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La Nuova Era di Maury B | L’intervista



Il rapper torinese ci parla del suo nuovo disco prodotto interamente da DJ Douglas. Un viaggio tra rime, strada e vita vissuta.

Parlare con Maury B è parlare con una persona matura che conosce la strada e l’Hip Hop. E mi sembrano che questi due elementi siano il filo conduttore di questo suo nuovo album.

Il primo ricordo che ho di lui è alla storica Indelebile, una jam assurda dove salì sul palco e fece un freestyle pazzesco. Era veramente un precursore di una scuola di improvvisazione metrica che rende Torino una città leggendaria.

Poi l’ho visto mille volte con i Gatekeepaz, sempre con la stessa attitudine, reale e onirico, uno che ti racconta quello che succede nella strada, ma anche le emozioni che lo spingono a rimettersi in gioco. Anche se credo che il microfono sia più una cura, che un vizio per lui.

E proprio con Maury abbiamo parlato del suo ultimo album, del mondo che cambia e inevitabilmente della vita di strada.

Maury B & DJ Douglas Nuova era (cover)

Partiamo dal titolo e dalla copertina del disco: cosa è la Nuova Era (che è il titolo anche dell’ultima canzone dell’album) e chi è quel fantastico cucciolo sulla cover?

Ciao un saluto e un abbraccio a tutti, allora… il cucciolo sulla cover altro non è che il cane del grafico a cui abbiamo affidato il concept del disco, in quanto gli abbiamo chiesto di simboleggiare l’idea con qualcosa di iconico che rimanesse impresso nella mente prendendo esempio che ne so, dal primo album di Notorius B.I.G , in cui è raffigurato lui stesso da bambino.

Ma ovviamente non volevamo bytare l’idea pari pari, ma prenderne spunto, e devo dire che a mio parere come quello di tanti altri ci siamo riusciti; perché volevamo dare l’idea di una nuova ripartenza, una nuova era storica come quella che sta vivendo il rap italiano e anche quella che si respira nell’aria.

In quanto è vero che oggi nel 2025 il mondo riversa in cattive acque, abbiamo guerre, distruzione, odio e una nuova ondata di violenza soprattutto tra i più giovani purtroppo, ma noi proponiamo un cambio di tendenza, come un’azione controcorrente, una mentalità propositiva, un risveglio spirituale, una nuova speranza.

Inoltre la nuova era riguarda anche le sonorità del disco che ovviamente si rifà al passato come mio solito, perché non dimentico mai le origini del nostro suono ma che si proietta verso nuove frontiere.

Abbiamo voluto dare un suono fresco adatto ai giorni nostri, anche perché DJ Douglas è un ragazzo del 1999, quindi lui è come se avesse immagazzinato il meglio dal passato dell’Hip Hop ma si affaccia sul mercato del rap italiano con una nuova visione sonora, e per me è stato un tappeto perfetto.

Devo dire che l’alchimia che si è creata mi ha davvero soddisfatto, così come i miei/nostri ascoltatori più affezionati, come è vero che ne abbiamo raccolti anche diversi molto più giovani, e questo era esattamente il nostro obiettivo!

Qual è secondo te il “piano immaginario” che menzioni in Nuova Era?

Il piano immaginario è quello che si ristabilisca la sintonia tra le popolazioni così come la pace e l’armonia; ma anche pace interiore personale, perché parte tutto da noi in primis anche nel nostro piccolo, perché siamo sempre noi con il nostro esempio a dare l’input di reazione e comportamento.

Io penso che bisogna essere tutti un po’ più chill, o forse semplicemente sono io in questa fase e voglio esprimere questo.

In ogni caso penso che sia un buon input in generale, perché noi come artisti/rapper abbiamo anche la responsabilità che dalle nostre parole molte persone prendono spunto o maggiormente un esempio, quindi è importante buttare fuori parole di speranza di nuovo riscatto.

Ultimamente trovo che nei testi della nuova scena rap/trap c’è un’esaltazione della bamba, i rapper parlano di barelle quasi come fosse il gatorade… o una cosa figa che gira nel quartiere. Nei tuoi testi, mi sembra che metti in guardia invece da questa roba, senza fare inutili moralismi. Ce ne parli meglio?

Ma in realtà io mi guardo da essere moralista, perché per chi mi conosce meglio, o conosce la mia storia di vita lontana dal microfono e dalle scene musicali, dovrei essere probabilmente l’ultimo che potrebbe fare della morale agli altri.

In questo disco ci sono dei riferimenti a vita di strada, storie di spaccio nei quartieri come nel pezzo con Brenno Itani dal titolo “God Damn“. Ma noi siamo semplicemente voci che raccontano ciò che vedono da vicino, ciò che si vive, ma ovviamente tutto viene filtrato e messo in rima dando una nostra interpretazione e la nostra interpretazione è appunto God Damn, che cazzo succede qui?

