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Panico Totale, ora come allora | 20.01 @LaPolveriera



Breve premessa: 1998. Dopo tre giorni di visita di leva (tre, sì, mi sono fatto pure l’ospedale militare San Gallo, io) torno da Firenze con gli occhi pieni dei colori dei pezzi sui treni, quindi raccatto il mio socio Zed e andiamo a dipingere lungo la ferrovia della linea Lucca-Aulla. Pieno giorno ma nessun problema, è una sorta di hall of fame completamente tollerata, quindi dò libero sfogo alla fotta anche per liberarmi a quel prurito dovuto al contatto con troppe divise mimetiche. Ovviamente scrivo il mio nome (all’epoca senza la “A”) sostituendo la “I” con un candelotto di dinamite acceso, niente di che ma almeno mi sfogo.

Poco tempo dopo, non ricordo come, entriamo in contatto con Kipo, un breaker di Lucca alle prime armi, che ci apre un po’ gli occhi sulla scena della zona. Quell’estate ci spostiamo diverse volte a Lucca lasciando tag ovunque e mostrando i nostri pezzi e le nostre bozze in giro (abbiamo tutti il book, mica foto sul cellulare!). Fra tutti i nostri lavori, quel caspita di candelotto ci fa guadagnare punti più di ogni altra cosa e circa 5-6 minuti di rispetto.

A settembre mi chiama Kipo (al telefono di casa) e mi fa: “Vado a Pisa al Panico Totale, vieni?” “Cos’è?” “Come? Non conosci il Panico Totale? Allora non sai un cazzo!!” Tralasciando il fatto che “non sai un cazzo!” é sulla bocca di Kipo ogni tre frasi di senso compiuto, posso solo confermare che sì, io non so proprio un cazzo, ma dipingevo bene i candelotti di dinamite e per alcuni era quasi un superpotere (e io che mi sbattevo per gli incastri!). Comunque, in quel momento vengo a conoscenza di quel mega evento che era il Panico Totale, del pezzo di Phase 2 di due anni prima, dei lavori di Duke 1 (ho sbavato per anni sui suoi pezzi pubblicati su Aelle), di Fra32, Etnik, Casseurs Foundation e compagnia danzante. Non riuscii ad andare nel ’98, e ad oggi non ricordo perché non sono andato nelle due edizioni successive (sembra strano quanto potesse sembrare lontana Pisa ad un garfagnino di fine anni ’90), ma mi rode non esserci stato. E parecchio. Così tanto, che quasi quasi quel candelotto esplode.

Tutto questo cappello per creare l’atmosfera ed arrivare finalmente all’annuncio: a venti anni esatti dalla prima edizione esce il libro Panico Totale ad opera di Alessandra Ioalè, che racchiude il lavoro di anni di ricerca riportando testimonianze e ricordi di chi ha organizzato e vissuto l’evento nel suo evolversi, ripercorrendone la storia dalla genesi fino all’ultima edizione.

La cover del libro, stampato in 500 copie numerate, riporta l’illustrazione simbolo della terza edizione realizzata da Etnik, che ha autografato ogni copia.

Sentendomi un minimo in debito verso il Panico per aver goduto delle sue opere pur non essendoci mai andato, ho chiesto a Dj Drago, owner di Sanantonio42 nonché parte del cuore pulsante dell’evento, di portarmi una copia del libro in occasione della Mostra Mercato del Disco di Lucca (sembra strano quanto sembri lontana Pisa per un garfagnino ancora oggi!). Così, mentre scrivo questo pezzo, mi trovo fra le mani la copia n. 148 di questo libro di storia del writing italiano, una botta di cultura che ti gasa dalla prima pagina. Un must have, in pratica.

Il libro è acquistabile qui o a Pisa al Sanantonio42.

Il libro di Panico Totale verrà presentato a Firenze a La Polveriera venerdì 20 gennaio. All’evento sarà presente l’autrice Alessandra Ioalè.

Dj set per l’evento: MACHINE FUNK, Dj Herrera & Dj Drago.

Durante la serata intervento murale di Duke1.

Con la partecipazione di 400Drops.

Per maggiori info sull’evento di Panico Totale a La Polveriera: QUI.

P.S.: non c’entra un cazzo, ma il mio candelotto è resistito fino al 2001, per poi essere coperto da un immenso bloccone bianco con outline neri e passepartout verde. A distanza di anni è riaffiorato dal bianco, probabilmente grazie alla pessima qualità di quella vernice marcia che avevo usato e che s’è mangiata i pigmenti che gli stavano sopra. Un po’ ci godo. Bene ti scolorisse tutto!