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L’Ignorante3.2 Sei in guerra e non lo sai



charlie hebdo killers policeman

La scena del poliziotto a terra sul marciapiede che chiede aiuto, che sembra implorare pietà… Mi rimbalza in testa… Come quel corpo di bambino martoriato dai bombardamenti in braccio ad un padre distrutto dal pianto rimbalzata sui social alcuni mesi fa. Scena rimasta lì, nel tempo, ogni volta che chiudevo gli occhi.

Mi sconvolge la scena di ieri, certo, e mi sconvolge la drammaticità della situazione generale che stiamo vivendo, con questo fanatismo che prende campo e che è sempre più sinonimo di distanza tra le persone, e che precede – solitamente, e la storia ce lo insegna – un finale brutto.

La vicenda è pesante, ma è ancora più pesante e preoccupante, quello che questo evento ha (ri)svegliato nelle menti di noi persone comuni, che siamo quelle che fanno la comunità in cui viviamo e creano anche la società che a volte subiamo.

Ho letto di tutto nei commenti ai video, ai post e agli articoli sulla vicenda, dal fanatismo assoluto, alla rabbia, dalla rassegnazione ai sentimenti di odio, a compassione e razzismo, al finto buonismo e alla finta comprensione della diversità degli altri. Davvero di tutto.

Però lo devo dire: mi fa schifo la strumentalizzazione sempre ricorrente usata tramite questi eventi tragici per fomentare e accaparrarsi consensi, e mi fa schifo anche la dietrologia con cui ormai siamo purtroppo abituati a pensare davanti a questi atti: l’Occidente fa un attentato all’Occidente, facendo finta che sia di natura mediorientale, così per poter fare la guerra al Medio Oriente da giovare, così di nuovo all’Occidente… ma che cazzo fumiamo?

Qui la guerra è solo e sempre tra poveri, tra chi non ha niente e chi ha ancora meno, ed è inutile arrabbiarsi, è inutile indignarsi oggi, quando da anni ormai siamo catapultati in mezzo ad azioni scellerate di migliaia e migliaia di soldati nel mondo che, per ragioni del tutto insignificanti e banali, uccidono, violentano e ammazzano innocenti.

Pensate che le bombe americane sui civili in Afghanistan o in Iraq siano state meno dolorose? Pensiamo che i bombardamenti sui civili in Palestina siano finti?

che le autobombe palestinesi siano Cinema? Pensiamo che gli oltre 5000 morti di Ebola in Africa siano invenzione delle case farmaceutiche?

Oppure pensiamo che sia giusto andare là, a casa della diversità ad ucciderli tutti lavandosi poi la coscienza con il: sono loro quelli cattivi?

Il problema è tutt’altro oggi.

Il problema è che usciamo di casa pensando di non essere in guerra mentre lo siamo pienamente e mi fa anche schifo che in questa guerra di ideologie religiose e sociali la faccia sempre da padrone soltanto il fanatismo più bieco da ambo le parti.

Usciamo di casa e mai ci immagineremmo di trovarci di fronte a scene di guerra come quelle viste a Parigi, ma invece ti rendi conto in quei 45 secondi di video  che non è più così, che la guerra è sotto casa, dentro casa, nei supermercati, nelle piazze, nei giornali della tua città, nei tuoi uffici e che oggi la si combatte nei luoghi dove la guerra apparentemente non c’è,  nelle scuole, nei ghetti, nei giardini pubblici, dove l’integrazione fatica a realizzarsi, dove la diversità sociale tra le parti è alta e proprio lì la guerra prende forza, si forma e fa più male. La guerra fa più male dove le difese sono abbassate, dove colpisce gli indifesi e dove meno te lo aspetti.

Una partita a scacchi dove, a volte la pedina bianca, a volte quella nera, cade e perde.

Come abbiamo fatto ad arrivare fin qui, come abbiamo fatto a ridurre il genere umano, ancora una volta, ad odiarsi così tanto?

L’egoismo dell’uomo sicuramente ha lavorato in tale direzione, così come l’avidità umana, quel volere sempre di più, nonostante si abbia tutto, è proprio quel di più che gli ha fatto scavalcare tutte le frontiere del buon senso, della ragione e del rispetto di base, e nell’egoista giochino di potere che si innesca, rientriamo anche noi comuni mortali e cittadini, che volenti o nolenti, ci ritroviamo a combattere per le strade delle nostre civili (?) città una guerra a cui non volevamo partecipare.

Cui prodest? a chi giova?

A chi può far bene una situazione del genere?

Buona fortuna a tutti, che ce ne vuole davvero. Augh.