare il suo lavoro. SOTTO – Fra le ultime opere dell’artista c’è un grande murale, installato lo scorso aprile a Los Angeles in occasione di una retrospettiva, che sbeffeggia lo stile del maestro della pop art Roy Lichtenstein, e una piscina, riciclata come luogo di esibizione degli skaters, “riempita” di teschi.