Sesto Carnera, AKA di Lorenzo Tonelli, è un rapper pugliese, più precisamente di San Severo, in provincia di Foggia, che fa parte della crew Sang & Slang.
Dal 2012 Sesto è molto attivo al microfono, da prima nelle battle di freestyle e dopo anche come live Rap. Il primo progetto ufficiale di Sesto esce nel Dicembre 2014 con il nome di “Lexotan Mixtape”, tape che al suo interno vede la collaborazione di Toni Joz dei 13 Bastardi. Successivamente, insieme ai Sang & Slang pubblica, nel Giugno 2016, il disco “Roots”.
Parallelamente a questo, Sesto, insieme a Mulo e Teddy, partecipa al progetto “When I B On Tha Mic”: una serie di eventi iniziati nel 2016 e terminati nel 2018; i quali hanno permesso ad alcuni dei migliori freestyler d’Italia di partecipare a quesi appuntamenti come ospiti e giurati.
Sempre nel 2018 Sesto, insieme ai Sang & Slang, partecipa alla compilation di emergenti curata Turi: “Back To The Roots”, con il brano “Tè fatija”; e, nello stesso anno, pubblica anche il suo primo album ufficiale: “Scripta Manent”, un progetto che contiene ben venti tracce e che vede la partecipazione di molti altri artisti.
Dal 2018 a oggi Sesto Carnera ha continuato a pubblicare singoli e a partecipare e vincere svariate battle di showcase, come l’“End Of Days” a Milano e l’“Urban Land” a Roma; e più recentemente, nel 2021, ha pubblicato anche l’EP “Isaiah”, in collaborazione con PKay Prozak.
Oggi chiacchiereremo proprio con Sesto, che per l’occasione ci ha gentilmente concesso l’anteprima del video della sua traccia “Ruelle”. Vi consigliamo prima di leggere la nostra chiacchierata e poi di ascoltare la traccia, sicuramente dopo aver letto le risposte di Sesto la traccia suonerà in maniera diversa.
Read it & listen it!
Ciao Sesto, benvenuto su Goldworld.
Parlaci del tuo percorso, quando hai cominciato a sperimentare il rap e perché?
Salve ragazzi.
Ho cominciato a sperimentare il rap intorno ai 15 anni, precisamente nel 2009. Durante la mia adolescenza mi ritrovai ad ascoltare parecchia musica rap e da lì a poco decisi di mettermi a scrivere. Sentivo di avere molte cose da dire e la scrittura mi dava l’opportunità di scavare dentro, mettendo nero su bianco quello che vivevo e percepivo.
Dopo qualche mese passato a scrivere iniziai a cercare chi appartenesse e contribuisse alla cultura Hip Hop nella mia zona. Dopo aver visto i primi live è iniziato il percorso artistico più bello della mia vita.
Hai avuto a che fare anche con le altre discipline dell’Hip Hop oltre l’MCing?
Si, mi sono cimentato nel Writing per circa tre anni.
Non ero per niente bravo, però mi sono divertito un sacco.
Dai tuoi testi possiamo capire che vieni da un contesto non così semplice. Ci raccontano una provincia cruda, dalla quale è difficile emergere e nella quale non è sempre così semplice vivere. Cosa ti spinge a portare avanti questo racconto?
La necessità di raccontare il disagio quotidiano che un individuo vive quaggiù.
La mia provincia è alquanto povera, non ha centri di aggregazione giovanili e culturali e non ci sono strutture economicamente solide per creare eventi; il tasso di disoccupazione è alle stelle, la criminalità è dilagante e siamo ultimi in classifica per vivibilità. Provate ad aprire una delle “tante pagine” di informazione e distribuzione di notizie della provincia di Foggia, vi ritroverete davanti a scenari folli: un luogo che sa di assurdo e senza alcuna regola.
Abbiamo provato a creare molteplici eventi con le nostre umili forze, grazie a due spazi importanti: il centro culturale “I Sotterranei Centro Ricerca Le Arti” e L’”Ex Carcere di Apricena” (ve ne abbiamo parlato qui n.d.r.), che dal 2015 al 2019, hanno dato la possibilità ai ragazzi di potersi esprimere.
Le istituzioni però sono sempre state assenti e adesso con l’avvento del covid è sparita ogni possibilità di creare cultura dal basso. Vivo ogni giorno il peso del mio territorio, devo quindi raccontarlo sia per esigenza personale sia per dare una voce a chi sopravvive in questo pezzo di terra dimenticato da Dio.