Poi come ho già avuto modo di dire in altre occasioni la trap piace; io dico solo che come è stato nel periodo d’oro del rap italiano negli anni ’90 anche lì c’era qualcuno che non corrispondeva ai miei gusti, così come è oggi per la trap italiana o americana; nel senso che c’è chi la fa bene e chi un po’ meno, ma questo è poi sempre un discorso di giusti personali.

Io penso che siamo tutti free di esprimerci come meglio crediamo e rispetto la visione assolutamente di chiunque in questo gioco del rap, poi ovvio ognuno sceglie cosa preferisce ascoltare e cosa non, ma alla base deve esserci assolutamente libertà di espressione per tutti e tutte. Anche perché noi veniamo dalla old school, quindi abbiamo visto e vissuto ogni cambiamento in questa musica e dico che il cambiamento, se porta innovazione e nuova linfa per la gente è sempre ben accetto.

Le basi sono delle vere bombe, tutte prodotte da DJ Douglas. Come vi siete conosciuti? Ci parli un po’ di lui? Che macchine avete usato per le produzioni?

Ho conosciuto DJ Douglas nelle zone della Valle Pellice sopra Pinerolo, precisamente a Torre Pellice, in quanto frequentavamo persone, amici, artisti in comune. Il nostro plug per la precisione è stato Parsifal, anche lui ottimo artista.

In più mio padre vive da quelle parti, quindi nelle estati in cui stavo da lui, anche per evadere dal caos e dallo stress di Torino, ci beccavamo in tante occasioni. Precisamente in quella in cui l’ho conosciuto, ci riunivamo accomunati dalla stessa passione e abbiamo fatto diversi live per le valli nei free party, tra l’altro sempre bellissimi e con un’atmosfera sempre speciale.

Ricordo che un giorno in cui andai a beccarli per fare musica, vidi questo ragazzo ai piatti e ho subito capito che aveva stoffa, con una marcia in più, quella che hanno solo i predestinati, quindi gli chiesi subito di partecipare e di collaborare.

In quel caso in un pezzo che stavamo facendo all’epoca per l’ep con Dope OneNa.To Qui” nella traccia “Leonardo“; da lì è partita la nostra collaborazione da prima delle registrazioni di “The legacy 2023” (scorso album) in cui io avevo testi senza beats, quindi una volta con lui a Milano al Laate studio, dove lui è fonico, abbiamo selezionato e messo a punto dei beats adatti a quei pezzi.

Come ad esempio la traccia con Ensi, quella con Mattak in cui tra l’altro abbiamo deciso e chiesto le collaborazioni assieme. Poi il feeling è proseguito, fino al punto che ha continuato a fornirmi dei beats, sui quali puntualmente scrivevo istintivamente e registravo. Questa volta qui a Torino, precisamente all’Head Studio, studio di cui fa parte anche DJ Douglas, ma questa volta col sapiente Beatnetti in cui si è occupato di tutte le registrazioni; perché quando si è sulla stessa linea d’onda funziona così, non c’è bisogno né di troppe parole né di troppo tempo, le cose si fanno quasi da sole così come è stato per i dischi coi Gatekeepaz, i miei prodotti con Fritz Da Cat o con Next Diffusion.

D’altronde l’Hip Hop è così, è sintonia musicale, ideologica, a volte anche politica, in cui le persone simili si accomunano e creano qualcosa di buono per gli altri, la musica è intrattenimento, benessere, messaggio è energia. Nuova Era.

Chi sono oggi gli OG (original gangster)?

Be’ il termine O.G. oggi è ormai usato soprattutto sai… dai più giovani in questo ambiente per definire le leggende del Rap old school.

In Italia infatti mi chiamò così un ragazzo in dm su IG e all’inizio non capivo… poi ho capito e mi è piaciuto questo termine!

Infatti l’ho anche usato nel ritornello di “Gioia Tauro” (il pezzo con Inoki sul disco). O.G. come può essere Jake la Furia, Kaos, Guè, Danno e Masito, Marracash, Fabri Fibra, DJ Skizo, Next One, J-Ax, Vacca

Comunque gente che ha contribuito, ognuno a proprio modo nelle proprie possibilità, nel proprio tempo con la propria visione a gettare le fondamenta di questo genere in Italia e ha consentito ad altre generazioni di proseguire lo stesso discorso, anche loro con un’interpretazione differente.

Penso oggi a giovani rapper come Artie 5, piuttosto che Geolier, in cui secondo me incarnano la stessa attitudine, ovviamente in un modo differente come è anche giusto che sia. Ma che tengono vivo lo spirito originale, nello stile nella tecnica!

L’Hip Hop, il Rap, è comunque energia incontrollabile e comunque va avanti da sé: che io, tu o chiunque sia d’accordo o meno, è sempre stato in continua evoluzione! E penso che stia durando nel tempo, in tutto il mondo anche, anzi soprattutto per questo motivo.

Altrimenti sarebbe finito e si sarebbe esaurito tutto agli albori della propria concezione. È in continua trasformazione. Nessuno penso possa prevedere cosa ci riserverà nel futuro, ma penso ad una frase detta in passato da Afrika Bambaataa ossia: “finché la gente continuerà a parlare, esisterà il rap“.