Quale è la cosa che, secondo te, sino a ora è stata più apprezzata e compresa di quello che fai e di quello che hai fatto?
Questa è una domanda davvero molto interessante.
Parto dal presupposto che non credo sia stato compreso artisticamente. Ho una scrittura molto ermetica ed oggi la gente non ascolta i testi, non è in grado di andare in “profondità”. Sicuramente però ci sono persone che hanno creduto e credono in me, come la Dreki Agency e alcuni pionieri conosciuti durante il mio percorso.
Chi ne sa è in grado di riconoscere il mio potenziale tecnico, manca però quel tassello che mi porti alle orecchie di un pubblico più vasto. Inoltre le battle di showcase testimoniano il mio alto livello nel performare live; lo dimostrano le vittorie che ho portato a casa guadagnandole in tutto lo stivale.
Concludendo non so dirvi di preciso cosa di me sia stato meno capito e cosa di più, credo che io sia ancora un artista da scoprire.
Hai partecipato a parecchi progetti, come il recente “Drop Out”, quanto è importate l’unione e il supporto reciproco secondo te?
Sono due cose per me importantissime. Proprio per questo motivo ho sempre portato avanti la creazione di jam e contest che potessero dare spazio a tutti in provincia.
Dagli eventi creati con la mia crew, al WIBOTM fino agli ultimi contest organizzati insieme ai “I Sotterranei Centro Ricerca Le Arti” di San Severo.
È fondamentale fare aggregazione per poter creare condizioni positive e far crescere collettivamente il territorio. In uno dei primi pezzi pubblicati con i Sang Slang, dal nome “Unity”, si affronta proprio l’importante tema dell’unione. “A soluzion è l’union”.
Grazie ancora per la possibilità di avere “Ruelle” in anteprima.
Questo brano crudo riesce sicuramente a dare una rapida idea di quello che vivi quotidianamente.
Grazie a voi per lo spazio.
Si in “Ruelle” credo di essere stato molto nitido e descrittivo. Nei precedenti progetti ho sempre raccontato le cose con un velo allegorico e metaforico. Negli ultimi tempi però urge in me l’esigenza di essere più chiaro, perché più cresco e più sono sensibile rispetto all’ambiente circostante, dunque sono più arrabbiato.
Dalla scorsa release, “Isaiah”, ho cominciato a raccontare San Severo nella “mia” maniera più limpida e precisa, voglio portare l’ascoltatore nei vicoli e ricreare la dimensione dei miei scenari quotidiani. Infatti nel nostro dialetto, che ha influenze francofone, vicolo si pronuncia “Rujelle”, da qui la scelta del titolo.
Brahma inoltre è stato davvero talentuoso ad intercettare il mio viaggio, ricreando un ambient sonoro notevole e suggestivo. È stata una collaborazione davvero interessante quella con Brahma, ci siamo compresi facilmente e lui ha captato subito in che mood avrei voluto suonasse il brano. È un talento in quello che fa, spero di continuare a farci robe insieme in futuro, ha la visione giusta, oltre ad essere un compositore versatile e 360 gradi.
Questo singolo anticipa un progetto più grande, come un EP o un Album?
Si, “Ruelle” è una bellissima parentesi che precede il mio secondo disco.
Dopo “Scripta Manent” questo sarà il mio secondo progetto più impegnato.
Dicci qualcosa di più rispetto a questo album.
L’album che uscirà prosegue l’immaginario profetico che io e PKay Prozak abbiamo iniziato con “Isaiah”.
Questa volta però , rispetto alla prima release, sarà un progetto ben studiato e articolato con 11 tracce. I beats saranno prodotti tutti esclusivamente da PKay Prozak.
Il progetto dovrebbe vedere la luce entro la fine di Aprile. Il team Dreki Agency mi ha dato una grande mano a livello di visione artistica, sto piano piano evolvendo il suono, uscendo anche dalla mia classica zona comfort.
Grazie mille per la chiacchierata Sesto, alla prossima.
Rock On!
Le tracce “Ill Battista” e “Ruelle” sono presenti, o sono state presenti, in Keep Playin’, la Rap Radio Playlist di Goldworld su Spotify! Seguila per rimanere sempre aggiornato su tutte le ultime uscite musicali! (Link)
